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2. Storm - Tempesta

"Quando imperversa feroce la bufera,

issa la vela fino in cima. Oh, com'è felice

il re della tempesta! Conducila verso al

vento, falla volare! Meglio affondare

che ammainare! Chi si arrende è

schiavo delle sue paure."

(Citazione dal film "Northmen - I vichinghi")

La traversata era senza fine. Erano in mare già da cinque lunghi giorni. Tutto intorno si intravedeva solo l'immenso blu scuro delle acque profonde. Il sole splendeva forte e luminoso, ma nonostante ciò lei percepiva il pungente freddo della fine dell'autunno. Non riusciva a scaldarsi anche se si stringeva le braccia intorno al corpo e le strofinava con vigore. Era costantemente scossa da brividi ed a momenti degli spasmi alla mascella le facevano battere i denti con violenza. La brezza che soffiava al largo non la aiutava di sicuro. Sembrava che il gelo le fosse ormai penetrato nelle ossa e non accennava ad andarsene.

Una mano forte e vigorosa le si appoggiò sulla spalla. Girò la testa di scatto ed i suoi occhi incontrarono quelli di Graim. Abbassò subito lo sguardo, puntandolo sul fondo in legno del dreki. Non voleva nulla da lui, anche se aveva tentato di essere gentile con lei. Il suo orgoglio era troppo forte e non le permetteva di accettare né la sua pietà, né le gesta premurose nei suoi confronti. Lui invece non sembrava scoraggiarsi del suo poco entusiasmo.

"Sono giorni che tremate come una foglia al vento. Tenete, copritevi."

Allungò il braccio e le passò una pelliccia.

Decise di accettare. Quel freddo era troppo arduo da affrontare.

"Grazie. Ma non illudetevi. Non diventerò la moglie di nessuno di voi."

Le sorrise con un'aria beffarda che le fece dubitare delle sue stesse parole, ma non voleva darglielo a vedere.

"Signore? Posso chiedervi quanto tempo ancora navigheremo?"

"Se il mare rimarrà calmo come in questi giorni, ci aspettano altri cinque giorni."

Fece un cenno di ringraziamento con il capo e ritornò a chiudersi nel silenzio. Erano giorni che non conversava neanche con le altre ragazze, si atteneva semplicemente ai consigli di Graim. Anche Aisling la seguiva con lo stesso comportamento, conscia che probabilmente c'era un motivo nel suo atteggiamento.

Le mancava sentire la terraferma sotto i piedi. Anelava di poter alzarsi e sgranchirsi le membra ormai indolenzite. Desiderava intensamente un pasto caldo. Aspirava ad un bagno profumato con erbe aromatiche essiccate. Purtroppo però erano a metà strada. Con difficoltà aveva capito dai loro discorsi che la meta era la Norvegia. Non sapeva neppure che esistesse un posto con quel nome. Sapeva qualcosina solo sulla sua amata Irlanda. Era sempre stata una persona estremamente curiosa, perciò molteplici domande su quel nuovo paese le frullavano per la testa.

"Samle Drekere! Stormen kommer!" *

L'urlo sommesso squarciò il tranquillo pomeriggio. Deirdre non capiva il significato, ma la voce minacciosa comunicava un comando secco. La loro lingua era un profondo mistero per lei, tanto enigmatica quanto affascinante. Si chiedeva spesso, tra la noia della navigazione, se sarebbe stato difficile impararla. Venne distratta da un leggero urto contro la loro imbarcazione. Notò che un altro dreker si era affiancato al loro ed altri stavano compiendo la stessa manovra. In breve tutte le barche erano affiancate l'una all'altra e gli uomini vichinghi si adoperavano a fissarle tra di loro con grosse funi e ganci in ferro, formando così un'unica enorme imbarcazione. La sua si trovava in una posizione abbastanza centrale, attorniata da numerosi altri dreker. Questa nuova formazione la incuriosiva parecchio. Non potendo chiedere informazioni, osservò quei pagani all'opera. I loro corpi erano possenti ed i fasci di muscoli facevano esibizione di sé ad ogni più piccolo movimento. Mai i suoi occhi si erano posati con tanta sfrontatezza su un corpo maschile. Sentiva le gote bruciare e con orrore si rese conto di essere arrossita violentemente. Abbassò immediatamente lo sguardo imbarazzata, ma non prima di scorgere lo sguardo malizioso di Graim. Per Dio! Se ne era accorto? Con tutta se stessa sperò di no. Avrebbe preferito affogare che ammettere la sua curiosità verso un corpo maschile a chiunque tra quei barbari.

