3. Klanens konge - Il re del clan
Gáttir allir
áðr gangi fram
um skoðaz skyli
um skygnaz skyli;
Þvi at óvist er at vita
hvar ovinir
sitja á fleti fyrir.
Tutte le porte
prima di varcarle
devono esser spiate,
devono esser scrutate,
il dubbio è ogni volta
dove i nemici siedano nella
sala che ti sta davanti.
(Tratto dalle rune vichinghe originali)
Dopo un'altra settimana di navigazione tranquilla e senza ulteriori intemperie in mare, udirono finalmente il tanto agognato grido:
"Land! Laaaaaaand!"
Deirdre guardò intorno a sé incuriosita e trovò Graim seduto sul bordo del dreki vicino a lei. Dalla tempesta non aveva più proferito parola e non capiva il motivo del suo silenzio nei suoi confronti. Decise lei di spezzare quel silenzio misterioso:
"Signor Graim? Cosa vuol dire land?"
"Vuol dire terra. Siamo giunti a destinazione. Ma vi prego, dal momento che sbarcheremo, non mi rivolgete più la parola."
"Vi ho forse offeso in qualche modo a me sconosciuto? Mi scuso con voi e chiedo umilmente di perdonare qualunque cosa io abbia fatto senza saperlo."
"Non avete fatto nulla di sconveniente. Semplicemente il re del nostro clan vorrà conoscere voi e le altre ragazze. Ha il diritto di fare la prima scelta. Fino ad allora è meglio che io non parli con voi."
"Capisco."
Lo capiva davvero? A dire il vero non ci capiva nulla. Non capiva perché non poteva parlarle, non capiva cosa volesse dire il fatto che il re del loro clan avesse il diritto di fare la prima scelta e non capiva perché si comportasse in quel modo così assurdo ed improvviso. Tuttavia decise di non metterlo in difficoltà. In fondo era l'unico che a modo suo si era preso cura di lei.
Scese sul molo e si guardò attorno meravigliata. Il villaggio era molto grande ed interamente costruito in legno ed in pietra. Non aveva mai visto costruzioni così solide. Tutte le abitazioni erano circondate da una robusta ed appuntita palizzata in legno e sulla piazza davanti al porto si intravedeva un mercato con un gran viavai prevalentemente di uomini. Fu accompagnata con le altre ragazze in una costruzione simile ad una locanda. Al piano inferiore c'era una grande cucina con un imponente focolare acceso ed una grande sala piena di tavoli e panche. Una donna formosa le accolse e fu a questo punto che tolsero loro del tutto le catene. In men che non si dica le tavole vennero imbandite con ogni tipo di cibo. Le ragazze sgranarono gli occhi e si buttarono letteralmente sui viveri. Deirdre invece non aveva fame, solo un’immensa stanchezza per tutte le sventure accadute in quelle due settimane. Erano sedute in tredici intorno a quel tavolo. Ne mancavano sette e lei non riusciva a non pensare a loro. Rivolse una preghiera a Dio per le loro anime e ne rivolse un'altra per i suoi genitori ed i suoi fratelli. La sua famiglia le mancava tantissimo. Alla fine prese un pezzo di pane e ne spiluccò qualche boccone.
La signora formosa rispondeva al nome di Brenda. Le accompagnò al piano superiore mostrando loro alcune stanze e le fece accomodare, indicando loro la tinozza di legno per lavarsi, l'armadio con dei vestiti puliti ed i letti dove riposare. Poi scese al piano di sotto senza dar loro altre informazioni su cosa avrebbero dovuto aspettarsi nell'immediato futuro. Deirdre ed Aisling entrarono insieme in una delle stanze. Aisling si buttò subito sul letto e chiuse gli occhi.
"Aisling?"
"Mmmm."
"Ho notato molte cose dal nostro arrivo. Il villaggio è estremamente pulito, come anche questo edificio e la signorina Brenda profumava di bucato appena lavato."
"E con questo?"
"Qualcosa mi dice che sia il caso di lavarci e renderci presentabili. Come se da questo dipendesse il nostro futuro. Vieni! La tinozza è piena di acqua calda."
