Libreria
Italiano
CapitolI
Impostazioni

Capitolo 2

POV DI VICTORIA

Una pattuglia era appena passata, ciò significava che verso destra tutto era tranquillo e molto probabilmente non avrei incontrato nessuno.

Iniziai a correre a piedi nudi attraversando l’infinto corridoio. Strinsi forte la borsa e con le scarpe in mano cercai di fare in fretta. Mentre camminavo velocemente notai diverse porte. Mi chiedevo se questa fosse una villa o un castello, ma soprattutto chi ci vivesse?!

Piccole luci gialle illuminavano il passaggio, e finalmente dopo aver corso per un pò iniziai a vedere la fine del corridoio, ma prima che potessi tirare un sospiro di sollievo, qualcosa catturò la mia attenzione facendomi bloccare all’istante.

Diavolo no! Un ascensore!

Spalancai gli occhi per l’orrore.

Chi diavolo metterebbe mai un’ascensore alla fine di un corridoio?!

Mi fermai immobile. Avevo il fiato corto mentre il cuore pompava a mille nel mio petto. Gemetti silenziosamente per la paura sentendo un senso di smarrimento guardando le porte argentate davanti ai miei occhi.

Non potevo crederci, ero in trappola!

Mi guardai intorno cercando le scale, ma niente, solo un dannato ascensore.

Adesso si che ero in preda al panico!

Avevo una fottuta paura degli ascensori e soffrivo di claustrofobia.

Mi voltai indietro. Dovevo trovare un’altra via d’uscita e tornare da dove ero partita.

Era l’unica soluzione.

Senza pensarci due volte iniziai a correre. Ero quasi senza fiato, e pregavo di trovare una rampa di scale il prima possibile.

Superai la porta dove avevo lasciato

l’uomo dormire e continuai ad affrettarmi in punta di piedi, e dopo non molto, finalmente i miei occhi si illuminarono vedendo le scale verso la libertà.

Il mio desiderio di lasciare questo posto si stava avverando.

Mi avvicinai al corrimano e felice feci un passo, ma prima che potessi raggiungere il primo gradino, due braccia apparvero dal nulla e mi tirarono via.

Trasalii per la paura e gridai a pieni polmoni.

“Ahhh!!!” Il mio acuto fu così forte che avrebbe potuto spaccare i vetri delle finestre se non fosse stato subito soffocato da una mano che mi coprì immediatamente la bocca.

Un braccio forte e muscoloso mi cinse la vita e mi trascinò senza sforzo all’interno di una stanza poco illuminata.

Iniziai a dimenarmi nella presa del mio aggressore come se fossi un’anguilla. La paura di esser fatta a pezzi e finire tra le mani di persone sbagliate mi fece tremare dal terrore.

Anche se gridavo forte, le mie urla erano soffocate dal suo grosso palmo ed ogni mio tentativo di chiedere aiuto fu totalmente inutile, ma inaspettatamente una voce roca e profonda mi face trasalire per lo spavento.

“Shhh…Non aver paura, bambolina.

Se la smetti di urlare ti libero la bocca… Ma se provi a fottermi giuro che ti taglio la lingua.” Mi sussurrò all’ orecchio dietro la nuca con tono cupo.

Strizzai forte gli occhi per la paura.

Dio, ti prego fa che non mi faccia del male.

“Capito?” Chiese minaccioso.

Annuii col mento respirando forte dal naso.

“Brava la mia ragazza…” Mormorò quasi divertito e poi mi liberò la bocca.

Raccolsi bocconi d’aria come se stessi soffrendo. Il cuore mi batteva e sembrava un martello pneumatico.

Tremavo per l’agitazione.

Le parole di quell’uomo mi avevano gettato in uno stato di terrore, così sperando di non irritarlo smisi di urlare e seguii i suoi ordini.

“Dove stavi andando bambolina?” Chiese con un mezzo ghigno mentre infilava il naso tra i miei capelli.

Mi irrigidii percependo la sua vicinanza e restai immobile sentendo il cuore pulsare nelle tempie. Volevo dire qualcosa ma non riuscivo a pensare ad altro che scappare.

“Quando ti chiedo qualcosa devi rispondermi…odio ripetermi.” Borbottò arido.