"Vi piace ciò che i vostri occhi possono ammirare?"

Non si era accorta della sua presenza alle proprie spalle e l'alito di lui vicino al suo orecchio la fece sussultare per la paura. Subito dopo lei mise a fuoco le sue parole e un'altra ondata di rossore invase il suo volto. Si era accorto dei suoi sguardi curiosi! Cercò di ricomporsi e di scegliere con cura le parole prima di rispondergli, ma la precedette:

"Se decideste di accettare di diventare mia moglie, potreste non limitarvi a guardare, mia giovane fanciulla."

E come era comparso alle sue spalle, altrettanto velocemente sparì.

Lei digrignò i denti per la rabbia contro se stessa per avergli dato modo di stuzzicarla pur non volendo niente né da lui né dai suoi simili. La rabbia la assalì anche per la sua sfacciataggine nel trarre subito conclusioni affrettate in suo favore. Ma chi credeva di essere!

Un forte vento si alzò, facendo fare alla formazione di barche un balzo in avanti. Le vele si gonfiarono e la velocità di navigazione aumentò. Spaesata si raggomitolò nella pelliccia, attirando sotto di essa anche Aisling. La abbracciò forte. Le mancava così tanto quel calore umano che le davano le coccole dei suoi fratelli maggiori, che non ci pensò due volte a riversarlo sulla sua amica.

Graim si avvicinò nuovamente. Sciolse le catene che le tenevano agganciate all'imbarcazione. Lei lo guardò con sospetto chiedendogli con gli occhi una spiegazione che non tardò ad arrivare:

"Neppure ad un cane si nega la possibilità di salvarsi, quando il mare decide di far tempesta. Cercate di mantenere la calma e di tenervi forte quando sarà il momento. Anche se siete fortunata ad essere in una posizione centrale, non vorrei mai vedervi sparire tra le onde infuriate. Aegir e Ran** hanno deciso di renderci la rotta movimentata."

Ecco cos'erano tutto il trambusto con le imbarcazioni ed il vento improvviso: una tempesta. Notò che anche alle altre ragazze venivano sciolte le catene. Un altro grido si fece sentire da un guerriero:

"Advarsel! Jenter til sjøs!" ***

Vide gli uomini girarsi di scatto e si volse nella stessa direzione. Tre ragazze del villaggio erano in acqua intente a scappare a nuoto. Il terrore faceva fare veramente grandi pazzie. Si chiedeva come pensassero di fuggire a nuoto in quell'immensità di acqua scura in procinto di ingrossarsi a breve. Un vichingo grosso come una roccia ne recuperò una semplicemente sporgendosi un po' dalla barca. Si accorse con orrore che nessuno si sarebbe tuffato a recuperare le altre due che erano riuscite ad allontanarsi un po'. Senza pensare alle conseguenze balzò in piedi ed urlò nel vento:

"Rosheen! Nuala! Tornate indietro, pazze che non siete altro!"

Un dolore sordo si impossessò della sua nuca, quando un vichingo la atterrò strattonandola per i capelli. Si accasciò e si massaggiò il cuoio capelluto incapace di proferire più parola.

"Ehi, Deirdre. Volevate forse farvi ammazzare? Vi ho avvisata di rimanere ferma ed in silenzio fino a destinazione."

"Mi scusi, signore. Ma annegheranno!"

"Hanno firmato la loro condanna nel momento che sono saltate in acqua. Le barche sono troppo veloci a causa del forte vento. Nessuno è pronto a sacrificare la propria vita invano, visto che non riuscirebbero a ritornare sui dreki."

