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Cap. 3

Soo Ah era stato chiamato da suo padre per incontrare il tizio che pensava fosse la soluzione alle minacce che aveva ricevuto.

In realtà erano già parecchi mesi che qualcuno si divertiva ad augurargli la morte ma lui non gli aveva mai dato molta importanza e se il suo manager non avesse avvisato suo padre questa volta, troppo preoccupato per la piega che stavano prendendo le cose, la situazione non si sarebbe complicata in questa maniera, con il ricatto di dover accettare una guardia del corpo personale se voleva continuare a vivere da solo e a fare il modello, insomma, continuare con la sua vita così come la voleva lui.

Infatti suo padre avrebbe voluto che seguisse le sue orme nella sua compagnia ma Soo Ah non voleva intralciare in alcun modo suo fratello maggiore che stava già svolgendo un ottimo lavoro nel succedere al loro padre negli affari e che mostrava già segni di gelosia nei suoi confronti sin da bambino.

Soo Ah pensava che il suo atteggiamento era dovuto al fatto che era figlio della seconda moglie di suo padre e da piccolo aveva fatto di tutto per farsi accettare da lui ma non aveva ottenuto i risultati sperati e il giorno in cui suo fratello, Min Soo Jin, aveva scoperto della sua omosessualità, le cose si erano definitivamente incrinate.

La sua era la classica famiglia tradizionalista coreana patriarcale e gerarchica e un membro come lui poteva recare vergogna e parecchi pettegolezzi nella loro casa e sin da piccolo Soo Ah aveva sofferto tenendo nascosto il suo vero io fino a quando non aveva capito che fingere ulteriormente lo avrebbe portato alla follia e ne aveva parlato a suo padre e suo fratello durante una cena.

Fortunatamente suo padre, nonostante la sua età matura e i principi tradizionalisti della sua educazione, aveva dimostrato che lo amava più di ogni altra cosa e faceva di tutto per proteggerlo dal giudizio sociale, anche se Soo Ah sapeva quanto era difficile per lui vedere infranto il suo sogno di una vita 'normale' per il suo amato figlio, secondo la sua obsoleta visione di normalità ovviamente.

Per questo Soo Ah lo aveva amato ancora di più, sebbene già il loro legame fosse molto forte sin dai tempi dell'infanzia, quando dopo la prematura morte della giovanissima madre di Soo Ah, il signor Min lo aveva cresciuto da solo, seguendone ogni momento della sua infanzia nonostante i notevoli impegni di uomo d'affari e Soo Ah avrebbe fatto di tutto per lui.

E poi a dodici anni c'era stato quel terribile avvenimento...

Ma Soo Ah non ne parlava mai, voleva solo dimenticare...

Adesso si trovava nel salone di casa di suo padre e guardava quella guardia del corpo che sembrava non mostrare alcun senso di reverenza e sembrava freddo come il ghiaccio mentre stava in piedi con le gambe divaricate, sovrastandolo con la sua altezza non comune.

" Non credo di essere la persona giusta per questo incarico, signore" stava dicendo con una indifferenza che colpì Soo Ah come uno schiaffo. Quell'uomo lo stava rifiutando, nessuno mai aveva mostrato indifferenza nei suoi confronti come stava facendo lui in quel momento.

" Non posso costringere nessuno a lavorare per me. Lei è libero di andare signor Park " sentì dire a suo padre e poi lo vide inchinarsi e voltarsi.

Non poteva permettergli di andare via così, quell'uomo lo aveva incuriosito abbastanza da fargli cambiare idea, voleva lui come guardia del corpo e nessun altro.

"Aspetti un momento" e aspettò che si voltasse per potere guardare i freddi occhi di quel viso virile.

" Accetto di collaborare, ma voglio lei come guardia del corpo".

" Io non credo che ci siano i presupposti " rispose Ji Woo.

" Signor Park, parliamone come un padre può rivolgersi a un figlio. Io sono molto preoccupato per Soo Ah e sebbene io sappia che non ha un carattere facile, mi fido di lei. La prego di ripensarci" intervenne il signor Min.

Ji Woo lo guardò e sebbene la sua compostezza non fosse per niente scalfita il suo era lo sguardo di un padre addolorato, come se ci fosse qualcosa di più in ballo. Lui non aveva avuto un padre come lui, il suo ricordo era quello di un padre distante e severo fino alla sua morte che era avvenuta qualche anno prima e si ricordava come da bambino anelava un affetto che non c'era in e che trovava però in sua madre, una donna buona ma succube del marito.

Vedere un uomo potente come il signor Min sinceramente preoccupato per quel figlio altero e insolente gli mosse qualcosa dentro.

" Signor Min, ho molto rispetto per lei e ciò mi porta ad accettare la sua richiesta. Spero però di essere messo nella condizione di poter fare il mio lavoro al meglio in modo da non doverla deludere" e guardò Soo Ah negli occhi per fargli capire che ciò dipendeva da lui.

Il signor Min si avvicinò a Ji Woo e gli poggiò una mano sulla spalla e sorridendo leggermente disse:

" Grazie signor Park, lei è una brava persona. Le affido la cosa più preziosa che ho, mio figlio. Ne abbia cura "

' Ne abbia cura...' quelle parole gli fecero uno strano effetto poi Ji Woo inchinò la testa una volta in segno di rispetto e assenso e rimase in silenzio, quell'uomo in qualche modo gli aveva toccato il cuore.

" Signor Park... solo una richiesta: io cercherò di abituarmi a lei e a non intralciarla nel suo lavoro ma non voglio lasciare il mio appartamento " intervenne a quel punto Soo Ah.

Ji Woo lo guardò negli occhi e sembrò provare irritazione al solo guardarlo mentre rifletteva.

" Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni, se non ci saranno più le condizioni per restare lì, lei dovrà trasferirsi" disse poi.

Soo Ah ci pensò un attimo poi annuì senza dire nulla.

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