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La visita in ospedale

La mattina seguente mi svegliai nel salone di Ethan, ma lui non c'era. Dalla cucina sentivo provenire dei rumori e l'odore di qualcosa di squizito.

Avevo tanta fame ma volevo anche vedere cosa cucinava. Etrando mi imbattì in una donna di massimo 40 anni.

"Mi scusi signora, non l'avevo notata. Mi saprebbe dire dov'è Ethan?"

La donna mi trafisse con lo sguardo e rispose, "signorina sono Rosalia, mi segua. Il padrone ha del lavoro da sbrigare e mi ha dato chiare istruzioni di prepararle da mangiare. Tornerà non prima di mezzogiorno, quindi deve aspettarlo qui. Se ha bisogno di qualsiasi cosa sono a sua disposizione."

Dovevo immaginarlo che qui lavorava qualcuno, infondo una casa di queste dimensioni e lusso non si manteneva pulita e organizzata da sola. Ma questo non mi dava fastidio, sin da piccola ero abituata ad avere la servitù.

La signora lasciò la colazione sul tavolo e si diresse verso l'uscita augurandomi buon appetito, la ringraziai.

Sembrava che aveva preparato per dieci persone, ma volevo provare solo l'omelette e dei toast di avocado, erano davvero buoni.

Verso mezzogiorno sentì arrivare una macchina, tornò Ethan. Entrando a casa si precipitò subito verso di me per baciarmi.

"Mi sei mancata." Era tanto dolce e affettuoso.

Anche la signora Rosalia si presentò nel salone per salutare, "bentornato Signor De Luca. Tra poco porterò il vostro pranzo."

"Grazie, vorrei che ci preparassi la camera da letto, d'ora in poi restiamo nella residenza" le comunicò.

Voleva che restavamo qui insieme? Lo guardai con sguardo interrogatorio. Non avevo niente di mio qui e neanche Anna ne sapeva nulla.

"Dopo pranzo andremo a trovare Anna, prenderai le tue cose e d'oggi in poi abiterai con me. Devo tornare a gestire gli interessi e non vorrei lasciarti da sola quando tua sorella va in viaggio." Disse Ethan con tono autoritario.

A questo non avevo pensato, ero convinta che lui abitava lì e avremmo dovuto condividere la casa.

Pranzammo insieme in silenzio, appena finito dissi che andavo a prepararmi e approfittai di quel attimi di solitudine per mandare un messaggio a Anthony.

IO- Ciao Anto, hai sbrigato tutto? Vorrei sapere se posso tranquillamente usare i miei nuovi personali.

ANTHONY- Lucciola! Si ovviamente tutto pronto. Ti ho mandato l'e-mail con i dati di base e a giorni avrai una nuova carta d'identità.

Lo ringraziai e mi infilai sotto la doccia. Mentre ero occupata a lavarmi lui entrò nel bagno e senza che me ne accorgessi, ammirava la vista.

Mi girai e mi prese un colpo. "Ethan!"

Scivolai e perssi l'equilibrio sbattendo la testa. Lui spaventato si precipitò verso di me gridando il nome di Rosalia.

"Non esagerare! Non mi sono fatta nulla, mi fa male solo la testa." Toccai con la mano il punto che mi doleva e in quel momento mi accorsi che lungo il mio corpo correva un liquido rosso.

ERA SANGUE.

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ETHAN

"Dottore, come stanno Laura e il bambino?"

Il dottore guardo la cartella e rispose, "temo che non si sveglierà presto, la sua condizione è grave. Tra poco passerà l'operazione, l'intervento è davvero delicato. Le prime 12 ore saranno decisive, ma vosta figlia sta bene."

Ha detto figlia? Sofia o Laura, non puoi farmi questo!

La colpa è mia, non dovevo entrare in quel maledetto bagno, la verità è che ho perso la testa per lei. Ogni singolo istante trascorso insieme è una benedizione, ma quando non mi sta vicino mi sento vuoto dentro.

Non riuscirò a sopravvivere un'altra perdita, non questa volta.

"Signor De Luca, scusi se mi intrometto. Volevo solo dirle di non preoccuparsi, andrà tutto bene." Risuonò la voce di Rosalia.

Anche se lavorava per me era come una di famiglia, mi dispiaceva che doveva passare tutto questo con me una seconda volta.

Lei adorava mia ex moglie Beatrice e quando venne a mancare era a pezzi, io dopo la perdita abbandonai la casa e mi trasferì da Anna.

Tornai soltanto adesso con Laura, doveva immaginarselo che contava troppo per me, sennò non l'avrei mai fatta entrare nella residenza.

Aspettammo a lungo qualche buona notizia, dopo ore di attesa il dottore ci riferì che l'operazione era riuscita e che il suo stato di salute era stabile.

Era davvero un sollievo, ma Laura sarebbe rimasta ancora in coma.

Passavano lunghi giorni ed io passavo il tempo tra lavoro e ospedale. Ci scambiavamo di posto con Rosalia quando finivo gli interessi.

Lei era lì sdraiata, bianca in volto e così fragile. "Ti ho conosciuto come Sofia, ma vorrei spostarti Laura. Devi soltanto tornare da me tesoro."

Le parlavo tanto, il dottore ha detto che questo aiuterebbe le persone in coma a trovare la via giusta per tornare da noi. Ma quando?

Stava in coma da giorni e non succedeva nulla.

"Il dottore ha detto che avremo una bambina, sai? Pensava che fossi io il padre. Io non lo negai, perché vorrei esserlo. Vorresti diventare la Signora Laura De Luca?"

La tristezza mi avvolse come un lenzuolo nero, volevo di nuovo sentire la sua voce. Volevo che mi svegliasse la notte per colpa dei suoi incubi, avevo davvero voglia di averla vicina.

Passavano settimane, lei non si svegliava e io perdevo la speranza. Ero un relitto umano, affondato nel buio nell'oceano di rancore.

Oggi come al solito, appena finito di fare del lavoro in una delle mie aziende, tornai in ospedale per cambiare Rosalia.

Era una donna davvero di grande cuore, non solo potevo contare su di lei in ogni compito che le assegnavo ma faceva anche degli straordinari portandomi del mangiare senza chiedere nulla in cambio.

"Signore, dovrebbe entrare nella camera. Il dottore è dentro." Disse la mia dipendente.

Mi prese l'ansia, nella mente vedevo già brutti scenari. Ma mi presi di coraggio, non avevo scelta. Qualsiasi cosa voglia dire questo devo vederla.

Entrai dentro e trovai il dottore controllare il polso di Laura.

ERA FINITA? Mi ha lasciato anche lei?

Ero un uomo ma la sensazione di vuoto che sentivo mi fece scendere una lacrima, il dolore si faceva sempre più straziante.

"Dottore, Laura.. lei è.. morta?" Ero talmente a pezzi che mi mancavano le parole.

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