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6. Bryllup - Nozze

Vatz er þorf

þeim er til verðar kømr,

þerro ok þjóðlaðar,

góðs um ǿðis,

ef sér geta mætti,

orðz ok endrþǫgo.

Di acqua c'è bisogno

per chi al banchetto viene,

di tovaglioli e di cortesi inviti,

di animo ben disposto,

se riesca a ottenerlo,

di conversazione e di silenzio.

(Tratto dalle rune vichinghe originali)

Deirdre, Aisling e Nuallan lasciarono i tre fratelli nel salone a discutere e si ritirarono con le altre tre ragazze. Deirdre non le seguì al piano superiore. Decise di recarsi nelle cantine della cucina, dove aveva ricavato una piccola dispensa con le erbe curative in un minuscolo stanzino. Grazie agli esperti commercianti era riuscita a trovare barattoli di erbe e spezie che non si trovavano in quei territori e che erano essenziali per diverse cure. Asbjörn era tornato a casa con una ferita abbastanza profonda sul fianco ed era intenzionata a curargliela nel miglior modo possibile. Prese una ciotola e cominciò a selezionare l'occorrente: chiodi di garofano, lavanda, cipresso, arnica, olio di germe di grano ed argilla. Amalgamò gli ingredienti triturati e preparò un unguento con l'aiuto dell'argilla e dell'acqua. Da uno scaffale prelevò dei pezzi di stoffa puliti e si girò per tornare con il necessario nella sua stanza.

Per poco non le cadde tutto di mano ed a stento soffocò un grido di paura. Asbjörn era lì, appoggiato allo stipite della porta che la osservava in silenzio. Sembrava incuriosito.

"Non vi ho sentito arrivare."

"Lo so. Ed io non ho voluto disturbarvi. Cosa state facendo?"

"Venite, seguitemi. Ho preparato un unguento per la vostra ferita."

Percorsero i corridoi e le scale fino a raggiungere le stanze. Lui si fermò davanti alla porta della sua stanza e la invitò ad entrare.

"Mio signore, non dovrei. Non siamo ancora sposati."

"Al diavolo i convenevoli, donna! Sono stanco e voglio coricarmi."

Lei abbassò il capo ed entrò senza ulteriori proteste. La temperatura nella stanza era calda ed accogliente, proprio come aveva ordinato alla servitù. Gliela aveva fatta scaldare appena l'esercito era stato scorto all'orizzonte.

"Il bagno è stato di vostro gradimento?"

"Si e vi ringrazio per l'accortezza."

"Avete pulito la ferita col sapone?"

"Certo. Come avete voi stessa richiesto, ma avrei di gran lunga preferito che foste voi a farlo."

"Spogliatevi e stendetevi, Asbjörn."

Ma mentre pronunciava quelle parole, si rese conto dell'intimità che esse dimostravano. Le guance le si tinsero subito di rosso e abbassò lo sguardo. Lui si avvicinò e con un dito le sollevò il mento per fissarla negli occhi.

"Non dovete vergognarvi, Deirdre. Tra qualche giorno vedrete ben più di un torso nudo."

Lei tremò al solo pensiero.

"Permettetemi di baciarvi."

Inclinò la testa per permettergli di farlo. Aveva pensato molto a lui in quel mese, ma solo ora che le stava accanto si rese conto che le era davvero mancato. Le circondò la vita con un braccio, mentre l'altra mano scivolava tra i suoi capelli. Le labbra di Asbjörn scesero sulle sue e lei chiuse gli occhi aspettando di assaporare quel gesto così intimo. Le passò la lingua sul labbro inferiore e glielo mordicchiò leggermente. Schiuse le labbra e subito la sua lingua penetrò la sua bocca. Aveva ancora il sapore della birra ed i suoi sensi si inebriarono assaporando quel contatto dolce amaro. Il bacio si fece più profondo, più urgente e passionale. Si lasciò andare completamente, affidandosi alla sua esperienza. Quando si staccò da lei, Deirdre era quasi delusa che quell'intimo contatto fosse già finito.