“Ma se rendi le cose difficili, in alternativa conosco un ottimo modo per farti aprire la bocca…” Disse cambiando tono e sapevo che dietro il suo improvviso sorriso si nascondeva una minaccia.

Il timbro della sua voce era un misto tra l’angelico e diabolico e per quale motivo mi fece gelare il sangue nelle vene.

“I..io…” Le parole si bloccarono in gola non sapendo esattamente cosa dire.

Ingoiai la saliva nervosa.

Potevo sentire il battito del mio cuore aumentare ad ogni secondo che passava.

Sussultai pizzicandomi le labbra quando il suo dito accarezzò il mio braccio, su e giù dalla mano fino alla spalla.

“A quanto pare non riceverò una risposta…”Mormorò ridendo.

“Pazienza… Beh resta ancora un pò, tesoro…è buio fuori. Per strada ci sono uomini cattivi alla ricerca di ragazze belle e innocenti proprio come te.” Sussurrò con voce cupa e…lussuriosa?

Oh no! Iniziavo a capire le sue intenzioni.

Parlava di uomini cattivi?

E lui cos’era?

Un angelo?

Ero immobile, ancora stretta nella sua presa, mentre il suo polpastrello continuava ad accarezzare la mia pelle come una piuma.

La mia schiena premeva contro il suo corpo duro e potevo sentire il suo respiro sul mio collo. Improvvisamente mi tirò bruscamente eliminando l’ultimo millimetro di spazio che ci divideva. Trasalii sentendo la sua erezione premere contro le mie natiche.

Dio, adesso si che ero nei guai. Volevo gridare e scappare via, ma ero di pietra, non riuscivo a muovere nemmeno un muscolo.

La sua mano libera continuò a tracciare il mio braccio poi la spalla, il collo ed in fine la clavicola.

La dolce sensazione mi face accapponare la pelle, ma non sapevo se era per la paura…o era…eccitazione?!

Dio, cosa diavolo stavo dicendo?!

Ero impazzita!

“Mmm…la tua pelle è così morbida.” Sussurrò mentre appoggiava le sue labbra al mio orecchio.

“Se ti lascio libera, non proverai a scappare, vero bambolina? Certo che non lo farai…altrimenti spezzerò quelle tue belle gambe.” Disse sorridendo con malvagità.

Allargai gli occhi. Spezzarmi le gambe?

Chi era questo pazzo psicopatico?

Cosa voleva da me?

Il mio respiro si face sempre più irregolare ma non dissi nulla.

Lentamente mi liberò la vita. Le sue mani grandi e calde accarezzarono dolcemente le mie braccia fino a toccare le mie mani e poi sui miei fianchi.

“Perché tremi bambolina…Non aver paura… ”

La sua voce che da prima era intimidatoria, adesso era rassicurante.

Chi era quest’uomo?

“Se farai la brava non ti farò del male, d’accordo?” Continuò a parlare dolcemente mente mi baciava delicatamente la spalla.

Aspetta. Questo pazzo era bipolare o cosa?

Annuii per paura di provocarlo.

Lui continuò ad accarezzarmi senza farmi male e non so come, ma per qualche motivo mi sentivo improvvisamente meno agitata. Stavo impazzendo. Quest’uomo mi aveva appena minacciata ed io mi sentivo meno spaventata solo nel sentire due parole e gesti “rassicuranti”?!

Dio, sto perdendo la testa. Dovevo essere ancora sotto l’effetto di qualche droga o

forse era questo posto, doveva esserci qualcosa nell’aria che mi offuscava la mente.

Mentre mi perdevo nella catena dei miei pensieri, improvvisamente prese l’orlo del mio vestito e lentamente infilò le dita fino a toccare la mia pelle cruda.

Trasalii e trattenni l’aria per l’inaspettata intrusione, ma il suo tocco era così dolce da provocare una serie di scosse eccitanti lungo tutto il mio corpo. Una parte di me voleva scappare, ma qualcosa di sconosciuto, un desiderio caldo ed eccitante me lo impedí.

Un dito continuò a stuzzicare il mio braccio poi su per il collo.

Accarezzandomi la mandibola con la sua grande mano prese il mio viso girandolo di lato. Quando incrociammo lo sguardo allargai gli occhi per la confusione e il terrore.

Era l’uomo con cui ero andata a letto.

