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Capitolo 4

Fu il delirio.

Dopo essere stato registrato nell’ufficio reclutamenti avevo impiegato quasi due ore per raggiungere la mia postazione, centinaia di persone sedevano esattamente ai loro posti e, come me, attendevano tremanti la prima scrematura.

Era solo il primo turno, gli altri avrebbero avuto luogo esattamente al termine del tempo assegnato a noi.

Da quello che avevo scoperto le prove sarebbero durate per tutto il giorno.

La notizia buona, però, era che, se fossi passato il turno lo avresti saputo subito, in caso contrario non ti restava altro che richiamare il taxi e ritornare sui tuoi passi.

Mi guardai intorno osservando, sgomento, le facce di tutti i candidati. La maggior parte erano ragazzi come me, pieni di speranza e aspettative, ma ce n’erano altri che sembravano molto più scaltri ai miei occhi, o forse era solo la mia impressione.

Una signorina ben vestita fece il suo ingresso e si andò a posizionare nel centro della sala, proprio dove era ubicato un microfono e una scrivania piena di scartoffie.

Il silenzio avvolse la sala, che era stata allestita come un’aula universitaria.

“Benvenuti al Seven Days signori, fra poco più di dieci minuti avrà inizio il test generale, chi sarà in grado di superarlo accederà direttamente a quello successivo, ma solo se raggiungerà il 95% del punteggio indicato sul test stesso. Coloro i quali non raggiungessero il minimo punteggio richiesto, dovranno lasciare immediatamente il concorso. Grazie a tutti e buon lavoro!”

Un applauso d’obbligo accompagnò la donna che iniziò a distribuire i test, aiutata da altre due che erano comparse al’improvviso.

L’agitazione iniziò a prendermi, mi guardai intorno studiando i volti degli altri, erano anch’essi tirati, pallidi e preoccupati, come del resto lo ero io.

Finalmente il test arrivò sul mio piano, ero distante quanto bastava da non poter vedere quello degli altri, ma nel momento in cui alzai il viso uno dei candidati colse il mio sguardo, la sua voce mi giunse un po’ ovattata, “Sono tutti diversi, non preoccuparti nessuno potrà copiare.” È giusto” dissi, ammiccando in segno di ringraziamento.

Un groppo alla gola risalì improvviso non appena iniziai a leggere le domande a quiz, non erano per niente semplici, capii subito che dovevo assolutamente concentrarmi al massimo.

Impiegai esattamente un ora e trenta minuti a terminare e fui il quarto a consegnare.

Mi dissero di aspettare in una saletta, presto mi avrebbero fatto sapere.

Passò una mezz’ora e fui chiamato a gran voce.

“Luke Bauer?”

“Sì” “E’ passato. Il suo punteggio è stato il 99%, venga con me” ordinò, non riuscii nemmeno ad esultare dalla gioia perché nel giro di pochi minuti assistetti a scene inverosimili.

Ragazzi disperati in lacrime, arrabbiati e furiosi, se ne stavano dall’altra parte della sala, come se avessero contratto la lebbra, mentre un piccolo gruppo era diretto proprio verso di me.

La signorina, non appena ci fummo raggruppati, alzò la mano per zittirci, poi la sua voce risuonò secca e precisa.

“Siete rimasti in cinquanta in questo turno, presto anche gli altri termineranno; pertanto, vi invito a prendere già posto per la prova successiva, seguitemi prego.”

Non c’era un attimo di tregua, come un branco di pecore seguimmo la ragazza completamente in silenzio, già concentrati per la prova successiva, di cui nessuno sapeva nulla.

Mi sentivo in un limbo, sospeso tra ansia e paura, ma conscio che il primo passo era stato superato, eppure questa seconda prova sarebbe stata ancora più difficoltosa.

Un tremore diffuso iniziò a divorarmi non appena presi posto in un'altra sala, forse dipendeva dal fatto che eravamo rimasti in cinquanta e che solo dieci avrebbero potuto accedere alla prova successiva.

Solo dieci.

La ragazza, prima di distribuire le ulteriori prove, ci mise al corrente delle modalità dei punteggi e fu in quel momento che capii il motivo del mio tremore.

Solo quelli che avessero ottenuto il 100% sarebbero passati, gli altri sarebbero tornati a casa.

“E se fossimo in undici?” chiese un ragazzo piuttosto robusto con un paio di occhiali antidiluviani, “Conteranno anche i tempi di consegna, chi raggiungerà il 100% e consegnerà prima avrà accesso, l’undicesimo o il dodicesimo che ottenesse comunque il punteggio massimo e consegnasse successivamente al decimo ammesso, tornerà a casa” chiarì la donna.

“Capisco” replicò mesto.

Cominciai a sudare, la cosa si stava rivelando difficile e complicata ma era giusto che fosse così, dopotutto me l’aspettavo.

Finalmente ebbi la prova davanti agli occhi, cercai una concentrazione che tardava ad arrivare perché, più leggevo le domande, più mi rendevo conto che non ce l’avrei fatta.

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