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Capitolo 5

La piramide di schede stava in bilico sulla sua scrivania malconcia, minacciando un equilibrio davvero precario.

Ne aveva selezionati almeno sei per il suo piano di recupero, tuttavia, soltanto due le avevano accesso la speranza.

Il primo nominativo, Edward Macdowell, l’aveva incuriosita per la nota in calce alla sua scheda.

“Non recuperabile” diceva, poi più niente.

L’altro candidato, James Simmons, l’aveva colpita per il fatto che era un uomo di colore, e nello stato dello Utah se ne vedevano davvero pochi.

Era uno stato che ospitava una minoranza di popolazione nera, anche se il territorio, comunque, vantava una massiccia presenza di indiani Navajos, che erano per lo più dislocati nelle riserve.

Helena ebbe un brivido lungo la schiena, lo spiffero che soffiava dalla finestra di quella stanza stava iniziando ad infastidirla, prese la cartella di Macdowell e iniziò a leggerne il lignaggio.

Rimase immediatamente stupita nell’apprendere che la madre di quel detenuto fosse una pellerossa.

La studiò a lungo cercando una fotografia che gli confermasse la sua provenienza, ma non la trovò.

Era recluso da cinque anni e negli ultimi due era stato trasferito nel braccio C, a causa del suo comportamento ribelle.

Era stato condannato a vent’anni di reclusione per omicidio colposo. Aveva investito una ragazza con l’automobile ad una forte velocità e l’impatto era stato fatale per lei.

Si era sempre difeso sostenendo che non l’aveva vista, che era stata una stramaledetta disgrazia, ma la giuria non gli aveva concesso attenuanti e non era stata per niente clemente.

Inoltre, i genitori della vittima avevano fatto il possibile per ottenere il massimo della pena e ci erano riusciti così come confermavano le numerose lettere contenute nel suo dossier.

‘Che stramaledetto caso!’ mormorò Helena a voce alta scuotendo il capo.

Lesse voracemente tutto il resto dei documenti come fosse in preda ad una sorta di bramosia, le ingiustizie l’avevano sempre infastidita, ma questa aveva proprio l’aria di un complotto bello e buono.

‘Venticinque anni ...’ disse, scandendo l’età di quel detenuto, la sua stessa età.

Cominciò a predisporre il calendario dei colloqui e senza avere nessun ripensamento chiese il permesso di prendere in considerazione il caso di Edward.

Quando il Direttore prese atto di quel calendario non poté esimersi dall’esprimere il suo disappunto.

“Non avrebbe potuto scegliere candidato peggiore” il tono piccato e roco ostentò ancora di più il suo diniego.

“Perché?” chiese Helena semplicemente.

“Eddy mi ha dato sempre gravi problemi comportamentali. È indisciplinato, non mostra miglioramenti, sono stato costretto a metterlo in “isolamento” per diverso tempo e senza risultato. Ha sangue pellerossa nelle vene, lo sa? È difficile domare una natura così ribelle, quindi sono davvero riluttante a concederle il permesso”.

Helena non riuscì a contenere la rabbia, ciò che uscì dalla sua bocca fu più veloce dell’impulso dato al cervello “Lei sa che non può negarmelo, a meno che abbia delle forti pressioni che le impediscano di agire! Ma mi dica direttore, non è lei che comanda qui dentro?” Smith la guardò con sfida, quell’esternazione provocatoria e fuori luogo lo mise in ansia, restò in silenzio qualche secondo, quando si accorse che la donna non aveva ancora finito, alzò lo sguardo fissandola in cagnesco.

Ma Helena non si arrese né fu intimorita, disse“Mi ascolti bene, e lo faccia attentamente perché non lo ripeterò una seconda volta, se non otterrò questo permesso da lei, mi rivolgerò alla Commissione degli Affari per la giustizia e le garantisco, che non solo avrò tutte le concessioni che voglio, ma la citerò in giudizio per ostruzionismo!” Lo aveva detto con un tono minaccioso e tutto d’un fiato, era stata avvertita che avrebbe potuto accadere, toccava lei trovare la forza e il coraggio di ottenere ciò che voleva e lei lo aveva semplicemente fatto.

Era stata scelta per questo, era determinata, cocciuta e non si faceva intimorire da nessuno.

David Smith rimase in silenzio, si sedette sistemando da parte il suo bastone poi meditò su quelle parole fino a quando sospirò sonoramente, quindi disse, “Va bene, le farò avere tutti i permessi che vuole, mi consegni pure il calendario.”

Dopo qualche ora, Helena aveva già fissato i colloqui per tutta la settimana, il primo era prenotato per il giorno successivo e guarda caso si trattava proprio di quel ragazzo di venticinque anni.

Edward Macdowell, brillante studente alla Accademy School of Salt Lake City, diplomato in sistemi elettronici e impiegato alla Gates of Stars, era l’oggetto del suo interesse.

Aveva preso la nomina di miglior programmatore dello Stato, in merito ad un intervento effettuato personalmente che aveva evitato un pericoloso blackout.

Non solo era riuscito a sconfiggere un virus informatico davvero letale, ma era anche stato in grado di recuperare parte dell’archivio digitale, risolvendo gravissimi problemi alle aziende di credito. Dunque, avrebbe avuto una brillante carriera se non fosse accaduto quell’incidente.

Nella scheda era anche riportato l’intervento del suo responsabile di lavoro, che, durante il processo, lo aveva difeso chiedendo ogni sorta di clemenza, ma nulla era servito.

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