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La dolcezza di lui

Dopo l'appuntamento al bar con Anthony, io e Ethan lo portammo all'Hotel Marriott, uno dei migliori a Varsavia.

Tornando Ethan mi propose di uscire insieme a passeggiare nella Città vecchia di Varsavia ed io accettai.

Tornammo a casa per cambiarci i vestiti, decisi di farmi una doccia veloce e truccarmi.

Scesi giù, nel salone mi aspettava Ethan.

"Eri bellissima ieri, sei ancor più bella oggi."

La dolcezza di lui era stravolgente, se l'avessi conosciuto prima di Sergio me ne sarei innamorata pazza.

"Grazie, anche tu stai davvero bene" risposi.

Salì in macchina, stavolta prese una diversa, una Lucid Air.

Questo ragazzo non smetteva di stupirmi, aveva le macchine di lusso che la maggior parte della gente poteva solo sognare ma si comportava normalmente come se questo non importasse.

Arrivati alla Città vecchia, camminammo tra la folla di gente tenendoci per mano come una vera coppia, ridevamo e scherazavamo.

"Ethan guarda! un negozio di souvenir!"

Lo tirai ridendo, volevo comprare qualcosa che mi ricordasse questa uscita insieme. Tra gli scaffali trovai dei portachiavi a forma di cuore con lo sfondo di Varsavia e la scritta Her e uno con scritto His, comprai entrambi e diedi Her a lui in modo che si ricordasse di questo momento.

Ethan guardava quel portachiavi con un sorriso dolce e abbracciandomi disse "Grazie, con te anche le piccole cose sembrano davvero grandi."

Lo baciai, stavolta lo feci senza rimpianti e abbandonai la sensazione di fare qualcosa di sbagliato. Dovevo andare avanti nonostante tutto, non potevo per sempre rimpiangere ciò che non tornerà mai più.

Ethan era davvero felice, lo si leggeva negli occhi ed io insieme a lui. Era da tempo che non sentivo una tale leggerezza, come se tutto il peso che mi portavo sulle spalle fosse svanito, lui mi faceva sentire viva.

Ci venne un po' di fame quindi Ethan scelse un ristorante retro, "scegli tu, Laura. Io prenderò lo stesso."

La sua compagnia mi faceva bene, ormai mi ero arresa dal tenerlo lontano da me perché lui nonostante tutto non me l'avrebbe data per vinta.

Ordinai ma lui aggiunse all'ordine un dolce, "devi mangiare per due adesso, devi mangiare di più" disse.

Era vero, negli ultimi tempi era successo troppo nella mia vita. Non mi sono presa cura di me come avrei dovuto, adesso dovevo recuperare le forze.

Gli ero grata, di tutto quello che faceva per me, anche di queste piccole cose.

Finito di mangiare era arrivato il momento di pagare il conto, ovviamente volevo pagare io ma Ethan non mi permise di farlo.

Uscimmo dal ristorante per fare un'ultima passeggiata, decisi di voler vedere il fiume Vistola che divideva Varsavia in due metà.

Era una vista magica, le luci della città si rispecchiavano nelle acque del fiume come mille lucciole sospese in aria.

Ethan mi attirò a se, stavamo abbracciati ad ammirare questo paesaggio ed a un certo punto mi chiese, "quando ti ho incontrata per la prima volta, sapevo già di volerti mia. Mi dai una possibilità?"

Non sapevo cosa dire, non ero preparata per rispondere ad una domanda del genere.

"Solo se prometti di essere comprensivo. Non è facile per me" risposi.

Prese il mio viso tra le mani e sembrava ammirarlo come se fosse qualcosa di magnifico.

"Te lo prometto, non ho mai detto che sarà facile ma so che ne vale la pena."

Mi prese in braccio e io lo baciai, più lo facevo e meno mi sentivo in colpa. Sapevo che era la scelta giusta, il bimbo o la bimba che cresceva dentro di me aveva bisogno di crescere in una vera famiglia.

Tornando a casa chiesi a Ethan di restare nella mia camera quando saremmo arrivati, ma lui mi disse di avere un'idea migliore e che sarebbe stata una sorpresa. Aspettai con ansia. Dopo una mezz'oretta sentì dire, "chiudi gli occhi e non aprirgli affinché non te lo permetto." Acconsentì.

Sentivo mentre apriva la portiera della macchina e poi prendeva la mia mano per aiutarmi a uscire, per poi aiutarmi a camminare.

Ad un certo punto mi informò di fermarmi.

"Apri gli occhi, Laura."

Mi ritrovai davanti a una villa in mezzo a un bellissimo giardino con piscina e due fontane, era una proprietà da perdere il fiato.

"Benvenuta a casa mia, spero un giorno diventi anche tua", disse.

Mi prese in braccio e mi portò dentro, ci ritrovammo in un grande salone dove si vedevano soltanto le fiamme del fuoco acceso del camino.

Ethan portò uno Champagne analcolico per me, dei cuscini e una coperta. Gli sistemo per terra e accese una grande televisione per poi cercare un film romantico.

Restammo sdraiati a guardare godendoci quest'intima vicinanza, mi sentivo davvero bene tra le sue braccia.

"Come mai abiti con Anna avendo questa grande casa?" domandai senza pensare troppo.

"Perché è troppo vuota e troppo grande per una persona sola" disse, ma si vedeva che la verità era diversa poichè si rannicchiò ancor di più a me.

Lo guardai con tristezza e lui se ne accorse, si girò facendomi ritrovare sotto di lui e tenendomi le mani all'altezza della testa cominciò a baciarmi sul collo.

I baci erano feroci come se volesse divorarmi, sentivo l'eccitazione salire lungo il mio corpo mentre la sua mano viaggiava verso il mio seno.

Sapevo cosa stava per accadere ma ne ero pronta?

Mi lasciai andare, permettendo a Ethan di togliermi il vestito e feci lo stesso a lui, senza togliere lo sguardo dai suoi occhi.

Si ritrovò di nuovo sopra di me, baciandomi e succhiandomi i capezzoli entró dentro di me.

Facevamo l'amore ed era meraviglioso, romantico e passionale.

Tra baci, carezze e la stupenda sensazione di lui dentro, sentì di essere al culmine. La goccia che fece traboccare il vaso era la sua voce, "d'ora in poi sei solo mia."

Sentivo il mio corpo bruciare di passione mentre attraversavamo l'orgasmo insieme.

Sapevo che da questo momento in poi la mia vita era cambiata con Ethan al mio fianco, non ero più sola. Ne io, ne il bambino che sicuramente avremmo cresciuto insieme.

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