Chi sei?
Amanda fece finta di nulla e le sorrise.
"Andiamo, che arriviamo in ritardo! La prossima volta ti ascolterò, come sempre, ma oggi non sono proprio in vena di truccarmi. Spero che non ti dispiaccia…" disse con tono leggero.
"Certo che non mi dispiace. Era solo un consiglio… Ti voglio bene," ribatté Jessica, mascherando a fatica il fastidio.
Amanda, però, non si lasciava più ingannare.
Guardava Jessica e vedeva ormai solo falsità.
E questa volta, non aveva alcuna intenzione di farsi prendere in giro.
"Ok, allora andiamo," disse, senza lasciare trasparire nulla.
Appena uscite dalla porta, una Mercedes Maybach Exelero si fermò davanti a loro.
L'autista scese rapidamente e aprì la portiera.
"Signorina, dove siamo diretti?" chiese con cortesia.
"Alla clinica San Rafy," replicò Amanda con naturalezza.
Durante il tragitto in auto, calò un silenzio carico di tensione.
Jessica avvertiva qualcosa di diverso in Amanda: un'aura nuova, più sicura, più potente.
E questo le incuteva un'inquietudine che cercava invano di soffocare.
"Avrà scoperto qualcosa?" pensò con ansia.
"No... impossibile," si rassicurò.
Alla fine, fu Jessica a rompere il silenzio:
"Hai già pensato a cosa farai, se sarai davvero incinta? Devi ancora finire l'ultimo anno di studi... Ma questo bambino non ha colpa, mi dispiacerebbe se tu..."
"No, non ho ancora deciso," la interruppe Amanda, in tono secco.
In realtà, dentro di sé, era pensierosa.
Si chiedeva come Jessica potesse fingere preoccupazione, sapendo che in futuro avrebbe tentato di uccidere sia lei che il bambino.
Poco dopo, l'auto si fermò davanti alla clinica.
Le due ragazze scesero.
All'ingresso principale, un ragazzo stava già aspettandole.
Joshua vide Jessica accompagnata da una stupenda ragazza che non riconobbe subito.
Si incamminò verso di loro, incuriosito.
"Jessica, chi è questa ragazza? Non mi presenti?" chiese sorridendo.
Ma Amanda fu più veloce:
"Ciao, Jo!" esclamò, radiosa.
Per un attimo Joshua rimase impietrito.
Quella voce… quella voce la conosceva.
La confusione si dipinse sul suo volto, poi finalmente reagì:
"Ciao Amanda! Non ti avevo riconosciuta!"
Dentro di sé, Joshua faticava a mettere insieme i pezzi.
L’Amanda che ricordava era ben diversa: goffa, nascosta sotto strati di trucco pesante, quasi ridicola.
La ragazza davanti a lui, invece, sembrava una creatura uscita da un sogno: bella, naturale, luminosa.
"Tranquillo," rispose Amanda, sorridendogli. "Anzi, grazie per essere venuto e per aver preso l’appuntamento per me."
I tre si incamminarono verso il reparto di ginecologia.
In effetti, la clinica era di proprietà del padre di Joshua.
Amanda e Joshua si conoscevano dai tempi del liceo; erano sempre stati buoni amici.
Lei ricordava bene che più volte, negli anni, Joshua aveva cercato di metterla in guardia contro Jessica.
Ma allora era troppo cieca per vedere quello che ora era così evidente.
Mentre avanzavano lungo i corridoi bianchi, Joshua non riusciva a distogliere lo sguardo da Amanda.
Sembrava impossibile che fosse la stessa persona.
Notava anche gli sguardi esterrefatti delle persone che incrociavano.
Jessica, invece, camminava a fianco a loro, divorata dall’invidia.
Aveva scelto per l’occasione un vestito esclusivo, in edizione limitata, firmato da uno stilista di fama mondiale.
Eppure, tutti gli occhi erano puntati su Amanda.
Era furiosa.
Guardava la sua amica con occhi carichi di odio.
"Spero che sia incinta," pensò, stringendo i denti, "così finalmente tutti vedranno che razza di persona è davvero!"
