Libreria
Italiano

Posseduta dai miei diavoli

171.0K · Completato
Realme
105
CapitolI
90.0K
Visualizzazioni
9.0
Valutazioni

Riepilogo

Victoria Starling è un giovane ingegnere con un passato che nascondere molti segreti. Due diavoli le daranno la caccia e cercheranno di piegarla e sottometterla ai loro desideri carnali. *COMPLETATA E REVISIONATA*

MiliardarioAlfaTriangolo AmorosoAmore18+DominanteVero AmoreGelosiaPossessivo

Capitolo 1

POV DI VICTORIA

Oh Dio! Che mal di testa. Pensai stringendo forte gli occhi. Le mie tempie pulsavano come un tamburo durante una marcia di paese.

Cosa diavolo mi era successo?!

Avevo le palpebre pesanti e sentivo ogni arto intorpidito, per non parlare del resto del corpo, sembrava pesasse una tonnellata dando la sensazione che fossi incatena.

Mi sentivo stanca, anzi esausta, quasi come se avessi corso una maratona.

Qualsiasi cosa facessi, qualsiasi tentativo di movimento era impossibile. Il mio corpo si rifiutava di svegliarsi.

Più ci provavo e più non ci riuscivo.

Perché questa sensazione?

Perché mi sentivo così?

Provai a spostare i piedi e, Santo cielo, improvvisamente percepii un forte fastidio tra le mie gambe.

Sapete di cosa sto parlando, vero?

Quella strana sensazione dopo una lunga notte di sesso. Si, esattamente quella…Aspetta…Cos’avevo detto? Sesso?

E con chi?

Ok, calma Victoria!

Provai a non agitarmi e non andare nel panico.

Respira, un, due, tre, respira.

Concentrata su me stessa cercai di fare qualcosa.

Dal momento che i miei occhi avevano deciso di non collaborare, provai a sentire con i miei altri quattro sensi.

Volevo capire dove fossi e cosa mi fosse capitato.

Prendendo un lungo e profondo respiro mi resi conto che nell’aria calda e confortevole della stanza c’era un forte profumo maschile.

Inalai più e più volte.

Dove avevo sentito quel profumo?

Sembrava così familiare.

Era una di quelle costose colonie dal gusto intenso, proprio da uomini ricchi.

L’essenza acuta si addensò nelle mie narici fino a raggiungere la gola e poi giù a riempire i miei polmoni risvegliando in me qualcosa di proibito, come uno strano desiderio.

Mentre l’olfatto lentamente si attivava e mandava impulsi al mio cervello, la sensazione di mani grandi sul mio corpo svegliavano il tatto.

Sentivo che erano possenti ed ingombranti e pesavano placidamente sui miei fianchi quasi a coprire le mie natiche.

La percezione di palmi grandi e caldi sulla mia fragile struttura nuda quasi bruciava la mia pelle ancora sensibile, ma la sensazione anziché infastidirmi, mi piaceva.

Anche se non vedevo, potevo sentire che eravamo sdraiati l’uno di fronte all’altra.

Il suo respiro regole accarezzava la mia fronte mentre io restavo accovacciata con le braccia piegate contro il mio petto cercando di non toccarlo.

Restai immobile per qualche secondo assaporando questa sensazione piacevole ma sconosciuta.

Aspetta un attimo! Cosa diavolo sto farfugliando?! Piacevole un corno!

Sono nuda, immobile, dolorante tra le gambe e felice di essere toccata da uno sconosciuto?

Sono diventata matta?

Chi era questa persona?

Improvvisamente un brivido di paura mi attraversò la schiena mentre mi agitavo pensando a cosa fosse successo.

Chi era quest’uomo? Ero andata a letto con uno un completo estraneo?

Victoria Starling ti ha dato di volta il cervello?

Sono impazzita! Devo aver perso la testa, o forse… Mi hanno drogata, si!

Non c’era altra spiegazione, questo comportamento non era assolutamente da me.

Non sono mai stata una da sesso occasionale.

Ho sempre sognato l’amore vero e trovare li principe azzurro, e adesso?

Adesso ero sdraiata accanto ad un uomo e non avevo idea di chi fosse.

Rabbrividii pensando al peggio.

E se fosse un pazzo psicopatico?