Lo fissai senza parlare. Dio, era così sexy, volevo quasi che continuasse anche se una parte di me mi diceva di non farmi ingannare dal suo aspetto. Lui a sua volta, mi guardò intensamente, le sue pupille si dilatarono, erano profonde e trapelavano desiderio e lussuria. Si avvicinò al mio viso e prima di capire cosa stesse per fare, appoggiò le sue labbra sulle mie.

La mia bocca era serrata, non sapevo se volevo baciarlo, ma alla mia reazione, quel diavolo mi strinse i capelli in pugno e li tirò forte.

“Ahh!” Urlai per il dolore.

Le mie labbra si aprirono e lui colse l’occasione per infilarmi la lingua in bocca.

Continuai ad emettere suoni soffocati mente il suo bacio violento e affamato provava a farsi sentire. Cercai di spingerlo via, ma lui mi tenne stretta. La sua lingua iniziò ad esplorare la mia bocca, non volevo rispondere al suo assalto ma fu impossibile. Senza volerlo mi lasciai andare, le mie labbra iniziarono a muoversi in sincronia con le sue seguendo ogni suo movimento.

Appena si accorse della mia sottomissione, la presa attorno ai miei capelli si tramutò in una morbida carezza. Le dita del uomo iniziarono ad infilarsi tra la mia chioma e mi spinsero delicatamente verso la sua bocca.

No sapevo cosa stesse succedendo, ma per qualche motivo mi stavo…riscaldando?!

Cavolo! Come potevo accendermi in un momento del genere?

Ero totalmente impazzita o forse avevo ingerito qualche sorta di afrodisiaco.

La sua lingua umida e sensuale esplorava la mia bocca con avidità ed io ero più che felice di lasciarglielo fare.

Si, avevo perso davvero il senno!

Duante le nostre calde effusioni, sentivo il suo respiro diventare sempre più forte e irregolare.

La sua eccitazione schiacciata contro il mio corpo era palpabile ed il suo cazzo premeva forte sfregandosi senza vergogna verso il mio fondoschiena.

La mano che dapprima era tra i capelli, si era lentamente spostata sulla mia clavicola e cerva di infilarsi sotto alla scollatura del mio vestito.

Brividi caldi e palpitanti attraversarono senza pudore il mio corpo ed emisi un profondo gemito quando con l’altra mano strinse con forza uno dei miei seni.

Il calore del suo palmo penetrò attraverso il sottile tessuto del mio vestito fino a raggiungere la pelle sensibile dei miei capezzoli.

La sensazione di piacere si irradiava attraverso il mio corpo come onde invisibili ed il mio respiro diventava sempre più ansimante.

Il mio petto continuò ad alzarsi e abbassarsi per l’eccitazione, mentre la sua lingua insistente esplorò la mia bocca. I suoi baci erano di fuoco e io rispondevo a tutto quello che mi stava facendo con la stessa passione. La sua mano esperta iniziò a percorrere tutto il mio corpo fino a toccare di nuovo le mie gambe. Le sue dita si insinuarono sotto al mio vestito e tra le mie ginocchia, fino a toccare la carne del mio interno coscia e poi il mio inguine.

Il suo tocco lento stava accendendo poco a poco un desiderio proibito.

Il mio basso ventre iniziò a riscaldarsi, volevo stringere le gambe per nascondere la mia eccitazione, ma le sue dita lunghe sfiorarono il mio pube, e prima che potessi accorgermene face scivolare via le mie mutandine.

“Allarga le gambe bambolina…”

Il suo ordine avrebbe spaventato chiunque, ma il suo tono seducente non fece altro che eccitarmi ulteriormente.

Obbedii senza protestare.

“Brava, mi piacciono le ragazze obbedienti.” Mi sussurrò all’orecchio.

“Mmhh…” Mugolai rabbrividendo dal piacere. Chiusi gli occhi sentendo le sue dita accarezzare il mio clitoride con movimenti circolari.

Mi sentivo persa tra le sue braccia, appoggiai la schiena contro il suo petto mentre gli lasciavo il via libera.

Le sue dita si muovevano lentamente tra le pieghe della mia figa portandomi velocemente verso un piacere che non avevo mai provato prima.

Dio, mi sentivo così bene.

Il suo dito scivolò tra l’apertura della mia caverna accarezzandomi dall’esterno senza penetrarmi.