"Siete così bella!"

"Vi ringrazio, mio signore."

"Deirdre? Vi rinnovo la richiesta di darci del tu quando siamo soli. Che ne dite?"

"Dico che può andar bene, Asbjörn. Distenditi ora, altrimenti l'unguento si seccherà."

Si posizionò sul letto e lei si incantò ad osservarlo. La perfezione di quei muscoli poteva essere creata solo da Dio in persona. La solidità e la forza che emanavano le faceva aver timore di toccarlo. Era gentile, amorevole e dolce nella loro piccola intimità ed era bello come il tramonto della sera. Non poteva credere di essere così fortunata ad aver ricevuto in dono dal destino un uomo simile. Poco importava se provenisse da un'altra terra, se parlasse un'altra lingua, se avesse usanze differenti dalle sue o che fosse pagano. Tutto questo passava ormai in secondo piano, poiché lei ne era profondamente innamorata. Non sapeva quando o come fosse accaduto. Sapeva solo di non volerlo più negare a sé stessa.

Con dita tremanti posizionò l'unguento sulla ferita e lo vide trasalire.

"Ti fa male?"

"Il dolore che provo non è nulla al confronto del desiderio che scatenano in me le tue dita sulla mia pelle nuda."

Spostò la mano di scatto, come se si fosse appena scottata.

"Non ti fermare Deirdre. Prometto che non ti salterò addosso prima del matrimonio."

"Voglio ben sperare. Altrimenti mi ricrederò di nuovo sul tuo conto. Non vorrei di nuovo chiamarti bifolco!"

"Deirdre? Ti hanno mai spiegato perché porti tale nome?"

"No. Avrebbero dovuto? So solo che significa donna, ovvero signora. Nulla di più. È un nome come un altro credo."

"Com'erano i tuoi genitori? Gli assomigliavi?"

"Non proprio. Nella mia famiglia avevano tutti gli occhi chiari ed erano tutti molto miti di carattere. L'esatto contrario di me."

"Si, ho saputo del tuo talento nel trattare con la gente. Sono orgoglioso di come tu abbia saputo tenere ben bilanciati i miei beni e le richieste della mia gente."

"Grazie. Ho solo cercato di fare del mio meglio."

"Ti sottovaluti, mia cara. Mi ha sorpreso anche quanto bene padroneggi già la nostra lingua."

"Mi sembrava una cosa logica. Se devo stare al fianco di un signore e di un popolo vichingo, mi pareva doveroso esprimermi come tutti voi."

"Sei saggia. Sono felice di aver scelto bene la mia sposa."

"Puoi girarti. Ho finito. Non togliere la pezza di stoffa prima di domani mattina."

Stava per alzarsi dal letto ma la bloccò afferrandole il polso.

"Deirdre, promettimi che non mi tradirai."

"Asbjörn, te lo giuro che non ho mai visto un uomo in vita mia e che non è mia intenzione ad averne altri oltre a te."

"Non intendevo questo, ma mi fa comunque piacere sentirlo."

"Oh, perdonami. Ho frainteso. Guardami negli occhi, Asbjörn. Te lo giuro sul mio onore che mai ti tradirei, in nessun modo possibile."

Lo vide annuire pensieroso. Qualcosa lo crucciava, ne era certa.

"Le tue chiavi di casa sono sul tavolino. Buona notte Asbjörn. Riposati, ne hai bisogno."

E scappò velocemente dalla stanza.

---

"Svegliati Deirdre! Svegliati!"

Fece fatica ad aprire gli occhi. Ma le voci di Aisling e Nuallan non le davano tregua. Si può sapere che succedeva?

"Ragazze tornate a dormire! Neanche il sole ha deciso ancora di illuminare il cielo!"

"No Deirdre! Devi alzarti! Guarda!"

