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04

**04**

— Bellatrix Brown.

Lo dico mentre arriviamo agli armadietti.

— Wow… È un nome bellissimo !

Sorride e io arrossisco, apro l’armadietto e lascio dentro il libro di letteratura inglese, tenendo il resto nello zaino.

— Quindi ti sei trasferita qui dall’Inghilterra ?

— Sì, da Londra, in realtà.

Le sorrido.

— Ho sempre voluto andare a Londra…

Mormora, perdendosi nei suoi pensieri.

Dopo aver chiuso l’armadietto, mi appoggio contro lo sportello, indecisa se fare o no la domanda che mi frulla in testa.

— Ehm, c’è un ragazzo…

— Primo giorno e hai già messo gli occhi su qualcuno ! Una ragazza con degli obiettivi ! Mi piace !

Dice allegra.

— Oh no ! Non è affatto così !

Esclamo, leggermente inorridita.

— Oh… beh allora… chi è ?

— Ecco il punto, non so come si chiama. Tutto quello che so è che quando è arrivato in ritardo a lezione…

— La stanza è diventata silenziosa ?

Indovina lei.

— Sì, come fai a…

— Connor Michaels. Ascolta, quel ragazzo è un problema. È pericoloso e ingannevole, e se vuoi il tuo bene… stai alla larga da lui.

Mi avverte con un tono basso – tutta la felicità scomparsa dal volto.

— Oh, fidati, non voglio avere niente a che fare con lui. Quel cretino in realtà mi ha sollevata da terra e…

— Oh moi Dio… eri tu ?

Chiede con gli occhi spalancati.

— Già.

Immagino che le voci girino in fretta da queste parti. Sembra nervosa e preoccupata… per me.

— Cerca solo di non farlo arrabbiare di nuovo, okay ?

— Sì, lo prometto.

Mormoro. Lei mi sorride e iniziamo a camminare verso la lezione di Storia Avanzata degli Stati Uniti.

Mi disturba quello che ha detto su Connor. Cioè, capisco, è pericoloso e tutto, ma lasciarsi calpestare è un’altra storia. Le ho promesso che gli starò alla larga, ma se lui si mette sulla mia strada… le cose si metteranno male.

— Allora, l’insegnante è la signora O’Connell, ed è fantastica ! Ti piacerà un sacco !

Dice Jessica entusiasta, prendendomi per mano e trascinandomi in aula. Scorro i volti nella stanza, riconoscendone alcuni dalla lezione di inglese.

— Tu devi essere Bellatrix !

Esclama una donna bellissima, venendomi incontro con un sorriso dolce.

— Ehm, Bella.

Rispondo, con un sorriso timido stampato sul volto.

— Bella.

Ripete.

— Bene, Bella, ti va di dire qualcosa su di te ?

Jessica corre al suo posto, lanciandomi un sorriso incoraggiante. Guardo tutti quei volti sorprendentemente interessati.

— Ciao a tutti, mi chiamo Bellatrix Brown, ma preferisco Bella. Mi sono trasferita qui da Londra, in Inghilterra, e ehm…

Mi fermo, non sapendo cos’altro dire.

— Va bene così, perché non ti siedi accanto a Liam ? Alza la mano, Liam.

Dice la signora O’Connell.

Mi siedo accanto a un ragazzo dall’aspetto nerd. Beh, forse non dovrei giudicare, ma davvero, indossa le bretelle e quegli occhiali spessi con lenti giganti.

— Ehi, sei tu la ragazza che Connor ha chiamato sgualdrina ?

Chiede a bassa voce, girandosi verso di me.

Faccio una smorfia e respiro profondamente.

— Sì.

Le voci qui girano davvero in fretta.

— Beh, voglio dire, hai il seno tutto in vista…

Mormora, tornando a guardare la lavagna.

Mi si spalancano gli occhi e la bocca mi si apre. Ma quanto è maleducato ? Aggrotto la fronte e abbasso lo sguardo.

Oh cavolo.

Liam non stava mentendo… questo pagliaccetto è davvero scollato. Come ho fatto a non accorgermene ? Beh, immagino spieghi tutti quei fischi e gli sguardi dei ragazzi nel corridoio.

Arrossisco un po’ e mi affondo nel sedile, cercando di tirare su il davanti del pagliaccetto il più possibile. Sai, credo di poter dare la colpa a mia madre per questo. Ho ereditato la mia terza abbondante da lei.

La lezione di Storia Avanzata degli Stati Uniti è davvero interessante, e Jessica ha ragione, alla fine della lezione adoro la signora O’Connell. Tiene viva la classe e, a differenza del professor Henderson, l’insegnante d’inglese, non è mai noiosa.

Sono l’ultima a uscire dall’aula e mi sento sollevata quando vedo Jessica che mi aspetta.

— Ora abbiamo… spagnolo.

Gli occhi di Jessica si stringono e fa una smorfia. A quanto pare non le piace spagnolo…

— Dai, ci sono io, non può essere poi così male.

La rassicuro, prendendole la mano e stringendola piano.

— Hai ragione ! Per una volta, potrei davvero divertirmi a lezione di spagnolo !

Esclama, trascinandomi giù per il corridoio verso l’aula.

50 minuti dopo

— LIBERTÀ !

Grida Jessica, trascinandomi fuori dall’aula appena suona la campanella. Scoppio a ridere e corro con lei verso gli armadietti.

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