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Seven Days

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Alexandra Steel
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Riepilogo

Seven Days è una grande opportunità, è un sogno, ma è anche la sfida più difficile per ottenere un posto di lavoro prestigioso nella Compagnia del famoso Jade Forrester, l’uomo d’affari più affascinante ed eclettico del Show Business. Luke Bouer, talentuoso laureato, dopo aver fatto coming out ed essere stato rifiutato dal padre, ci prova partecipando alle selezioni assieme a centinaia di altri candidati, ignaro di ciò che il futuro ha in serbo per lui. Chi vincerà trascorrerà sette giorni a stretto contatto con Jade Forrester e potrà fare l’esperienza più travolgente della sua vita. Ma Jade non è un uomo comune, non è lo stereotipo del manager, lui è l’eccesso, la trasgressione e la follia pura. Chi resisterà al suo fascino magnetico e saprà interpretare ogni suo ordine nella giusta misura, potrà aspirare ad un posto di lavoro a sei zeri, ma potrà anche perdere il senno, la ragione e trasformarsi in un involucro di carne e sangue senza più prospettive. Eppure quell’uomo ha un segreto, un segreto che saprà cambiare il destino di entrambi.

CEOMiliardarioSegretiSessoLGBTBoyxBoyBadboy

Capitolo 1

Ogni esperienza porta con sé un pezzo della nostra vita, spetta a noi coglierla, farla nostra, e vivere fino in fondo gli insegnamenti che ne sono scaturiti.

Ma ci vuole coraggio ad accettarli, talvolta sono in grado di annientarti, di piegarti, fino a trasformarti in un essere sconosciuto di cui non sapevi nulla.

Un essere in grado di scegliere davvero cosa sperimentare, un essere capace di spingersi là dove nessuno prima aveva osato fare, un essere che ha capito che la vita va vissuta fino in fondo, accettando ogni conseguenza, superando ogni ostacolo, cadendo e rialzandosi continuamente, perché ciò che ci appartiene da sempre non può esserci portato via, non deve esserci sottratto, e non è possibile che ci venga nascosto.

Noi abbiamo avuto in dono il libero arbitrio, è il nostro timone, spetta noi indirizzarlo dove vogliamo che arrivi, solo a noi.

Oggi, quel ragazzo che ero, ha lasciato il posto all’uomo che sono.

Il mio nome è Luke Bouer e questa è la mia storia.

Il sabato mattina, un tempo tanto amato perché portatore di riposo e di infinite dormite, aveva perduto il suo fascino sublime da quando ero rimasto senza lo straccio di un lavoro.

Mi ero laureato in marketing e design ma avevo trovato solo un impiego in un sudicio call center per un contratto di soli sei mesi, poi più niente.

Ora quel giorno così speciale si era trasformato in un giorno come un altro, per uno come me che stava perdendo la speranza nel futuro.

Un giorno come un altro.

Eppure, una flebile fiammella, che aveva più l’aria di una remota speranza, si era mantenuta accesa, ma quest’attesa lunga e spietata mi stava consumando, dilaniando, rendendo i tentativi di non cedere allo sconforto, deboli e fiacchi.

Ero in trepidazione per una telefonata che, con tutta probabilità, sarebbe stata solo portatrice di cattive notizie, o forse no, forse sarebbe stata la fase iniziale di un nuovo capitolo della mia vita, fatto di esperienze nuove e travolgenti.

Bah…era inutile pensarci, presto lo avrei saputo.

Avevo tentato il colpaccio, quello che ti fa sperare ancora nel futuro, quello che ti tiene sveglio la notte vorticando nella tua mente, facendo fremere ogni poro della tua pelle, ben consapevole però che ci sarebbe stato un prezzo molto alto da pagare, un prezzo che mi avrebbe allontanato dalla mia famiglia.

Oltreoceano, esattamente a New York, era giunta una notizia a dir poco incredibile e allo stesso tempo estasiante.

Dopo ben 25 anni avrebbe ripreso corpo il famoso Seven Days, la più ghiotta occasione per tutti coloro che covavano il desiderio di misurarsi col destino.

Seven Days era una grande opportunità, ma era anche la sfida più difficile per ottenere un posto di lavoro prestigioso nella Compagnia del famoso Jade Forrester, l’uomo d’affari più affascinante ed eclettico dello Show Business, ed io avevo fatto domanda per essere selezionato.

Jade Forrester aveva estratto il suo coniglio dal cilindro facendo guadagnare cifre esorbitanti alla Compagnia prestigiosa in cui lavorava, e c’era stata solo una spiegazione per questo: era un uomo capace, intuitivo e lungimirante.

Era stato in grado di far crescere l’affascinante mondo della moda maschile, superando dopo anni quello femminile.

C’erano infatti due maniere, non necessariamente in contraddizione, per capire la curiosa e irrefrenabile ascesa del fenomeno della moda chiamata «senza genere» e Jade Forrester ci era riuscito applicandole entrambe.

Il modo pragmatico, o addirittura cinico, di operare da parte di quell’uomo stravagante ed eclettico, lo aveva portato a comprendere come il miliardario giro d’affari globale della moda maschile era, ormai da più di cinque anni in crescita nettamente più rapida di quello femminile, e lui ci aveva guadagnato alla grande.

Avevo sempre pensato che i ricchi credessero in sé stessi, e tutti i milionari avessero in comune l’incrollabile fiducia di essere in grado di vendere le proprie idee meglio degli altri, usando la propria creatività per fare soldi, facendo appunto le cose che amavano fare, io di idee ne avevo avute tante, credendo sempre in me stesso, ma non era stato sufficiente a fare nulla.

Mancava il coraggio di rischiare, di mettersi in gioco davvero, e questa opportunità mi era sembrata un tram, un tram che passava una sola volta nella vita.

E allora ci avevo provato!

Avevo inserito nella busta il mio curriculum, allegando una bella foto e l’avevo imbucata senza pensarci.

Ecco perché l’attesa di quella telefonata mi stava rendendo ansioso, se mi avessero accettato nella selezione, la mia vita, forse, sarebbe cambiata.

Un passo per volta era il mio motto, un passo per volta, poi se fossi entrato come candidato mi sarei giocato tutto.

Il Seven Days era un concorso unico e molto raro, anche Jade lo aveva fatto venticinque anni prima ed aveva appunto ottenuto il posto

Il suo tempo, ormai, volgeva al termine, il Seven Days serviva appunto a selezionare il futuro sostituto, colui che avrebbe preso il suo posto, unico problema e non da poco, sarebbe stato il numero dei candidati.

Degli oltre tremila curriculum ricevuti, solo trecento sarebbero stati selezionati e di questi trecento, dopo il colloquio, ne sarebbero stati presi soltanto venti.