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Risvegliarsi 9 mesi prima

Tutta tremante, Amanda si risvegliò nel suo letto.

Per un attimo credette di essere morta, ma presto si rese conto che l’universo le aveva concesso una seconda possibilità.

Una possibilità per cambiare il suo destino.

Ricordava ancora chiaramente: mentre la vita le scivolava via, una forza l’aveva trascinata all’indietro, nel tempo.

E una voce, dolce e decisa, le aveva sussurrato:

"Non è ancora la tua ora."

Ora si trovava esattamente nove mesi prima.

Nel giorno in cui avrebbe scoperto di essere incinta.

Con il cuore che batteva forte, si vestì in fretta: sapeva che da un momento all’altro sarebbe arrivata Jessica.

Quel giorno, nella sua vecchia vita, Jessica l'aveva accompagnata in ospedale per il test di gravidanza.

Infatti, nemmeno pochi minuti dopo, bussò la cameriera.

"Signorina, è arrivata la sua amica. La sta aspettando al piano di sotto," annunciò.

"Va bene, arrivo subito," rispose Amanda, cercando di mascherare la tempesta di emozioni che aveva dentro.

Non vedeva l’ora di ottenere la sua vendetta.

Ma sapeva che non doveva essere precipitosa.

Doveva agire con intelligenza, pianificare tutto con cura, e ridare a Jessica tutto quello che si meritava... servito su un piatto d'argento.

Questa volta, non avrebbe sprecato la sua vita.

Scese le scale con passo sicuro.

Vide Jessica, vestita con un abito bianco di una casa di moda prestigiosa — un abito che Amanda stessa, ingenuamente, le aveva confidato di desiderare.

Ora lo indossava lei.

Amanda si chiese come avesse potuto, nella sua vita precedente, non vedere il vero volto di quella donna.

La salutò con un sorriso perfetto, nascondendo la furia che ribolliva nel suo cuore.

"Ciao! Ma quanto sei bella oggi!" esclamò, con tono entusiasta.

"O mio Dio! Ma questo è il vestito di J! Come hai fatto a ottenerlo? So che in tutto il paese ce ne sono solo cinque!"

Jessica si preparò a rispondere, gongolando per l'invidia che sperava di leggere sul volto di Amanda.

Ma appena la guardò più attentamente, esitò.

Il suo sorriso si incrinò per un attimo.

Amanda non era truccata.

Jessica cercò di nascondere il fastidio che le montava dentro.

"Ciao, Amanda... come mai oggi non sei truccata?" chiese, cercando di mantenere la voce calma.

Amanda rispose con semplicità disarmante:

"Oggi ho caldo, e tutto quel trucco mi fa sentire soffocare. Spero che non ti dispiaccia se esco così, naturale."

Jessica serrò i pugni, ma si sforzò di sorridere.

Non voleva che Amanda uscisse senza trucco.

Non voleva che si vedesse la sua bellezza autentica.

Sapeva, meglio di chiunque altro, che Amanda era una delle donne più belle che avesse mai visto.

Ed era proprio per questo che, per anni, aveva cercato di oscurarla in ogni modo possibile.

Alla fine, riuscì a mascherare il disappunto e rispose, con voce fioca:

"Ma certo, puoi uscire come preferisci... anche se, secondo me, il rosa ti dona molto.

Non hai nemmeno messo il fondotinta che ti ho regalato!

L’avevo scelto con tanta cura, pensando a te..."

Amanda trattenne un sorriso amaro.

Ora sapeva la verità.

Ora capiva.

Quel fondotinta non era mai stato pensato per valorizzarla.

Era stato scelto per spegnerla, per mascherare la sua bellezza sotto strati di colore pesante.

Ma Amanda non poteva ancora rivelare di aver capito il gioco.

Non ancora.

Così si limitò a sorridere e a fingere ingenuità, trovando una scusa leggera:

"Non ti preoccupare, magari la prossima volta lo metterò."

Dentro di sé, però, una promessa silenziosa si scolpiva già nel suo cuore.

Questa volta, sarebbe stata lei a giocare.

E Jessica non avrebbe mai visto arrivare la sua disfatta.

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