Pizzicai le labbra frustrata sentendo la mia figa stringersi mentre rilasciava i succhi della mia eccitazione. Mi sentivo calda e in quel modo come posseduta dalla lussuria.

La sensazione era forte e impossibile da controllare. Il mio corpo senza il mio consenso rispondeva al tocco di quest’uomo.

“La mia bambolina è già tutta bagnata.” Disse con un mezzo sorriso mentre mi leccava il lobo.

Rabbrividii per l’eccitazione, la sua voce calda aveva qualcosa di meravigliosamente proibito.

Catturò la mia umidità tra le sue dita, e continuò ad stuzzicare il mio clitoride mentre io mugolavo senza preoccuparmi di farmi sentire dall’esterno.

Mi sentivo stranamente bene tra le braccia di questo completo sconosciuto.

Il mio corpo era ormai fuori controllo e non mi importava. Bruciavo di desiderio sotto al tocco di quest’uomo. Era come se fossi letteralmente posseduta da lui.

Cosa mi stava succedendo?

Il galoppare della passione iniziò a riscaldare lei mie viscere accumulando tra le mie gambe quel forte desiderio.

Emisi un gemito quando qualcosa di duro e doppio penetrò la mia figa.

Erano le sue dita. Due lunghe e spesse dita entrarono violentemente.

La mia figa si strinse attorno all’oggetto del mio piacere sentendo l’immediata intrusione.

L’uomo iniziò a spingerle dentro di me in profondità facendomi tendere.

Non ricordavo di aver fatto sesso, ma le pareti sensibili e doloranti della mia figa mi ricordarono che avevo probabilmente avuto un’intesa sessione di sesso, ma il piacere in questo momento era più forte del dolore e cominciai a godere di quel tocco.

Il mio bocciolo allagato emise suoni lascivi al brusco contatto delle sue dita e con l’altra mano abbassò le spalline del mio vestito ed il mio seno fu esposto completamente.

Ne prese uno in mano e lo impastò con forza. I miei capezzoli erano diventati duri e quasi facevano male e disideravo ardentemente che me li succhiasse.

“Il tuo corpo risponde così bene…Vedo che ti piace quello che ti sto facendo.” Disse soddisfatto.

Oh si, mi piaceva, ma non lo avrei mai ammesso.

Con i polpastrelli pizzicò uno dei capezzoli sensibili ed il fuco nel mio basso ventre iniziò a bruciare, così senza neanche accorgermene mossi i miei fianchi incontrando sempre di più le sue dita.

“Sei così bagnata ed affamata…” Sussurrò mentre io ardevo di desiderio.

Le sue parole erano seducenti e mi facevano eccitare ancora di più.

Sentivo la sua erezione dietro di me crescere e diventare sempre più dura.

Mi chiedevo come fosse toccarlo, ma mentre mi perdevo nei miei pensieri, improvvisamente tirò via le dita, girò il mio corpo verso di lui ed il mio vestito scivolò giù sul pavimento creando un anello attorno ai miei piedi.

Lo guardai ansimando.

Ero completamente nuda di fronte a quest’adone, il suo sguardo dominate mi fissò ed io abbassai gli occhi inconsciamente. Sentivo ancora il mio corpo fremere per il desiderio, ma arrossii per l’imbarazzo.

Prendendomi il mento mi sollevò il viso.

“Guardami…”

Alzai gli occhi lentamente e pizzicai il labbro inferiore con i denti. I miei occhi grigi incontrarono i suoi verdi come uno smeraldo.

“Non ho intenzione di mangiarti…” Disse incurvando le labbra in un sorriso malizioso.

“Almeno no adesso.”

Un brivido corse lungo il mio corpo al suono di quelle parole.

Il suo agire autoritario e dominante si mescolava con il suo fascino e quel sorriso ammaliante. Era bellissimo e possente.

Il suo corpo era muscolo e i suoi occhi profondi erano un mix di cattiveria e lussuria.

Continuò ad avere un sorriso divertito stampato in faccia mentre mi guardava dalla testa ai piedi, e poi si leccò le labbra.

“Forse no…credo che ti assaggerò adesso…” Mi fissò ardentemente e si avvicinò facendo qualche passo.

