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Capitolo SEI

Non sai per quanto tempo hai dormito, ma ci sei riuscita comunque anche così, legata e bendata. Non puoi dire di aver dormito bene visto che hai fatto sogni inquietanti e anche spaventosi, ma ora che sei sveglia non puoi dire di essere più tranquilla, anzi.

Senti del movimento intorno a te. L'accampamento è vivo e si sentono voci e rumori di ogni genere. Ora però qualcuno sta attizzando il fuoco accanto a cui sei sdraiata e il tuo corpo sta iniziando a risentirne il calore piacevole, ma si sentono anche odori e profumi nell'aria. Poco prima c'è stato quello che sembrava un appello militare e subito dopo gli uomini avevano anche assolto al loro dovere quotidiano pregando tutti insieme il loro Dio.

Te ti muovi piano. Sei ancora bendata e legata e la notte l'hai trascorsa in queste condizioni, ma almeno non sei più stata imbavagliata e questo è una cosa di per sé assai positiva. Ora se solo riuscissi a metterti in posizione seduta.. Ti muovi piano sul tappeto di cui hai dormito tutta la notte, inarchi la schiena, provi a contrarre le gambe. Riesci a levarti da dosso la coperta che questa notte l'uomo ti aveva buttato addosso per ripararti dal freddo, ma dopo non riesci proprio a tirarti su. Alla fine ti devi rassegnare e ti abbandoni sul tappeto con un sospiro di stizza e rabbia, ma è solo allora che..

"Maria, ha dormito bene?"

Hai un sussulto violento e giri la testa verso la voce che si sta rivolgendo a te. La voce, quella di ieri notte, quella che parla un buon italiano, l'unica voce che non ti è più amica di quella degli altri uomini di questo gruppo di maledetti bastardi, ma che almeno finora ha tentato di renderti le cose un po' più semplici e tollerabili.

"Non deve scoprirsi così. I miei uomini sono fedeli e obbedienti, ma il suo corpo ai loro occhi è bello e invitante e nessuno di loro sa che il suo destino è già stato scritto da altre persone. Non devono toccarla e loro lo sanno benissimo, ma la notte nel deserto è lunga e silenziosa e chi può dire cosa accade quando i fuochi si spengono e il buio diventa il padrone?"

Beh, almeno ti ha avvertito.. Riesci a sorridere alle parole dell'uomo, ma non osi rispondere con una battuta alle frasi dell'uomo. Del resto non è tua abitudine dormire legata e bendata in mezzo al deserto insieme a dei perfetti sconosciuti.

Finisci per morderti le labbra e resti in silenzio e allora l'uomo ti rovescia sul tappeto a pancia sotto e poi ti slega le gambe e i gomiti.

"In piedi ora, Maria. Andiamo: prima deve mangiare qualcosa e dopo dovrà lavarsi e togliersi di dosso quegli stracci"

Ti senti mettere in piedi e poi finalmente ti vengono tolte le manette e la benda dagli occhi. Il sole del mattino ti brucia subito gli occhi e non riesci nemmeno a tenere la testa sollevata per guardarti intorno, ma vedi comunque almeno altri tre fuochi e diverse tende e veicoli fuoristrada. Vedi l'uomo avviarsi e dirigersi verso una delle tende e ti ritrovi a seguirlo, ma intanto getti uno sguardo intorno a te e vedi molti uomini armati tutti con il viso coperto e anche delle palme e almeno un paio di costruzioni in muratura.

Entri nella tenda e vedi l'uomo seduto a un tappeto posto proprio in mezzo alla stessa. Lui non ha il viso coperto e non fa nulla per coprirsi o nascondersi: viso dal taglio regolare, carnagione ed occhi scuri, circa quaranta anni decisamente ben portati, un filo di barba ben curata, occhi neri dal taglio leggermente obliquo.

"Si accomodi Maria. Questa tenda adesso è la sua tenda e sarà così fino a ..."

Si blocca repentinamente, forse stava parlando troppo. Te, da parte tua, lo ringrazi e ti siedi a tua volta e poi accetti un vassoio pieno di dolci e datteri che l'uomo ti porge con un sorriso. Ne mangi uno con titubanza, ma lo trovi buono e poi hai fame adesso. Lo finisci rapidamente e ne prendi un altro e intanto una donna ti si avvicina e ti versa del thè caldo ed estremamente aromatico.