"Eh va bene! Anche se preferirei molto di più chiudere gli occhi e dormire un po'."
Si spogliarono ed entrarono entrambe nella tinozza. L'acqua profumava di rose e muschio. Aiutarono l'una all'altra a lavarsi, per sciacquare via dalla pelle due settimane di sporcizia e di salsedine. Deirdre strofinò con particolare cura i suoi lunghi capelli castano scuri, tanto da sembrare quasi neri. Una volta uscita dalla tinozza si asciugò e si diresse all'armadio, nella speranza di trovare qualcosa di adatto per le sue curve generose. Indossò una tunica di lino bianco lunga fino alle caviglie. Sopra la tunica vestì un abito di lana chiamato hangerock (come scoprirà in futuro) di lunghezza inferiore alla tunica. Questo secondo indumento era di un bel colore rosso vinaccia e le avvolgeva il corpo in maniera quasi sensuale, evidenziando con generosità il suo seno abbondante ed i suoi fianchi formosi. Infine si legò in vita una cintura bianca come la sottoveste.
Con una morbida spazzola si occupò dei capelli. Lunghi fino a metà schiena e leggermente mossi si asciugavano velocemente vicino al camino acceso. Decise di lasciarli sciolti e di passare un leggero nastro di cuoio rossiccio sulla fronte, fissandolo dietro la nuca. Alla fine ricoprì il nastro che passava tra i capelli con morbide ciocche. Una volta pulita e profumata arrivò il momento di riposare. Si distese perciò sul letto e chiuse gli occhi.
Non molto dopo Brenda bussò alle porte delle stanze. Gesticolando, fece capire alle ragazze di scendere al piano di sotto. Con Aisling alle calcagna, Deirdre fece le scale e arrivò nell'ampia cucina. Si accorse che c'erano alcuni degli uomini che le avevano condotte in questa terra lontana. Quasi non li riconosceva tirati a lucido com'erano. Ebbe così l'ennesima conferma che la pulizia era qualcosa di importante e fondamentale per quel popolo. Una mano si allungò verso di lei.
"Deirdre, siete bellissima! Mi togliete il fiato! Permettetemi di accompagnarvi al cospetto del nostro re."
"Signor Graim! Posso parlare con voi ora?"
"No Deidre. Ma spero comunque che voi mi permettiate di scortarvi personalmente."
Lei accettò e poggiò la mano nella sua. Fu in quel preciso istante, quando le loro pelli entrarono in contatto, che si rese conto, che qualcosa per lei da quel momento sarebbe per sempre cambiato.
Al centro del villaggio si fermarono nella piazza. Era nuovamente sconvolta sulla grandezza di quel loro insediamento. In numerosi erano accorsi a vedere le nuove arrivate e non capiva ancora cosa si aspettassero esattamente da loro. Le disposero in fila, con i loro accompagnatori alle spalle. Calò il silenzio. Subito dopo urla animalesche e gutturali riempirono la piazza. Urla tali, da far rizzare i peli sulle braccia. Un uomo, seguito da altri due, fece la sua entrata pomposa sullo slargo. Era alto e forte. La sua tunica delineava bene il suo corpo muscoloso e sembrava quasi che la stoffa volesse cedere sotto tale potenza. Aveva lunghi capelli mossi e biondi con fini trecce su alcune ciocche, fissate poi dietro la nuca, dove proseguivano in un'unica treccia. Ogni minimo dettaglio su di lui era ben delineato. I suoi occhi erano due grandi pozzi color del mare e Deirdre si ritrovò a trattenere il fiato nell'ammirare tanta bellezza. I due uomini che lo seguivano, gli assomigliavano molto, tanto da farle presupporre che fossero fratelli.
I tre uomini si fermarono davanti alla fila di ragazze ed attesero il silenzio del loro popolo. Nel frattempo gli occhi di colui che doveva essere il re squadrarono velocemente ogni singola ragazza davanti a lui. E fu allora che i suoi occhi si fissarono in quelli di lei. Deirdre non abbassò lo sguardo. Decise di sostenerlo, alzando il mento con orgoglio, non accorgendosi, di avergli appena lanciato una sfida di potere. Gli occhi di lei fiammeggiavano e lui le regalò un fugace sorriso beffardo prima di rivolgersi al suo popolo.
