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Cap. 4 Punizione

Quel ragazzino non era altro che un damerino, un ricco e viziato figlio di papà che non aveva mai nemmeno dovuto sparecchiare il suo piatto, che vestiva marchi prestigiosi, proprio come adesso che indossava una camicia e un paio di pantaloni che, sebbene adesso sgualciti e sporchi, apparivano perfettamente cuciti sulla sua figura slanciata e con ai piedi un paio di mocassini italiani che costavano quanto due mesi del salario di uno dei suoi uomini.

Ma quello che non si aspettava affatto era quell'espressione ostinata su quel viso delicato e ancora tenero e quella bocca piccola ma dalle labbra piene era adesso stretta in una piega dura.

A quanto pare sarebbe stato un po' più difficile di quanto avesse pensato poterlo piegare, aveva l'orgoglio di uno che non aveva mai dovuto piegare la testa nella sua intera vita, ma non l'avrebbe costretto a prostituirsi, non aveva mai costretto nessuno a fare quella vita e mai lo avrebbe fatto, ma avrebbe reso la sua vita talmente impossibile che alla fine avrebbe preso la via più facile e lo avrebbe fatto spontaneamente.

Dopo un lungo momento di riflessione parlò di nuovo.

" Sei sicuro della tua decisione?"

Liang vide il ragazzo alzare il mento mentre lo guardava con ostilità.

" Si, preferisco fare il servo che farmi mettere le mani addosso da qualche pervertito"

Ci fu un leggero mormorio tra la schiera di uomini che fu subito messo a tacere dallo sguardo freddo di Liang.

" Molto bene ... La decisione è presa " disse poi lui e con un cenno della mano fece avvicinare una donna con indosso un uniforme da cameriera che in mano portava degli indumenti piegati.

" Slegategli le mani" disse agli uomini accanto a lui e loro lo fecero.

Tim si massaggiò i polsi e le braccia sentendo un senso di sollievo dopo essere stato legato cosi a lungo.

" Indossali" disse Liang indicando i vestiti che aveva portato la cameriera di prima.

Tim fece per prenderli ma Liang parlò nuovamente.

" Qui " disse con uno sguardo freddo come il ghiaccio.

Tim alzò la testa di scatto.

" Mi devo spogliare qui? Adesso?" chiese attonito.

" Non amo ripetermi, spogliati!"

Il ragazzo sembrò guardarsi attorno atterrito e Liang lo trovò insolito per un ragazzino libertino come lui ma la cosa era anche alquanto soddisfacente perché ciò gli avrebbe permesso di umiliarlo.

" No! Non lo farò qui" disse scuotendo la testa.

Allora Liang fece un semplice cenno con la testa e in un batter d'occhio gli uomini accanto a lui gli afferrarono i vestiti e glieli strapparono di dosso lasciandolo solo con indosso i suoi boxer aderenti e scuri.

Da vestito sembrava sottile ed elegante ma una volta nudo il suo corpo appariva di una di quelle statue greche che raffiguravano i satiri danzanti, notò Liang con sorpresa, era tonico e succoso nei punti giusti e a notarlo non era stato solo lui a giudicare dagli sguardi lussuriosi di alcuni suoi uomini che si soffermavano sul suo corpo mentre lui cercava di coprirsi con le nude mani.

" Rivestiti!" disse perentorio e lo vide afferrare i vestiti che la donna gli porgeva con irruenza e mentre si rivestiva gli lanciò uno sguardo furioso e i suoi begli occhi scuri come il carbone brillavano di lacrime.

****

Quando a Tim fu permesso di ritirarsi nella sua stanza era già notte.

Venne riportato in quella cella nei sotterranei dove era stato rinchiuso la notte precedente che non si reggeva più in piedi.

Aveva dovuto fare lo schiavo per ogni cameriera che incontrava, pulendo gabinetti, strofinando pavimenti, trasportando secchi pieni d'acqua... quelle donne erano evidentemente state istruite in tal senso ma sembrava che ci provassero piacere a farlo correre su e giù per la villa.

Era così stanco che non sentiva più di avere una vita propria ma il suo corpo andava avanti per inerzia.

Quando raggiunse la sua cella la guardia che lo aveva accompagnato chiuse la porta a chiave e se ne andò.

Per prima cosa si tolse i vestiti che quell'essere terribile lo aveva costretto ad indossare, il tessuto era così rigido che gli graffiava quasi la pelle, poi si diede una rinfrescata per quanto possibile in quel piccolo lavabo nell'angolo e si gettò a terra su quell'unica coperta che aveva come giaciglio cadendo in un sonno pesante e senza sogni, solo poco prima di addormentarsi il pensiero volò a Korn... solo il saperlo al sicuro gli dava la forza per resistere a tutto questo.

****

Erano passati quattro giorni, Liang stava aspettando che quel ragazzino perverso e viziato gli si gettasse ai piedi e lo pregasse di salvarlo dai quei lavori forzati, ma ciò non avveniva ...

Lo aveva osservato da lontano venire maltrattato dalle camereriere e dai suoi uomini che gli facevano fare letteralmente tutto ciò che di più pesante potessero trovare e lui silenziosamente eseguiva e la cosa lo aveva lasciato perplesso, quanto tempo ancora avrebbe resistito?

In quel momento era di ritorno da una missione con i suoi uomini ed entrando dall'ingresso principale vide immediatamente il pavimento bagnato e Tim in ginocchio che strofinava il pavimento con una spazzola. Quando entrò assieme ai suoi uomini attraversando il grande atrio con i loro anfibi infangati, il pavimento bagnato fu ricoperto da una miriade di impronte marroni lasciando allibito Tim che era inginocchiato su quel pavimento da un'ora.

Le ginocchia e la schiena gli dolevano e le dita sembrava quasi consumarsi a furia di strofinare e adesso doveva ricominciare tutto da capo!

In un moto di rabbia spinse il secchio pieno d'acqua che si riversò per terra.

Tim vide l'uomo/tigre che era appena passato davanti a lui, ritornare indietro e seppe che era spacciato...

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