Cristo, ti prego. Non voglio finire a pezzi e poi essere gettata nel cassonetto dei rifiuti.

Ti prego tirami fuori da questa situazione.

Strizzai gli occhi per il terribile mal di testa e la paura.

Dovevo muovermi e scappare il prima possibile!

Lentamente, cercando di recuperare le forze mi tirai le mani al viso.

Ero in un terribile stato di confusione, volevo gridare aiuto, ma una parte di me sapeva che non era la soluzione.

Mentre mi perdevo nelle mie paranoie, mi irrigidii, d’un tratto mi resi conto di una presenza alle mie spalle.

Qualcuno giaceva dietro di me.

Deglutii e trattenni l’aria.

Cosa faccio adesso? Il cuore iniziò a battermi forte nella cassa toracica.

Mi sentivo in preda ad un attacco di panico.

Porca miseria, com’ero finita in questa situazione?

Beh chiunque fosse dietro di me, restò immobile senza toccarmi, ma nonostante non fosse così vicino potevo sentire la sua presenza perché il calore di un altro corpo era facilmente percepibile sulla mia pelle nuda.

Cosa mi era accesso?

Perché non lo ricordavo?

Ero con due uomini?

O forse c’era una donna.

Questo è impossibile!

Sesso a tre?!

No, non io. Non Victoria Starling.

Scossi la testa internamente. Non mi sarei mai lasciata andare a queste cose oscene.

Ricordando la mia posizione, deglutii un boccone di saliva.

Mi sentivo nervosa ed agitata.

Restai immobile pensando cosa fare e dopo un tempo che sembrò un eternità, senza fare troppo rumore cercai di girarmi lentamente e vedere chi ci fosse alle mie spalle e chi avessi di fronte.

Non appena presi il coraggio di fare un passo, l’uomo di fronte mi tirò a se tra le sue braccia.

Oh no! Strizzai di più gli occhi per lo spavento.

La sua presa mi strinse forte e le sue mani mi cinsero la vita avvicinandomi di più al suo petto. Le sue braccia mi avvolsero al punto in cui non potevo più muovermi.

Ero così vicina al suo corpo che potevo sentire il suo cuore battere.

Resati ferma aspettando nuovamente il momento giusto. Quando fui sicura che stesse dormendo, mossi leggermente le spalle e con mio stupore lui allentò la presa.

Grazie a Dio! Tirai un sospiro di sollievo.

Finalmente dopo molteplici tentativi iniziavo ad avere un certo controllo del mio corpo.

Concentrai tutte le forze e cercai di aprire gli occhi che poco a poco iniziarono a rispondere.

Mi stropicciai le palpebre e finalmente fui in grado di guardami attorno.

La luce velata della luna rifletteva da una grande finestra posta ai piedi del letto. Passarono alcuni minuti prima che potessi muore qualche altro muscolo, così restai immobile a guardare il nulla.

Provai a girare il collo lentamente, ma con mia sorpresa vidi che non c’era nessuno alle mie spalle.

Cosa? Sbattei le palpebre più volte.

E pure ero sicura di aver sentito qualcuno, ma no, invece c’eravamo solo io e l’uomo alla mia destra.

Dopo aver chiuso nuovamente gli occhi tirai un mezzo sospiro.

Forse lo avevo solo immaginato…si!

Senza dubbio!

Uno sconosciuto era già abbastanza figuriamoci due.

Dopo aver riposato le palpebre per qualche altro minuto, finalmente decisi di agire, e poco dopo mi tirai su a sedere.

Cristo Santo! Mi sentivo una poltiglia, come se fossi stata messa in un frullatore.

Forza Victoria, puoi farcela!

Cercando di aiutarmi, dopo alcuni sforzi, finalmente presi possesso di me stessa, ma quando i miei occhi iniziarono a guardarsi intorno, un incredibile senso di ansia mi investì come un uragano.

Mentre scrutavo il luogo attorno a me con attenzione, portai le mani al petto avvertendo l’aumento dei miei battiti.

Non sapevo dove fossi e soprattutto come fossi arrivata qui, ma ciò che rendeva la situazione peggiore era il mio forte mal di testa.

Dio mio! Chiusi di nuovo gli occhi per cercare di ricordare l’ultimo evento, ma nella mia mente appariva solo un breve frammento della cena di beneficenza.

