Capitolo 3
POV DI VICTORIA
Sdraiata sulla scrivania, con le gambe divaricate, tirai un profondo respiro soddisfatto.
Mi stavo ancora riprendendo dal mio orgasmo quando lo sentii allontanarsi ed un improvviso tintinnio di una cintura e il suono di una zip che si apriva catturarono la mia attenzione. Mi tirai sui gomiti e sgrani gli occhi. Lo vidi in tutta la sua gloria.
Quell’uomo era un adone.
Il suo corpo scolpito era perfetto.
Dio, era così eccitante.
Fissai ogni dettaglio del suo copro e fu solo allora che notai un grande tatuaggio maori sul braccio destro che si stendeva fino al suo petto.
Sbattei le palpebre pensando che quando ero in camera con lui non lo avevo notato.
Forse era troppo buio o forse ero semplicemente troppo preoccupata a cercare una via d’uscita.
Lo guardai curiosa mentre avanzava.
Sfoggiando il suo ghigno malizioso si avvicinò. Con una mano mi strinse la caviglia mentre con l’altra tirò fuori il suo membro.
Cristo Santo! Deglutii nervosa.
Trattenni l’aria e spalancai gli occhi nel vedere un cazzo così grosso.
Non ero vergine, ma un pene così massiccio mi avrebbe spezzata in due.
L’uomo si massaggiò l’asta eretta su e giù mentre i suoi occhi erano puntati su di me e sul mio viso probabilmente bianco.
Strinsi i denti osservando l’erezione nella sua mano cresce ad ogni suo movimento. Era così grande che iniziai a dubitare di me stessa.
Lo volevo e lo desideravo, ma avevo paura che avrebbe lacerato il mio tunnel.
Continuò ad accarezzarsi guardando avidamente tra le mie gambe e per l’imbarazzo le chiusi bruscamente.
Improvvisamente alzò lo sguardo ed incontrò i miei occhi.
Deglutii.
“Io…” Volevo dirgli che non sarei stata in grado di prenderlo.
“Apri le gambe.” Disse facendomi rabbrividire. Al suo ordine obbedii anche se non ero convinta.
I suoi occhi vagavano sul mio corpo scrutando ogni centimetro di me.
Provai a parlare di nuovo, ma prima che potessi continuare, avvicinò la testa calda del suo membro alla mia fessura bagnata.
“A…aspetta… io…non…credo di …” Sussurrai sentendo il cuore battere forte.
Lui si chinò su di me e mi accarezzò la guancia con il dorso della mano.
“Certo che puoi bambolina, farò piano.” Disse cercando di rassicurami anche se dubitavo fortemente delle sue parole.
“Rilassati e goditi la gita…” Mormorò con un ghigno.
Ingoia l’aria e annuii.
Inarcando le labbra in un sorriso diabolico, lentamente iniziò a spingersi dentro di me.
Chiusi gli occhi sentendo il dolore tra le mie gambe, lo stesso dolore con il quale mi ero svegliata. Trattenni l’aria sentendo la carne dilatarsi.
Dio, questo non era un uomo, ma un toro da accoppiamento.
Mi irrigidii. Ero un fascio di nervi, ma lui continuò a spingersi lentamente ignorando il mio viso sofferente.
Centimetro dopo centimetro, con movimenti lenti seppellì finalmente la sua asta dentro di me, e solo quando si fermò lasciai andare il respiro.
“Ahh…Piccola sei così stretta.” Disse con un grugnito.
Lo sentivo grande e profondo, era ovunque dentro di me.
Quando la testa del suo membro colpì il punto più profondo quasi toccò l'estremità della mia caverna.
Respirando a fatica tenni gli occhi chiusi.
“Ti prego…non muoverti” Dissi quasi singhiozzando.
Tutto tra le mie gambe bruciava, avevo bisogno di qualche secondo per adattarmi.
Lui mi accarezzò il viso addolcendo la sua espressione.
“Rilassati, ti farò sentire bene…questa non è mica la nostra prima volta.” Sussurrò seducente.
Cercai di lasciarmi andare e rilassami il più possibile. Dio, non avevo mai fatto sesso con uno stallone del genre o per lo meno non lo ricordavo.
In effetti se prima ero nuda nel suo letto significava che non era la prima volta che lo facevamo, ma il ricordo del dolore post sesso mi diceva che dopo quest’altra sessione non sarei stata in grado di camminare per due giorni.
Senza preavviso iniziò a pompare di nuovo e con urgenza.
"Mhh..." Cercai di trattenere il dolore pizzicando le labbra.
Diavolo, era insopportabile.
Nonostante stessi cercando di godere di questo momento ero ancora troppo sensibile.
Notando la mia rigidità si fermò e tirai un sospiro di sollievo.
“Andrò più piano.” Sussurrò dolcemente.