Alzò gli occhi al cielo prima di guardare verso un'eccitata Aisling. Fu allora che lo vide. Era il più bell'abito su cui avesse mai posato lo sguardo. Era di un bel rosso carminio con un'apertura a barchetta, aderente e stretto fino a sotto il seno, per poi ricadere morbido in tutta la sua lunghezza. Davanti scendeva fino a terra, mentre dietro riportava un leggero strascico. Aveva le maniche lunghe ed era orlato con fasce ricamate in oro ed argento. La stessa fascia era posta anche sotto il seno per essere poi legata sul retro. Sull'abito poggiava un bellissimo mantello bianco, anch'esso orlato con le stesse fasce oro-argentate che richiamavano i motivi del vestito. Sul tavolo c'erano appoggiati con cura una collana d'argento con un grosso medaglione che raffigurava le rune ed una coroncina con gli stessi simboli, fatta per poggiare sulla fronte.

"È per me?"

Aisling si mise a ridacchiare.

"Ma certo sciocchina! È il tuo abito nuziale!"

"Come scusa?"

"Era una sorpresa! Non potevo dirti niente! Sembra che ieri tu sia corsa a salutare Asbjörn ai cancelli e che gli avessi promesso di essere sua. Bene, sappi che subito dopo esser giunti al castello, ha dato ordine di avvisare il popolo che il giorno seguente il re si sarebbe sposato."

Era allibita. Le aveva taciuto il loro matrimonio! Scattò giù dal letto e come una furia corse verso la sua stanza. Quasi buttò giù la porta aprendola, per piombare poi nella sua camera da letto. Era vuota. Corse al piano di sotto ed irruppe nella sala di comando. Niente!

Un'affannata Nuallan la raggiunse.

"Deirdre! Fermati!"

"Lui dov'è? Io lo ammazzo! Giuro che divento vedova ancor prima di sposarlo. Dannato vichingo!"

"Non c'è! È uscito più di un'ora fa con Daven e Thor. Abbiamo tentato di avvisarti con Aisling, ma tu eri una furia senza orecchie! Vieni, sono arrivate alcune signore sposate che ci aiuteranno a prepararti e spiegarti la cerimonia."

"Io non vengo da nessuna parte! Voi non avete ancora capito vero, che io oggi non sposo proprio nessuno. Altroché matrimonio! Comincia a far venire il prete per il funerale!"

"Suvvia! Non ti ha ingannata. Ha voluto solo farti una sorpresa! E poi non ci sono preti qui."

"E c'è riuscito a sorprendermi, maledetto vichingo!"

"Dai Deirdre, seguimi. Non puoi tirarti indietro adesso davanti a tutto il popolo!"

Aveva ragione. Ormai mi aveva fregata ed ora non potevo tornare sui miei passi senza ripercussioni. Oh, ma me l'avrebbe pagata! Avrei trovato il modo!

"Andiamo!" Disse secca e tornarono nella sua stanza, dove un gruppo di donne la stava attendendo per dare inizio ai riti di preparazione.

"Mia signora, siamo qui per aiutarla. Re Asbjörn ci ha fatte venire apposta per lei. È importante che la sposa del re segua minuziosamente ogni passo della cerimonia con estrema cura e precisione. La preghiamo di non arrabbiarsi con noi, se qualche rito le sembrerà un po' particolare o inusuale."

"Va bene, cominciamo! Signore scusate, dov'è Asbjörn?"

"Anche lui ha i suoi riti di purificazione da seguire. E poi deve trovare la spada!"

"Che spada?"

"Lo sposo deve recuperare la spada appartenuta ad un antenato deceduto, da usare più avanti nel corso della cerimonia nuziale."