"Meglio cappuccino e brioches, Maria? Sta rimpiangendo l'Italia in questo momento?"

"In Italia non sono mai stata rapita e non ho mai passato la notte legata e bendata. Dovevo venire fino a Dubai per vivere una simile esperienza, ma ne avrei fatto volentieri a meno, mi creda"

Bevi un sorso di thè e mangi un altro dolcetto tenendo gli occhi bassi. Dovresti cercare di essere più accondiscendente forse, ma la diplomazia non ha mai fatto parte del tuo bagaglio personale e la tua lingua é sempre stata troppo veloce per controllarla come si deve. Il silenzio dell'uomo peraltro ti sorprende e alla fine ti ritrovi a dover alzare la testa e a guardarlo con un aria che vorresti ostentasse sicurezza e non paura e timore. L'uomo sta scrivendo qualcosa su un cellulare e non sembra nemmeno aver sentito le tua parole. Ti guarda e sorride e così facendo noti i suoi denti bianchi e curati e anche la pelle curata e pulita del suo viso.. Un uomo del deserto molto sui generis quello che hai davanti ai tuoi occhi, curato e ordinato come un manager di una città metropolitana, ma trapiantato in un deserto che più profondo e recondito di così..

"Bene Maria. Se ha finito e vuole seguire la mia serva.."

Ti indica la donna che ti ha servito il thè e la osservi. Indossa una lunga palandrana bianca e ha il viso velato. Ti alzi lentamente mentre l'uomo resta seduto, con una tazza di caffè fumante in mano e il cellulare acceso davanti a lui.

"La laverà personalmente e dopo le darà i vestiti da indossare per sostituire quegli orribili stracci maleodoranti che indossa. Se si comporterà bene e a modo dopo le offrirò una tazza di caffè e la terrò mia ospite personale in questa mia umile dimora. Vada Maria, la aspetterò qua"

La donna ti guarda e nei suoi occhi grigi leggi un espressione di malinconia profonda. Il velo che le copre il viso non nasconde completamente il suo incarnato scurito dal sole e nemmeno le rughe profonde che le solcano il contorno degli occhi. Lei si avvia e te la seguì, attraversate la tenda posteriore, la superate e poi vi ritrovate di fronte a una pozza d'acqua circondata da palme e da qualche cespuglio. La donna si ferma e da una scatola che trova sulla sponda della pozza tira fuori una spazzola e dei flaconi di quelli che potrebbero essere dei detergenti. Li prepara con calma e attenzione mentre te resti ferma e la guardi nelle sue mosse senza dire nulla. Aspetti che accada qualcosa, che questo silenzio si spezzi finalmente.

Quando finalmente la donna torna a guardarti la prima cosa che ti colpisce in lei è il suo sguardo che si fa subito rabbuiato. Ti guarda e aggrotta la fronte, sembra sospirare..

"Naked.. Now.. Naked.."

Ti indica l'acqua e capisci che vuole che ti spogli e che entri nella pozza. Ti senti male al solo pensiero di farlo, ma sai bene che non hai scelta o speranze di poter disubbidire a questo ordine così perentorio. Ti viene da piangere mentre ti slacci i calzoncini e li abbassi e poi mentre ti levi anche la maglietta ormai lurida e strappata. Resti con le sole mutandine e guardi di nuovo la donna che indica i tuoi slip.

Maledetta bastarda, ma che cazzo vuoi da me? Scuoti la testa e lei allunga una mano per afferrarteli e te allora fai due passi indietro. Ti guardi intorno e non vedi nessuno, ma lei inizia ad urlare e capisci che sta chiamando qualcuno e allora ti affretti ad abbassarli e a scalciarli via con un atto di rabbia.