Annuii e chiusi di nuovo gli occhi sentendo il suo membro entrare ed uscire, ma questa volta lentamente.
Prima di poter emettere qualsiasi suono, lui si chinò su di me schiacciando le sue labbra sulle mie. Il bacio fu intenso e passionale trascinandomi velocemnte in una nube di lussuria.
Il ritmo dei suoi fianchi era in perfetta sincronia con quello della sua lingua e nonostante gli spasmi del mio copro, desideravo ardentemente che continuasse.
La sua mano scivolò dietro la mia nuca avvicinandomi a lui e intensificando il nostro bacio.
Dio, nessuno mi aveva mai baciata in questo modo, chi era quest'uomo?
Persa nella passione, sussultai e aprii gli occhi quando l'uomo abbandonò la mia bocca scendendo lungo il collo causandomi la pelle d'oca.
Le sue labbra carone percorsero il mio copro fino ai miei seni, e roteando la lingua attorno al mio capezzolo lo succhiò ma non troppo forte.
Mugolai alla palpitante sensazione.
L'intensità dei suoi gesti spostarono la mia attenzione altrove distraendomi dal dolere. Con una mano mi cinse la vita avvicinandomi a lui mentre con l’altra mi accarezzava la schiena.
Beh dovevo ammettere che finalmente i miei muscoli iniziavano a rilassarsi e non molto tardi cominciai ad abituarmi alle sue dimensioni.
Lui continuò a prestare attenzione ad entrambi i capezzoli ed il dolore dapprima insopportabile si trasformò gradualmente in puro piacere e solo allora iniziai a gemere profondamente.
Dopo un tragico inizio, adesso mi stavo eccitando di nuovo.
La mia figa si stava bagnando più di prima stringendosi attorno al suo cazzo duro come un guanto.
Ascoltando la sensuale melodia del mio piacere, iniziò ad aumentare le spinte, martellando sempre più forte e profondo fino a raggiungere il punto più dolce ed estremo della mia figa.
Rumori lascivi riempirono la stanza mentre entrambi ansimavamo.
I miei gemiti di piacere si mescolarono ai suoi grugniti creando una sinfonia eccitante.
La mia figa era ancora sensibile, ma adesso chiedeva di più. Con una mano pizzicò uno dei capezzoli, ed inarcai il corpo cercando di attirare la sua attenzione sui miei due vulcani.
Riportando la sua bocca su di me, continuò a penetrarmi scuotendomi da dentro avvicinandomi sempre di più al mio limite.
Giocando con il mio seno, questa volta strinse con forza il mio capezzolo duro, e mugolai ad alta voce.
La mia pelle bagnata dal sudore e dalla sua saliva era un mix eccitante. Continuò a toccare aggressivamente ogni parte del me, fino al mio basso ventre. Le sue dita si posarono sul mio clitoride pulsante e caldo, e disegnando movimenti circolari e costanti, mi stava portando sull’orlo del mio rilascio.
“Piccola…vieni…voglio vederti sborrare sul mio cazzo.” Ringhiò sensuale.
Il piacere si diffuse nel mio corpo e nella mia mente. I suoi fianchi premevano contro il mio inguine, avvitando sempre più a fondo il suo membro.
Il doppio piacere che mi provocava stimolando il mio clitoride e spingendo a fondo il suo grosso cazzo dento di me mi lasciava senz’aria. Dio ero così vicina!
Spinsi i miei fianchi verso di lui e con un ultimo colpo raggiunsi un forte orgasmo.
Strinsi le mani attorno alle sue braccia e mi lasciai andare.
“Ahhhh.” Chiusi gli occhi ed emisi un forte gemito riempiendo l’intera stanza con la mia voce.
Il cuore mi batteva forte, ero bagnata e tremante.
Avevo il viso accaldato e respiravo a fatica.
Dio, questo si che era sesso!
Lui mi accarezzò il ventre e poi sotto all’ombelico.
“Brava bambina…sei così bella mentre vieni…” Disse compiaciuto bevendo la mia espressione dopo il mio orgasmo.
Il mio viso diventò improvvisamente rosso per l’imbarazzo, nessuno mia aveva mai detto una cosa del genere.
Ansimavo e tremavo ancora per l’orgasmo appena ricevuto, ma lui continuò a pompare dentro di me senza fermarsi.
Lo guardai mentre prendeva ripetutamente il mio corpo assuefatto. La mia figa era così sensibile che ad ogni spinta si creava un nuovo piacere nel mio ventre. Non potevo credere come le pareti della mia caverna infuocata succhiassero e mungessero il suo grosso membro con tante fame.
Chiusi gli occhi ascoltando il suo respiro, e dai sui gemiti sapevo che era vicino alla sua liberazione, ed io stavo per fare lo stesso, di nuovo.