Spiegato l'arcano della sparizione del suo futuro marito, le donne le si avvicinarono ed incominciarono a strapparle letteralmente il vestito di dosso. Con un mantello si affrettarono a coprire la sua nudità, per poi spingerla nella stanza di fronte alla sua. Era uno stanzino piccolo senza finestre e con la tinozza al centro. Le serve cominciarono ad entrare con i secchi pieni di acqua bollente, fino a riempire la tinozza. Un secchio fu lasciato ad una delle donne, che iniziò a spruzzare l'acqua su delle pietre riscaldate. In breve la stanza si riempì di vapore. Le venne tolto il mantello ed il rito di purificazione ebbe inizio. Venne lavata e profumata con degli oli essenziali ed erbe aromatiche che avevano un potere magico, associato a delle capacità afrodisiache e benefiche per la fertilità. Poi la obbligarono a rimanere accerchiata da quello strano vapore che loro chiamavano sauna per un tempo infinitamente lungo. La preparazione si concludeva facendole indossare l'abito previsto per la cerimonia. I capelli vennero lasciati sciolti. Avrebbe indossato la corona nuziale, un cimelio della famiglia di Asbjörn. Essa era fatta d'argento, con punte che terminavano in foglie di trifoglio, addobbate con una ghirlanda di fiori.

Fu poi accompagnata nelle vicinanze di un lago. Era una giornata fredda, ma bellissima. Il sole stava raggiungendo il suo massimo picco. Ad un certo punto scorse Daven in attesa. Lui liquidò le donne che avevano finito di svolgere i loro compiti e le tese la mano per prenderla a braccetto.

"Vi accompagnerò dallo sposo, mia cara."

"Giuro che vostro fratello non vedrà la luce del nuovo giorno!"

"Sono sicuro che più tardi avrete modo di dimostrargli tutto il vostro amore nella camera nuziale."

E scoppiò in una fragorosa risata.

La cerimonia si teneva vicino al lago, poiché per i vichinghi era considerato sacro. Oltre ad essere il luogo più indicato per invocare le divinità della fertilità e del matrimonio, garantiva una maggiore visibilità agli invitati ed ai testimoni. Daven era incaricato di accompagnare la sposa dal futuro marito, portando con sé la spada che lei avrebbe donato al suo uomo. Quando gli occhi di Deirdre si posarono su Asbjörn, il suo cuore si fermò. Assomigliava ad un Dio e per un momento la sua rabbia scemò.

La prima parte della cerimonia consisteva nell'invocare gli Dei con una semplice preghiera e attraverso dei sacrifici. Gli animali dovevano essere appropriati per l’immolazione alle divinità e alla fertilità della coppia: una capra per Thor, una scrofa per Freya, un cinghiale per Freyr. Il sacerdote come prima cosa recise la gola degli animali e raccolse il sangue in una ciotola consacrata apposta per quell'occasione. La ciotola venne quindi posta su un altare di pietra ed il sangue venne schizzato sugli sposi e sugli ospiti, per mezzo di un mazzetto di ramoscelli di abete. La carne delle bestie sarebbe invece stata servita nel corso della cena di nozze. Subito dopo Asbjörn le donò la spada dei suoi antenati, recuperata durante la cerimonia di preparazione alle nozze. A Deirdre sarebbe spettato il compito di conservarla per il loro primogenito. In cambio lei gli donò la spada appena forgiata e portata alla cerimonia da Daven.

Come spiegato in precedenza dalle donne, da un punto di vista simbolico, la spada degli antenati rappresentava la tradizione della famiglia e la continuazione della linea di sangue, mentre quella che lei donava ad Asbjörn rappresentava il trasferimento della potestà paterna al marito che aveva il compito di proteggerla fino alla morte. Non avendo più un padre Daven si prese il carico di farne le veci.

Dopo lo scambio delle spade, Asbjörn e Deirdre si scambiarono gli anelli che vennero loro offerti sull'elsa della nuova spada dello sposo. La sovrapposizione della spada e degli anelli ribadiva quanto fosse vincolante il loro giuramento, rappresentando una minaccia per chiunque avesse osato infrangerlo. Con gli anelli infilati al dito e con le mani unite sull'elsa della spada, pronunciarono i voti che li avrebbero uniti per sempre.

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