Capitolo CINQUE
Fa freddo. Un freddo pungente, che ti fa tremare come una foglia. Senti crepitare un fuoco non lontano da te, ma non ne senti il calore e ora ti sei distesa nella sabbia e raggomitolata su te stessa. Hai sete, fame, dovresti andare in bagno, ti fa male dappertutto.. Ma che situazione di merda.
Mugoli piano nello straccio che ti tappa la bocca e poi nuovi la testa per cercare di respirare un po' meglio, quel maledetto cappuccio ti si attacca sul viso e respirare sta diventando un'impresa sempre più complicata.
Il viaggio non è stato molto lungo, ma per te é stato comunque un incubo. Eri sdraiata sul pianale del cassone di quello che doveva essere un pick-up e con te c'erano diversi uomini che parlavano tra loro e ogni tanto scoppiavano a ridere in modo sguiato. Sentivi il sapore nauseante dello straccio in bocca, ma nell'aria si sentivano anche forti odori di olio, cuoio e sudore. Avevi cercato di spostarti come potevi per sottrarti a tutti quegli odori e alla fine avevi fatto ridere tutti con i tuoi sforzi, ma almeno eri stata sollevata e sistemata in posizione seduta, bloccata saldamente tra le gambe di uno di loro. Avevate viaggiato per un po' di tempo, ma quando il furgone si era fermato avevi avuto paura che stessero per ucciderti e che fosse semplicemente giunta la tua ora. Invece eri stata semplicemente scaricata di peso dal veicolo e poi gettata da una parte alla stregua di un sacco di rifiuti. Avevi sentito altri veicoli e altre voci intorno a te ed avevi pensato che dovevate aver raggiunto un accampamento dove c'erano altri complici di quelli che ti avevano appena sequestrato.
Alla fine però avevi ceduto al sonno ed ora dormivi. Eri spaventata a dir poco dalla situazione in cui ti trovavi, ma eri anche esausta e alla fine avevi staccato la spina, avevi tentato di scappare con la mente in qualche modo da quel mondo di terrore in cui eri così repentinamente precipitata.
All'improvviso ti senti scuotere da delle mani forti e robuste e questi semplici gesti sono una sveglia potentissima per te. Ti muovi a fatica legata come sei e intanto queste mani forti ti afferrano per le spalle e ti mettono a sedere nella sabbia. Gemi sotto al cappuccio e subito delle dita agili lo afferrano e lo sollevano un po', abbastanza da permettergli di scoprirti la bocca per liberarla da quello straccio nauseabondo che la riempiva. Ti sale il vomito, ma l'uomo ti accosta qualcosa alle labbra e ti ritrovi a bere dell'acqua da una bottiglietta. Butti giù qualche sorso e ti ritrovi a doverla vomitare, giri la testa da una parte e la butti tutta fuori tra conati e violenti colpi di tosse che ti sconquassano lo stomaco.
"Piano italiana, bevi piano. Piccoli sorsi e lentamente"
Annuisci, cosa altro puoi fare del resto? Mormori un si che ti resta sulle labbra e bevi di nuovo e questa volta senza problemi.
"Come ti chiami?"
Ma che cazzo te ne frega di come mi chiamo.. Lo pensi tra te e te, convinta come sei che tra poco sarai morta, ma poi sussurri comunque il tuo nome.
"Ma.. Maria.."
"Bene Maria. Ora ti farò mangiare qualcosa e dopo ti porterò anche a fare i tuoi bisogni e ti farò togliere questi vestiti. Collabora e stanotte dormirai in modo più confortevole, fai anche solo una mossa sbagliata e.."
Non hai il tempo di rispondere e senti qualcosa contro le labbra. Lo sfiori con la lingua e trovi del pane senza sale, lo stringi piano tra le labbra e poi lo ingoi lentamente. Mangi così alcuni bocconi e dopo bevi di nuovo altra acqua e alla fine ti senti almeno un po' rinfrancata. Sussurri un grazie e l'uomo, senza rispondere, ti libera dalle corde le gambe e le caviglie.
Il tuo corpo inizia a protestare. Il sangue che scorre più libero ti fa quasi male nelle braccia e nelle gambe, ma ti dà anche sollievo poter finalmente rilassare le spalle e i fianchi. Vieni messa in piedi e l'uomo ti sostiene e poi muovi anche qualche passo timoroso prima di essere di nuovo bloccata nei tuoi movimenti.
"Maria, qua siamo in una posizione defilata rispetto all'accampamento. Potrai fare le tue cose liberamente e senza essere vista da nessuno, ma attenta.."
Senti qualcosa che ti viene premuto alla tempia, qualcosa di metallico. Capisci che è la canna di un arma e deglutisci un boccone amaro che sa di paura e di impotenza.
"Non fare sciocchezze o dovrò usarla.."
Senti che ti slega i polsi e ti ritrovi all'improvviso libera e senza costrizioni. Sei solo incappucciata, ma questa forse è una fortuna. Finché non vedi i tuoi rapitori potresti anche essere liberata alla fine di tutta questa storia, sei ben conscia del fatto che se mai li dovessi vedere dopo potresti anche riconoscerli e questa possibilità rappresenterebbe la tua fine. Ti massaggi i polsi e poi ti accovacci nella sabbia e se non ti trovassi in una situazione così drammatica ci sarebbe anche un che di divertente in tutto questo. Bendata, al buio, in mezzo al deserto, costretta a urinare nella sabbia come un animale selvatico.. Invece sei costretta a fare tutto di corsa ed anche a concentrarti sulle tue azioni: non sporcare né te, né i tuoi abiti, non cadere per terra, non fare rumore, fare tutto il più alla svelta possibile..