Beh che importanza ha adesso?! Ora devo solo trovare un modo per andare via.

Aprii di scatto le palpebre e notai che la camera in cui mi trovavo non era una stanza di hotel, questa era sicuramente la casa di qualcuno e mi chiedevo come ci fossi arrivata.

Spontanea volontà o mi avevano costretta?

Pensando al peggio, con lo sguardo cercai subito una via d’uscita.

Lenzuola di seta nera sfioravano le mie gambe, la stanza era buia, ma la luna illuminava abbastanza da poter rivelare alcuni dettagli.

La camera da latto era grande anzi enorme, quasi tanto quanto il mio appartamento.

Di fronte al letto, di fianco alla grande finestra c’erano due porte.

Quella di destra poteva essere una cabina armadio o forse un bagno, mentre quella a sinistra era colei che stavo cercando: la mia via di fuga.

Molto lentamente spostai le lenzuola e scesi dal letto cercando di non svegliare l’uomo accanto a me.

Oh si, l’uomo! Ero così concentrata a scappare che non avevo prestato attentamente alla persona che probabilmente mi aveva porta qui.

Abbassai lo sguardo e mi soffermai a guadarlo con attenzione.

Aveva un volto stranamente familiare, ma non riuscivo a ricordare dove l’avessi visto. Certo che era sexy e dovevo ammettere che era bello, anzi quest’uomo che dormiva accanto a me era un vero dio greco.

Il suo corpo seminudo era possente. Grandi braccia, spalle larghe e addominali ben scolpiti. La sua bellezza e mascolinità erano di un altro livello, un mix tra il diabolico e proibito. Strinsi le spalle sentendo una strana sensazione mista tra paura, timore e…eccitazione?!

No, cosa sto dicendo. Scossi la testa chiedendomi come fossi mai potuta finire a letto con un uomo del genere.

Non pensarci troppo Victoria, adesso vai via.

Mi vestii velocemente cercando di recuperare tutte le mie cose sul pavimento.

Presi la borsetta e tirando fuori il cellulare notai che era notte fonda, 3:30 del mattino. Sospirai pensando che l’alba non sarebbe arrivata prima di qualche ora.

Mi sentivo spaventa, non solo non sapevo dove fossi, ma fuori era buio pesto.

Nonostante la paura cercai di far lavorare il cervello… Forza Victoria pensa come uscire da questo pasticcio.

Beh innanzitutto dovevo lasciare la stanza. Dopo aver ingoiato l’aria mi avvicinai alla porta e la aprii cautamente.

Gettando la testa fuori guardai a destra e poi a sinistra e notai un grande corridoio.

Era completamente vuoto e poco illuminato. Fantastico, non sapevo in quale direzione dirigermi. Entrambi i lati era completamente uguali, ma mentre riflettevo tenendo le mie scarpe con il tacco a spillo in mano, udii dei passi improvvisi. I bisbigli ed i rumori provenivano da destra, così socchiusi velocemente la porta e mi nascosi dietro di essa.

Sbirciai un pò per vedere.

C’erano due uomini vestiti di nero.

Sembrano due guardie. Che stranezza.

Chi possiede questo tipo di sorveglianza?

Il presidente?

Ma dove diavolo sono?

E se fossi stata rapita da loro, quegli uomini di quella notte? Il ricordo del passato mi scivolò addosso come una doccia gelata. Erano tornanti per me? Dopo tutto questo tempo?

No! Strizzai gli occhi per la paura e a causa della forte ansia iniziai a respirare freneticamente.

Calmati Victoria, calmati.

Quello è solo un ricordo, adesso sei al sicuro, mi dissi più volte.

Respirando lentamente provai ad ascoltare la vocina dentro di me e solo dopo alcuni minuti fui in grado di gestire il mio stato d’animo.

Il trauma che avevo subito da bambina, quello che credevo fosse sotterrato profondo nei miei ricordi, era ancora vivo e presente nella mia mente, ma adesso dovevo reagire e salvarmi proprio come l’ultima volta.

Tranquilla Victoria. Autocontrollo. Cercai di farmi coraggio e reagire.

Gettai nuovamente la testa fuori.

Le guardie erano passate, così senza perdere altro tempo mi precipitai sul corridoio e pensando che nessun altro potesse passar a controllare, iniziai a correre verso destra.