Altre forti spinte e urlai ancora una volta sentendo i muscoli dalla mia figa contrarsi. Le sue mani afferrarono i miei fianchi e finalmente arrivammo insieme all’apice del nostro piacere.
I miei succhi ed il suo sperma si mescolarono proprio come i nostri respiri affannosi che si udirono probabilmente in tutta la casa.
Il suo seme riempì tutta la mia caverna e poi colò giù tra le mie natiche. Dio, erano anni che non mi sentivo così.
Ero rilassata e stanca.
Incredibile, non avevo mai fatto sesso in questo modo.
Entrambi immersi nel silenzio della stanza iniziammo a riprenderci lentamente inseguendo gradualmente il nostro respiro.
Ero ancora sdraiata sulla scrivania mentre lui senza fretta restò tra le mie gambe.
Avvolti nella tranquillità restammo per qualche secondo immobili, ma prima di rendermi conto della gravità della situazione qualcosa interruppe i miei pensieri e trasalii improvvisamente per lo spavento.
Un applauso. Un forte applauso mi fece irrigidire.
C’era qualcun altro nella stanza?
Mi tirai sui gomiti e un brivido corse lungo il mio corpo quando fissai la sagoma di un uomo.
Seduto su un divano, con le gambe accavallate, fumando una sigaretta e tenendo con l’altra un drink, qualcuno ci guardava.
La stanza era poco illuminata, e solo una piccola lampada accesa su un tavolino lasciava vedere una struttura possente.
Cercai di alzarmi, volevo prendere il mio vestito e coprire velocemente il mio corpo, ma l’uomo di fronte a me non me lo permise.
Mi sentivo imbarazzata, volevo nascondermi o meglio ancora, scappare.
L’uomo dagli occhi verdi, dava le spalle all’uomo seduto sul divano. Non ero sicura se si fosse accorto della sua presenza, ma dovevo fare qualcosa.
“Vorrei vestirmi.” Sussurrai, ma prima che lui potesse rispondere, l’altro uomo si alzò e camminò verso di noi
“Resta ancora un pò, bella Victoria.” Disse con tono divertito.
Rabbrividii nel sentire il mio nome.
Come faceva a conoscermi?
“Bello spettacolo, me lo so goduto tutto, ma adesso vorrei potermi unire a voi…” Continuò inarcando un sorriso lussurioso.
Cosa? Voleva aggiungersi a noi?
Era impazzito?
L’uomo che avevo di fronte non prestò attenzione a quelle parole.
Si chinò su di me accarezzandomi la guancia e mi baciò le labbra. Un bacio casto, tenero e veloce.
Chiusi gli occhi nell’assaporare quelle labbra calde.
Prese il mio mento tra le dita e mi guardò dritto negli occhi.
“Sei così dolce.” Disse sorridendo e si leccò le labbra come se avesse appena assaggiato il suo cibo preferito.
Chi era questo uomo?
E perché avevo la sensazione che si stesse comportando come se volesse far ingelosire l'altro uomo?!
Prendendomi per mano i aiutò ad alzarmi.
Scesi dalla scrivania restando in piedi, nuda e appiccicosa tra le gambe, ma l’uomo percepì il mio disagio e aprendo un cassetto della scrivania tirò fuori dei fazzoletti.
Li prese e iniziò a pulire le mie gambe e poi il mio pube. Anche se era un gesto permuroso, arrossii per l'imbarazzo.
Gemetti silenziosamente e cercai di avvicinare le gambe, nessuno aveva mai fatto una cosa del genere, figuriamoci un completo sconosciuto.
Quando finì, mi guardò sorridendo e avvolse le sue braccia attorno alla mia vita, poi ne approfittò per scendere più in basso e massaggiare le mie natiche.
Oh Dio, cosa stava facendo?
Non potrei sopportare un’altra sessione di sesso. Nervosa pizzicai le labbra e abbassai brevemente lo sguardo.
Il suo tocco era rude ma caldo.
“Non ne hai avuto abbastanza Alexander? Lasciane un pò anche a me.” L’uomo alle spalle ringhiò infastidito.
“Non ne avrò mai abbastanza di lei, e poi alla mia bambina piace.” Disse guardandomi negli occhi e qualcosa di malvagio si accese in lui.
Chi erano questi uomini e cosa stava succedendo?
Parlavano di me come di una merce.
Cosa volevano?
Non so perché, ma avevo la strana sensazione che qualcosa di brutto sarebbe accaduto presto, ed il panico improvvisamente si scatenò in me.
Deglutii nervosamente.
Quei due erano spaventosi, ed io non avevo intenzione di restare più qui.
Cercai di muovermi ma all’improvviso Alexander mi fece girare schiacciando la mia schiena al suo petto. Restai immobile per qualche secondo, e solo quando guadai dritto, con mio incredibile stupore vidi l’altro uomo in faccia e allargai gli occhi per lo shock e confusione e terrore apparvero sul mio viso.