Deirdre capiva la motivazione del mancato salvataggio, ma non concepiva il terribile destino delle due ragazze. Quando si sarebbero rese conto del loro folle gesto, sarebbe stato troppo tardi per le loro anime. Non osava pensare all'orrore che avrebbero provato.

Un compagno si girò verso Graim riprendendolo:

"Slutt å snakke med henne. Kongen er den første som har valg." ****

Non tardò a dargli una risposta secca:

"Jeg vet!" ****

Col passare del tempo la tempesta esplose con tutta la sua violenza. Il vento, con impressionanti raffiche, andava rapidamente aumentando di intensità. Gli uomini disposero la prua della formazione a nave al mare, ma aspettarono, fin quando fu possibile, a diminuire l'andatura. Le onde erano ancora domabili ed i dreki procedevano a gran velocità. Era ormai notte, limpida e livida. Una luce sinistra illuminava il mare bianco, dove onde di sei – sette metri si rincorrevano per aggredire le prue delle imbarcazioni. Poi la straordinaria visibilità del blu fu inghiottita all'improvviso, da un sudario di vele d'acqua, nebulizzate dalla tempesta. Il beccheggio era insopportabile nelle gole tormentate dei crateri delle onde. La paura era sommersa dalla furia del mare, ed era un'impresa riuscire a governare le navi in modo da non farle rovesciare da quel mare tumultuoso. I vichinghi urlavano comandi e frustrazione dettata dallo sforzo di contenere le impavide onde, ripetendo come una liturgia le seguenti parole:

"Når uværet raser voldsomt, heiser du seilet til toppen. Å, hvor glad storm kongen er! Før den til vinden, få den til å fly! Bedre å synke enn å senke! Den som overgir seg, er en slave av frykten."

"Quando imperversa feroce la bufera, issa la vela fino in cima. Oh, com'è felice il re della tempesta! Conducila verso il vento, falla volare! Meglio affondare che ammainare! Chi si arrende è schiavo delle sue paure."

Quando finalmente le acque si acquietarono gli uomini erano allo stremo delle loro forze. Le prime luci dell'alba cominciavano ad intravedersi, sfumando il mare calmo e piatto di un limpido colore rosato. Lo spettacolo era veramente da togliere il fiato. Peccato non se lo potesse godere appieno. Era ancora completamente sconvolta dalla terribile nottata, bagnata ed infreddolita. Aisling era ancora stretta a lei, come una bambina che cercava conforto tra le braccia di sua madre. Sistemò meglio la pelliccia, in modo che avvolgesse entrambe nel suo calore. Mai avrebbe pensato di vivere una tempesta simile in mare aperto e pensare che l'esperienza appena vissuta si potesse ripetere nei giorni successivi, la riempiva di terrore.

Vagò con lo sguardo tra le barche e con sgomento si accorse che mancavano tre ragazze, tra cui Brighid con la sua cagionevole salute.

"State bene Deirdre?"

Come al solito non si era accorta che Graim si era avvicinato. Lo osservò mentre con estrema delicatezza fissava nuovamente le catene al dreki. Sembrava quasi non volesse spezzarla là dove già non ci avesse pensato la tempesta. Lo guardò con gli occhi ancora pieni di cupo terrore e mosse il capo per annuire lentamente.

"Credo di si. Dove sono le ragazze che mancano?"

"Mi dispiace. Aegir e Ran hanno deciso che dovessero far parte degli abissi marini."

Aveva paura di udire esattamente quella risposta. Chiuse gli occhi e si lasciò andare alla disperazione. Calde lacrime rigarono il suo volto, fino a farla sprofondare in un sonno ancestrale.

* Radunate i dreker! Tempesta in arrivo!

** Aegir - È il dio dell'oceano, conosciuto anche con i nomi di Hler o Ymer. Possiede un palazzo in fondo ai flutti, dove ospita le altre divinità. Sposo di Ran (dea che attira ogni cosa verso il fondo del mare), ha avuto da lei nove figlie, le Ondine: Himingläfa, Dufa, Hadda, Hefring, Udur, Hrönn, Bylzia, Bara, Kolga.

*** Attenzione! Ragazze in mare!

**** - Smettila di parlare con lei. Il re è il primo ad avere possibilità di scelta.

- Lo so!

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