Con entrambe le mani mi prese il viso e iniziò a baciarmi di nuovo, forte ed ancora più aggressivo. Mi girava la desta e il mio desiderio di essere posseduta cresceva sempre di più. Strinsi le gambe quando i succhi caldi della mia caverna iniziano a colare giù dalla mia fessura, mentre i suoi baci e il suo tocco mi eccitavano al punto che non potevo controllare i miei istinti. Continuando a baciarmi iniziò a spingere facendo qualche passo indietro, e mentre lo seguivo lentamente indietreggiai finché mi scontrai contro qualcosa di duro, una scrivania.

Sussultai all’impatto ma non mi staccai da lui. L’uomo mi tirò su a sedere e spinse via fogli e penne che caddero sul pavimento.

Mi stese sulla superficie fredda pur tenendo le nostre bocche incollate. Dopo un lungo e seducente bacio si staccò dalle mie labbra e mi guardò soddisfatto.

Il mio corpo nudo giaceva disteso sulla schiena e i miei capelli sparpagliati attorno al mio viso facevano da cornice. Lui si posizionò tra le mie gambe, e senza neanche chiederlo le divaricò rapidamente. I suoi occhi fissi sul mio bocciolo mi fecero arrossire. Lentamente iniziò a baciarmi il ginocchio poi l’interno coscia fino al mio inguine.

Mi tirai sui gomiti e guardai brevemente il soffitto prima di perdermi nella sensazione migliore del mondo.

Avvicinando il suo naso alla mia femminilità inalò l’aria come se stesse respirando la mia eccitante. Sentendo i suoi occhi su di me, abbassai furtivamente i miei e per un istante ci fissammo. Lui sorrise divertito prima di tirar fuori la lingua e assaggiarmi.

“Ohh…” Un gemito caldo e intenso lasciò le mie labbra sentendo la morbidezza della sua bocca contro la mia pelle sensibile.

La sua lingua iniziò ad accarezzare il mio clitoride e poi le mie pieghe, il brivido percepito fu inebriante.

Sentivo la mia figa pulsare dal piacere mentre la sua bocca mi divorava con sensualità.

Gemevo e mugolavo non riuscendo a trattenere le mie urla di piace.

La sensazione della sua lingua umida era così eccitante che non facevo altro che bagnarmi di più.

“Hai un buon sapore Victoria, mi fai impazzire…” Disse tra i denti.

Dio, nessuno mi aveva mai detto una cosa del genere.

La bocca di quest’uomo era seducente in ogni modo, a parole e a fatti.

Succhiando delicatamente il mio clitoride gonfio, espirai forte l’aria lasciando andare un altro forte gemito. Sempre più a fondo leccava e succhiava ogni piega della mia figa. Ero in estasi, ma desideravo di più.

Su e giù fino al mio ano con la sua lingua calda mi lubrificava con la sua saliva, ed io mi bagnavo come una diga rotta.

I suoi polpastrelli si avvicinarono e iniziarono a giocare con la mia figa e le sue dita esperte si infilarono dentro di me mentre la sua lingua mi stimolava il clitoride.

Inarcai la schiena sentendo il piacere crescere secondo dopo secondo.

Le sue dita si spingevano dentro, fino in fondo lasciandomi completamente bagnata.

Sentivo il mio corpo tendersi mente il formicolio tra le mie gambe diventava sempre più inteso.

Strinsi le mani ai bordi della scrivania avvertendo la sensazione delle pareti della mia figa stringersi attorno alle sue dita.

La frizione e la constante penetrazione mi stava portando al limite. La sua lingua continuava a leccare il mio clitoride pulsante, ero quasi pronta ad esplodere.

“Lasciati andare tesoro…Vieni per me piccola…Vienimi in bocca… “ Disse con desiderio.

Dio, stavo impazzendo dal piacere.

La sua voce lussuriosa incitò per il mio rilascio che venne forte tra i miei acuti gemiti. L’uomo infilò le dita ancora una volta e i miei succhi caldi vennero fuori dalla mia fessura mentre lui mi leccò bevendo fino all’ultima goccia di me.

Ero senza fiato, ma la sua bocca non lasciò la mia figa finché non fu soddisfatto.

Respirai profondamente e chiusi gli occhi.

Mi sentivo leggera e appagata.

Scarica subito l'app per ricevere il premio
Scansiona il codice QR per scaricare l'app Hinovel.