"Hai fatto, Maria?"
La voce dell'uomo ti riporta con i piedi per terra. Ti rialzi lentamente ed annuisci mentre senti l'uomo che ti si avvicina. Febbrilmente ti chiudi i calzoncini, ma l'uomo ti afferra le mani e questa volta te le ammanetta sul davanti. Due scatti metallici e sei bloccata di nuovo, i polsi serrati da quei due gelidi anelli metallici. Ti trascina così, tenendoti per le manette, nella sabbia ormai fredda. Camminate per un po' e poi senti il calore del fuoco e capisci che siete di nuovo nell'accampamento. Rallenti il passo per goderti quel calore e l'uomo si ferma a sua volta.
"Hai freddo? Vuoi dormire qua forse?"
Rispondere per te é troppo difficile. Non sai l'alternativa, non sai cosa ti aspetta domani e nemmeno tra un minuto o tra un ora. Resti con la testa chinata e non rispondi. Si crea un silenzio pesante e inizi a tremare, forse hai sbagliato, forse dovevi dire qualcosa, forse..
Invece l'uomo ti libera le mani, ma solo per bloccartele dietro alla schiena e poi aggiunge anche delle corde a bloccarti i gomiti. Lo lasci fare senza fiatare e taci anche quando ti leva il cappuccio, anzi non oso nemmeno sollevare la testa. Ti benda solo gli occhi con una striscia di tessuto e del cerotto avvolto sopra a bloccarla meglio, ma almeno così puoi respirare meglio rispetto a prima.
"Giù adesso, sdraiati in terra"
Ti aiuta a sdraiarti a terra e ti ritrovi appoggiata su un fianco e adagiata su quello che deve essere un telo o forse un tappeto. Rapido l'uomo ti lega le caviglie e le cosce e ora sei davvero bloccata, ma il fuoco ti riscalda e quel calore ti fa sentire meglio.
"Hai ancora sete o fame, Maria?"
Scuoti la testa e poi lo ringrazi mentre provi a distendere le gambe cercando di metterti più comoda. Senti l'uomo che si siede vicino al fuoco al tuo fianco e poi odore di fumo, l'aroma forte e penetrante di una sigaretta che deve essere uguale a quelle cicche puzzolenti che si faceva il suo autista dopo cena e che ammorbavano l'aria di quella baracca.
"Fumi, Maria? Vuoi una sigaretta forse?"
Che bello, state facendo amicizia. Tra un po' ti inviterà a mangiare la pizza e dopo magari ti presenterà anche la sua famiglia e..
"No, grazie. Non fumo, non ho mai fumato"
Pensi al campo ed al tuo autista. Sarà tornato al campo e lo avrà trovato devastato e allora avrà chiamato la tua ditta e segnalato la tua sparizione e forse ti stanno già cercando e magari sono vicini e ..
"Stai pensando al tuo autista, vero? Pensi che avrà trovato il campo devastato e che avrà chiamato la polizia o l'esercito o chissà chi.."
Intuisci che l'uomo sta sorridendo e ti senti congelare il sangue nelle vene. Inizi a tremare e l'uomo riprende a parlare con un tono tranquillo ed irritante al tempo stesso.
"Beh, devi sapere che è lui che ti ha venduta. Ci ha detto dove eravate e anche quando potevamo prelevarti senza correre rischi e si è premurato di non esserci per lasciarci il campo libero"
Non dici nulla, ma le parole dell'uomo sono una coltellata infetta alle
"Ebbene, sappi che è stato lui a guidarci fino a te. Abbiamo aspettato che raccogliessi abbastanza dati per un altro paio di giorni di invii e sarà lui a spedirli e segnalerà la tua scomparsa solo allora, abbastanza in tempo per non destare sospetti sul suo silenzio, ma al tempo stesso con un ritardo che ci permetterà di sparire senza problemi.. E di fare sparire anche te insieme a noi"
Scuoti la testa e non dici nulla. Ti eri voluta attaccare a una speranza flebile e velleitaria, ma in fondo sapevi che la tua era solo un illusione. Ti limiti a ripiegare le gambe verso il petto e a sospirare ed allora l'uomo ti mette qualcosa a mo' di cuscino sotto alla testa e poi ti copre il corpo con un telo o forse una coperta. Ti sorprendono questi atti di gentilezza, ma stavolta resti in silenzio e non dici nulla.
"Dormi adesso. Domani per te sarà una lunga giornata e devi riposare e recuperare energie. Stai giù ed aspettami, domani mattina verrò a prenderti io"
Senti i suoi passi che si allontanano e ti muovi piano. Di girarti non se ne parla e di liberarti men che meno. Puoi solo restare sdraiata ed aspettare gli eventi e cercare di dormire od almeno di riposare. Ti ritrovi a sbadigliare e ti senti un po' strana, sbadigli di nuovo e poi..
