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— Ehi ! Hai lo stesso nome di quella strega in Harry Potter ! — urla un ragazzo coi capelli rossi.
— Ehi ! E tu assomigli a Ron Weasley ! — gli rispondo.
La classe scoppia a ridere e il ragazzo mi sorride, ridendo insieme agli altri.
— Ecco qui, Bella — dice l’insegnante, porgendomi una piccola pila di libri.
Li prendo e vado verso il posto vuoto in fondo all’aula. Appena mi siedo, tutti smettono di ridere e ricominciano a bisbigliare. Il ragazzo accanto a me mi lancia occhiate preoccupate, che ignoro mentre sistemo i miei libri sul banco e apro lo zaino per prendere una penna.
All’improvviso la porta si spalanca con un botto e i bisbigli cessano. Che cliché, penso tra me e me, ora entrerà il ragazzo più bello del mondo.
Be’. Salve.
Sì, entra proprio il ragazzo più bello che io abbia mai visto. Il cuore mi inizia a battere più forte mentre si avvicina a me.
Oh moi Dio… Sta venendo a parlarmi ?!
— Fuori dal moi posto, troia.
Il cuore smette di battermi all’improvviso.
— Come, scusa ? — chiedo, con un tono freddo che si insinua nella mia voce.
Lui alza le sopracciglia, sorpreso che io abbia risposto invece di scappare via.
— Ah, sei una puttana inglese.
Sgrano gli occhi e guardo l’insegnante, cercando aiuto, ma lui resta seduto alla cattedra con la testa tra le mani.
— Fuori dal moi posto — ripete il ragazzo, incrociando le braccia.
— No — scatto, fissandolo con odio.
— Come, scusa ? — chiede, incredulo.
— Ho balbettato forse ? — ringhio, incrociando le braccia con aria di sfida.
La classe si riempie di sussurri e sospiri mentre tutti ci osservano. L’istante dopo mi ritrovo sollevata in aria e scaraventata per terra come un sacco di patate, proprio accanto al banco. Mi lancia contro anche lo zaino e i miei libri. Rimango seduta lì, a terra, a bocca aperta, fissandolo mentre lui mi sorride con un ghigno.
— Tesoro, forse ti conviene chiudere la bocca, a meno che tu non voglia offrire qualcosa, se capisci cosa intendo — dice, facendomi l’occhiolino.
Chiudo subito la bocca.
Dio… sarà una giornata lunghissima.
Il resto della lezione di inglese è un disastro. Tutti continuano a voltarsi a guardarmi, lanciandomi quegli sguardi pietosi che detesto. Il ragazzo, invece, si comporta come se non avesse appena scaraventato una ragazza per terra. E l’insegnante non dice una parola fino alla fine della lezione, quando mi informa che mi faranno portare un banco.
Nessun “Ehi Bella, scusa se sono stato un codardo e non ho controllato la classe mentre quel cretino ti trattava male.”
Sì… già odio questo insegnante.
Appena la lezione finisce, quel tizio quasi mi calpesta pur di essere il primo ad uscire. Quando finalmente esco anch’io, inizio a cercare il moi armadietto.
Armadio n : 143
Ah. Che carino, vero ? -_____-
Mi faccio strada tra la folla di studenti che mi viene incontro, solo per rendermi conto che stavo andando nella direzione sbagliata.
— Maledizione ! — mormoro sottovoce.
Una ragazza lì vicino, che sta parlando con un gruppo di amiche, mi guarda e mi sorride, avvicinandosi a me.
— Sei nuova ? — mi chiede.
— Sì… si vede così tanto ?
Ride e indica il fascicolo che ho in mano.
— Dai, fammi vedere l’orario — dice, prendendo delicatamente il foglio dalle mie mani.
La osservo mentre lo scorre con lo sguardo, i suoi occhi si illuminano man mano che legge.
— Abbiamo tutte le lezioni insieme ! — strilla, abbracciandomi. Sorpresa, riesco appena a restituirle un piccolo abbraccio.
— Aspetta… se abbiamo tutte le lezioni insieme, dov’eri durante inglese ? — chiedo, confusa.
— Ah, sì, avevo un appuntamento dal dottore — spiega. — Qual è il tuo armadietto ?
— Centoquarantatré.
Sgrana gli occhi e sembra felicissima.
— Sei proprio accanto a me !
Le sorrido mentre iniziamo a camminare verso gli armadietti.
— E tu come ti chiami ? — le chiedo con naturalezza.
— Jessica Poston — mi dice, guidandomi lontano da una folla di studenti che ci viene incontro.
