Capitolo 3 – Dove L'Ombra Si Insinua
Ariane
Perché sento già che qualcosa non va.
Un freddo strano si è installato nella stanza. L'aria è diventata più pesante.
Allungo la mano.
— Posso?
Esita, poi posa le dita sulle mie.
Il colpo è immediato.
Un soffio gelido mi invade, un'ombra che striscia sotto la mia pelle. Non è una malattia, non è un semplice dolore.
È qualcos'altro.
Qualcosa che la consuma, che la svuota poco a poco.
Riapro bruscamente gli occhi e lascio la sua mano.
Il mio respiro è affannoso.
Mi fissa con terrore.
— Vedi… vero?
Non rispondo.
Perché sì. Vedo.
E ciò che ho percepito mi gela fino alle ossa.
Rafael
— È solo l'inizio.
Alzo gli occhi verso l'uomo di fronte a me. Sistemato nell'ombra del bar, mi fissa con quell'aria enigmatica che mi ha sempre esasperato.
— Lo sapevi.
— Ovviamente.
Serro le mascelle.
— Perché non l'hai avvisata?
Sorridendo, divertito.
— Ariane non ti avrebbe ascoltato. Non più di quanto avrebbe ascoltato me.
Colpisco il tavolo con il pugno.
— Non è un gioco.
— Niente lo è, Rafael.
Un silenzio si fa strada.
— Ha già toccato l'ombra, vero?
Il mio cuore si stringe.
— Sì.
L'uomo annuisce lentamente.
— Allora è troppo tardi.
Un brivido mi percorre.
Perché so che ha ragione.
E che Ariane è ormai legata a qualcosa che la supera.
Ariane
Non avrei dovuto toccare quella ragazza.
Il freddo mi attraversa ancora, come un ago conficcato sotto la pelle. Massaggio le dita intorpidite, ma la sensazione non se ne va.
Il suo sguardo perseguita la mia mente. Quegli occhi neri, troppo neri. Come un pozzo senza fondo.
Chiudo le tende del mio studio, cercando di liberarmi della tensione che si è attaccata a me. Il mio respiro è corto. La mia mente rifiuta di ammettere ciò che so nel profondo.
Qualcosa si è infiltrato.
E ora è troppo tardi.
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Il pomeriggio si allunga in una lentezza insopportabile. Ogni paziente mi sembra più pesante del precedente. La mia energia si sgretola.
Quando finalmente esco, la notte è calata. L'aria è umida, carica di elettricità. Un temporale si avvicina.
Stringo il mio cappotto intorno a me e cammino rapidamente verso il mio appartamento.
Poi mi fermo.
L'impressione è improvvisa, brutale.
Qualcuno mi sta seguendo.
Tendo l'orecchio. Niente. Solo il silenzio soffocante della città a quest'ora tarda.
Ma il mio istinto non si sbaglia mai.
Riprendo il mio cammino, più in fretta. Il mio cuore batte contro la gabbia toracica.
E poi…
Un rumore. Leggero. Quasi impercettibile.
Dietro di me.
Mi giro bruscamente.
Nessuno.
Ma lo so.
Qualcosa è lì.
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Rafael
Sono sul tetto, osservando l'edificio sottostante.
Ariane cammina a passo rapido, nervosa. Ha sentito la presenza.
Stringo i pugni. È andato tutto più veloce del previsto.
L'ombra ha iniziato a seguirla.
Salto dal cornicione, atterrando dolcemente su un balcone più in basso, poi mi lascio scivolare nella viuzza adiacente. I miei passi sono silenziosi, il mio respiro controllato.
Arrivo dietro di lei, fondendomi nella notte.
Ho solo un secondo.
Allungo la mano e la afferro per il braccio.
Lei si dibatte immediatamente, il suo riflesso fulmineo. Ma sono più veloce.
— Sono io.
Si ferma.
Il suo sguardo incrocia il mio. Una tempesta.
— Cosa ci fai qui?
— Non abbiamo tempo, Ariane.
Cerca di liberarsi.
— Lasciami.
— Ascoltami. Non sei sola.
Fissa le sopracciglia, poi comprende.
Il suo viso si blocca.
Sa.
La tiro bruscamente verso di me.
— Non muoverti.
Non discute.
Ha imparato a fidarsi di me in questo tipo di situazioni.
Alzo gli occhi.
L'ombra è lì.
A pochi metri, nascosta nell'oscurità, una silhouette indistinta.
Ci osserva.
E aspetta.
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Ariane
Il mio respiro si blocca.
Non riesco a vedere chiaramente, ma la sento.
Una presenza soffocante.
Non ha volto. Non ha corpo. Solo una massa scura che ondeggia, si allunga.
— Non muoverti, ripete Rafael, la sua voce bassa contro il mio orecchio.
Non potrei muovermi anche se volessi.
L'ombra scivola lentamente, come una bestia in caccia.
Rafael stringe la sua presa su di me.
— Dovrai fidarti di me.
— Non ho scelta, sussurro.
Lui accenna un sorriso.
— Esattamente.
Poi, mormora qualcosa.
Una lingua che non riconosco.
L'ombra trema.
E scompare.
All'improvviso.
Come se non fosse mai stata lì.
Mi distacco dal suo abbraccio, il cuore che batte a mille.
— Cos'era ?!
Mi fissa.
— Ciò che temevo.
Scuoto la testa, furiosa.
— Dovrai spiegarmelo. Adesso.
Lui sospira e si passa una mano tra i capelli.
— Non è così semplice.
— Smettila di dire così!
Un silenzio si allunga.
Poi lui mormora:
— L'ombra non scomparirà.
Il mio sangue si gela.
— Tornerà, continua. Ancora e ancora.
Indietreggio di un passo.
— Perché?
Il suo sguardo si oscura.
— Perché ti vuole.
Il mondo si capovolge sotto i miei piedi.
E capisco che la mia vita non sarà mai più la stessa.