"Ok.. Ok, very good now. Let's go now"

Entra in acqua tutta vestita e te la seguì piangendo. Te nuda come un verme in un campo di uomini e lei coperta come una suora, immerse nell' acqua quasi tiepida di questa pozza in mezzo al deserto. Ti fa cenno di immergerti e obbedisci, te lo fa fare un paio di volte e la vedi sorridere. Alla fine inizia ad insaponarti con cura corpo e capelli e poi ti fa incrociare le mani dietro alla nuca e restare così ferma, immersa nell'acqua fino alle cosce. Ti passa dietro e ti lava la schiena ed i capelli, indugia sui tuoi glutei e gli dà anche due sonore sculacciate, un atto che sembra divertirla moltissimo visto che inizia a ridere di gusto.

Sei confusa. Vorresti girarti ed ucciderla, strozzarla, affogarla in quell'acqua ferma e calda. Ma lei ti sta trattando con cura, le sue mani sono morbide, i suoi tocchi delicati. Ora sta anche cantando sottovoce una melodia, una qualche canzone di cui ovviamente non capisci una sola parola, ma questa cosa non è poi così spiacevole. Ti senti almeno curata, coccolata, aiutata in ...

Ti senti osservata e allora giri la testa e vedi l'uomo che parla italiano. Ti sta osservando dalla sponda e intanto ti sta scattando delle fotografie con il cellulare. Ti guarda, si mette a ridere e ti scatta altre fotografie. Te hai il viso in fiamme e ti senti morire, vorresti scomparire, dileguarsi, andare via da questa terra e da questo mondo.. Ma lui..

"Venga Maria. Il caffé è quasi pronto e poi deve ricordarsi che qua non siamo a una SPA in Italia. Le cure sono finite, deve tornare a guadagnarsi il pane quotidiano adesso"

Esci dall'acqua lentamente e ogni passo ti costa una fatica immane. Giunta sulla riva l'uomo ti porge una salvietta rosa mentre la donna, da parte sua, inizia ad asciugarsi strofinandoti vigorosamente il corpo con un telo da bagno.

"Come ci si sente dopo un bel bagno, Maria? Meglio vero?"

"Se non ci fossero i guardoni a guardarmi e a farmi fotografie mi sentirei anche meglio, ma temo che dovrò abituarmi a queste cose finché sarò sua ospite, signor.. Ecco, non so nemmeno il suo nome, come devo chiamarla?"

Ora l'uomo ti ride apertamente in faccia. Per la prima volta abbandona quella sorta di distacco e diventa quasi violento nei suoi modi.

"Maria, lei qua non è un ospite. Lei è una prigioniera, una semplice inutile squallida prigioniera. Non giochi con me con le parole e non si consideri migliore o superiore a me. Chiaro?"

Non ti aspettavi quella reazione così brusca, le parole dell'uomo ti fanno ricadere pesantemente nella realtà in cui effettivamente sei precipitata. in quel mondo non sei altro che una semplice donna occidentale nuda e prigioniera in mezzo al deserto..

Sussurri un si e l'uomo tira fuori delle manette e ti fa cenno di porgere i polsi. Te ti sistemi l'asciugamano in modo da coprirti il corpo nudo e poi tendi le mani verso l'uomo che te le ammanetta strettamente strappandoti un gemito di dolore.

"Bene Maria. Pronta a seguirmi allora?"

"Si.. Si Signore, sono pronta"

Lo sguardo dell'uomo diventa più oscuro e i suoi occhi sembrano restringersi. Lo guardi preoccupata mentre ti si avvicina e poi afferra l'asciugamano che ti ricopre e lo getta al suolo. Ti ritrovi nuda di fronte a lui, scalza e impotente. Inizia a piangere e lui ti scatta diverse fotografie con quel maledetto cellulare. Ti gira intorno, ti fa allargare le gambe, alzare le braccia, piegare in avanti.. Ti senti creta nelle sua mani, ti sembra di essere soltanto un materiale morbido e malleabile, qualcosa da trattare e trasformare a proprio piacere.

Lo vedi mentre usa ancora il cellulare, lo osservi mentre scrive e legge qualcosa. Alla fine sembra soddisfatto e torna a guardarti.

"Andiamo Maria.. Ho da fare adesso"

Si avvia e rientra nella tenda e te lo seguì, a passi lenti e incerti, con gli occhi pieni di lacrime e il cuore colmo di paura..

Ed ora? Cosa ti aspetta ancora?

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