Capitolo 4
Atto IV......
Quella mattina la mia mente era un accapigliarsi di pensieri contrastanti e chiamai a casa, in Italia, per avere notizie di mia madre. Rispose mio padre che mi disse che l’indomani l’avrebbero dimessa dalla clinica; quasi mi mancò il respiro dall’emozione e dalla gioia. Chiesi al mio babbo di ritornare e lui mi disse che avrebbe organizzato il mio ritorno entro qualche giorno. Ero al settimo cielo e corsi in piscina per scaricare le mie emozioni.
Nuotai per ore, e mentre, infilato l’accappatoio per recarmi in cucina per mangiare qualcosa sentii un rumore di auto entrare nella villa. Mi affacciai e vidi il Jaguar di Robert, marito di Peggy, e mentre ero seduto al tavolo l’uomo entrò in casa.
Gli raccontai dei miglioramenti di mia madre e lui mi abbracciò forte, con affetto paterno. Mi disse che sarebbe andato a riposarsi un po’ e se avessi voglia nel primo pomeriggio di andare al maneggio a trovare i suoi amati cavalli. Mi sentivo in colpa e riuscivo a malapena a guardarlo negli occhi ma accettai, con entusiasmo.
Il pomeriggio passò velocemente e Robert, che aveva saputo che a giorni sarei tornato a casa, mi disse che a cena saremmo andati al ristorante per festeggiare il mio compleanno imminente, visto che stavo per fare ritorno.
La gioia che avevo dentro non mi faceva pensare ad altro ed i fatti dei giorni precedenti restarono coperti da una coltre di nebbia che si era formata nella mia mente addomesticando le mie emozioni.
Sentii l’auto di Peggy che rientrava mentre nella mia camera mi stavo preparando di tutto punto per la cena al country club... Misi al polso anche l’orologio che avevo ricevuto in dono da Ingrid.
Scesi nel salotto e mentre Peggy e Robert si stavano preparando mi accesi il televisore. Dopo una mezz’oretta li vidi entrare in sala; Robert era elegantissimo e Peggy incredibilmente stupenda, tanto che, forse assalito dai sensi di colpa per ciò che era successo nei giorni precedenti, non riuscivo neanche ad osservarla in tutta la sua bellezza.
La donna si comportava come non fosse mai successo nulla, e dopo pochi istanti salimmo tutti sulla Jaguar di Robert per raggiungere il club. Mi sembrava ancora una volta un sogno e visto come stavano andando le cose mi sentivo baciato dalla fortuna. Avevo notato che Robert guardava il mio polso ed a un certo punto mi disse che non aveva mai notato indossassi un orologio così bello e prezioso.
Non sapevo cosa rispondere ma Peggy mi anticipò e disse al marito che era un dono di Ingrid e che sarebbe stato un dono per il figlio che aveva snobbato. Robert sorrise esclamando che quel ragazzo era davvero viziato e il viaggio continuò sereno.
Tutto procedeva al meglio ed io ero ignaro che quella sera sarebbe stata un incubo...
