Libreria
Italiano

Una lenta discesa verso l'inferno

116.0K · Completato
Massimo eros
60
CapitolI
2.0K
Visualizzazioni
9.0
Valutazioni

Riepilogo

Storia di un gigolò ...... In questo libro,tratto dalla mia storia personale, vi farò entrare in un mondo che è stato mio sino dalla mia adolescenza..una storia di vita..di passione. Quello che leggerete è tratto da una storia vera! Se offende il vs pudore siete pregati di non proseguire: chi invece è interessato a seguire questa storia lo faccia partendo dal primo atto. Il percorso raccontato vi porterà a fare un viaggio dalla perdizione alla spiritualità.

SessoAmoreViolenzaOneshotDrammaticoPassione18+BDSMPossessivoRagazzoRagazza

Capitolo I

ATTO I........

Gli anni 80' stavano finendo, scusate..mi presento.. Il mio nome è Randy.

Erano gli anni della "Milano da bere" e per un quindicenne come ero io all' epoca, il mondo si stava aprendo davanti ai miei occhi colmi di meraviglia e stupore. Provenivo da una famiglia agiata e Milano offriva molto.

Ricordo, come fosse oggi, una limpida giornata di primavera e mentre mi preparavo per uscire la mia attenzione fu attirata dallo squillo del telefono e dalle parole di mia madre che parlava con il suo medico.

Una doccia fredda...: In quel momento capii che la mia amata mamma aveva un serio problema di salute e rinunciai ad uscire turbato da ciò che avevo sentito. Per la prima volta nella mia vita comparivano nubi minacciose all'orizzonte e il turbamento prese ben presto il posto della serenità nel mio cuore.

Ricordo bene l’ora della cena e tutta la mia famiglia riunita. Quella sera mia madre e mio padre parlarono con me e mio fratello che attoniti e storditi non riuscimmo nemmeno a proferir parola.

Di lì a pochi giorni mia madre avrebbe dovuto operarsi d’urgenza per una neoplasia molto invasiva; Mio Dio pensai trattenendo il nodo in gola! I giorni che precedettero l’intervento furono devastanti per me......

Il fatidico giorno arrivò presto e la sera prima mi presentai in clinica con un mazzo di rose bianche e abbracciai la mia amata madre con le lacrime agli occhi. Il giorno dopo non riuscirò mai a scordarlo! Non andai a scuola e rimasi incollato vicino al telefono.

L’intervento terminò verso le 15 e mio padre ci avvisò che tutto era andato bene. Il cuore mi si allargò e la gioia prese il posto della paura. Alle 18 mi portarono a vederla e l’abbracciai forte forte prima di tornare a casa.

Con mio padre c' era un rapporto di timore e rispetto, e cenare senza la presenza di mia madre mi dava un tremendo senso di vuoto..... Ricordo anche quel dopocena davanti alla TV; mio padre si alzò e si diresse nel suo studio per rispondere ad una telefonata e io che abbassando il volume udii tutto pietrificato.

A mia madre restavano pochi mesi di vita e lo realizzai in quel momento; avrei voluto morire perché certe cose pensiamo possano succedere solo agli altri o nei film.

In questi momenti la tua vita cambia,anzi è già cambiata, e cerchi qualcosa in cui credere, in cui sperare.

L.involucro nel quale giacevi sicuro magicamente si rompe e ogni tua certezza non esiste più...

I giorni a seguire un inferno!

I medici consigliano a mio padre di allontanarmi un po' per non vederla soffrire e vengo mandato nei pressi di Londra per una vacanza studio.

Ricordo solo la sofferenza di quei giorni illudendomi forse che fossi dentro ad un brutto sogno; soggiornavo presso una famiglia borghese composta da Robert, un uomo d'affari della City, e da Peggy,una donna molto bella mercante d'arte.

Robert era un uomo distinto e freddo.. Peggy una donna sui cinquant'anni premurosa e amorevole.. lunghi capelli dalle rosse tonalità e dall'incarnato della pelle bianchissimo.

Ero un adolescente sportivo e questo mi aiutava a trascorrere quelle lunghe giornate senza pensare troppo a quello che stavo vivendo quasi a rinnegarmi; la casa di Robert e Peggy era stupenda e nella zona sotterranea avevano creato una specie di SPA con annessa piscina.

Ogni sera nuotavo per ore e mi allenavo in palestra...

Spesso Peggy scendeva a guardarmi ed a volte nel silenzio ci si parlava con gli occhi.

Quella presenza materna mi infondeva sicurezza.

Robert andò a New York per qualche giorno per affari facendomi sentire l'ometto di casa. Aspettavo l' ora di cena per indossare gli abiti più belli che possedevo e quando Peggy varcava la soglia della sala da pranzo diventavo paonazzo e ammiravo la sua elegante bellezza.

Mi sentivo come un liceale al suo primo appuntamento ignaro del fatto che anche Peggy notava il mio stato d'imbarazzo.

Quasi ogni sera dopo aver cenato ci recavamo in salotto a guardare la televisione...; Quella sera ero particolarmente felice perché avevo appreso da una telefonata precedente, che mia madre era in netto miglioramento.

Prima di cenare avevo fatto una nuotata e mi ero accorto che Peggy mi osservava senza parlare..., mi sentivo protetto e lusingato allo stesso tempo; e quando ci recammo a cena mi sentivo turbato senza neanche proferire una parola ma osservando Peggy che parlava..la forma delle sue labbra dipinte da un rossetto di un rosso acceso.

Indossava una camicia in seta bianca e la sua pelle era bianca e lentigginosa, il seno prosperoso sembrava il miraggio di un oasi nel deserto. Ricordo il suo profumo,un essenza che ricorda Narciso Rodriguez, e i miei occhi non riuscivano a distaccarsi dalla bellezza di quella donna.

Finimmo di cenare e ci sedemmo uno accanto all'altra sul divano Chesterfield di quell'elegante salotto.