"Mennesker! Jeg har alltid overlatt byttet til kvinner til deg. Denne gangen tar jeg en kvinne også. Tiden er inne for at jeg, konge Asbjörn, skal gifte meg!" *
Un altro boato di urla scoppiò dopo le sue parole. Il re si posizionò all'inizio della fila per ispezionare ogni singola ragazza con accurata meticolosità, seguito dai due fratelli. La sua minuziosa ispezione procedeva lentamente, provocando in Deirdre la sensazione di essere un cavallo esposto alla fiera del paese. Una rabbia sorda montò nel suo petto. Le ragazze tendevano a tenere lo sguardo basso, gesto dettato sicuramente dal timore di offendere quell'uomo. Quando giunse a lei, non ebbe bisogno di alzarle il mento con le dita. Lo sguardo fiero di Deirdre puntava direttamente le sue pupille. Non aveva nessuna intenzione di mostrargli la paura che le faceva battere forte il cuore nel petto. Si fissarono a lungo, come se ci fossero solo loro due nella piazza e alla fine con voce roca lui le chiese nella sua lingua:
"Come vi chiamate, ragazzina?"
"Deirdre."
Lei lo pronunciò con voce ferma e sicura, decisa a non tradire neanche questa volta il suo disagio.
"E quante primavere contate, se posso chiedere?"
"Sedici, mio signore."
Vide un lampo di soddisfazione nei suoi occhi, prima di darle la schiena ed allontanarsi da lei. Alzò le mani verso la sua gente e dichiarò:
"Jeg tok mitt valg!" **
Allungò il braccio nella direzione di lei e qualcuno da dietro la spinse in avanti, facendole capire di dover raggiungerlo. Camminò fiera verso di lui, chiedendosi l'ennesima volta cosa le riservasse il futuro destino. Lui prese la sua mano e la strinse con forza in segno di possesso ed il suo popolo ruggì un'altra volta. Lei rimase al suo fianco senza capire del tutto il seguito degli avvenimenti. Vide i fratelli del re porgere le mani verso due fanciulle nello stesso modo di lui poco prima. E anche loro furono spinte a raggiungere i due uomini. Erano Aisling e Nuallan. Il cuore di Deirdre scoppiò di gioia, vedendo che il destino aveva deciso di lasciarle unite in quella nuova avventura.
Osservò la folla e notò lo sguardo buio di Graim. Era deluso, lo si capiva benissimo, anche se non capiva esattamente da cosa. Vide portar via tre ragazze in malo modo, mentre le altre venivano divise ai vari pretendenti.
Giunsero tre uomini con tre cavalli. Il re con i due fratelli montarono in groppa e issarono a loro volta le donne appena scelte. Con un braccio il re cinse la vita di Deirdre in una stretta possente e con l'altro prese in mano le redini. Poi partì al galoppo verso il castello.
Una volta arrivati furono accompagnate in un'ampia stanza. Rimaste da sole, Deirdre si guardò intorno curiosa. Le pareti erano ricoperte di stoffe con sopra disegnati strani simboli. Su degli scaffali di legno c'erano un'infinità di pergamene irradiate dalla soffusa luce delle candele poste in punti strategici della stanza. Un tavolo massiccio troneggiava al centro, come a ricordare che da lì il padrone impartiva i suoi ordini. Si avvicinò al tavolo per scoprire cosa contenesse un recipiente, quando la porta si aprì ed i tre fratelli entrarono nella stanza, riempiendola con le loro figure imponenti. Lei vide Aisling e Nuallan farsi piccole piccole, mentre Deirdre assunse il suo solito atteggiamento fiero che non sfuggì agli attenti occhi del re.
* "Popolo! Ho sempre lasciato il bottino delle donne a voi. Questa volta prenderò una donna anch'io. È giunto il momento per me, re Asbjorn, di sposarmi!"
** "Ho fatto la mia scelta!"
