03
03
Si china su di me, le braccia da entrambi i lati contro il divano, guardandomi dall’alto.
— Oh, no, no, no. Sei stata una ragazza molto cattiva.
Oh. Un calore intenso mi esplode dentro. Avrei lasciato cadere la cintura se lui non avesse teso la mano per prenderla. Gliela porgo con delicatezza. Sta davvero… sta davvero per… ?
— Tieni le mani avanti — dice con dolcezza, ma la sua voce è un comando a cui non posso disobbedire. Obbedisco, guardandolo con una confusione ebbra mentre fa passare la cintura e la trasforma in un paio di manette intorno ai miei polsi. Tenendo stretto l’estremità libera, mi solleva le mani legate sopra la testa. Sento la sua mano tremare mentre mi accarezza il mento.
— Va ancora tutto bene per te ? — chiede. — Perché io ho proprio… proprio voglia di farti cose cattive.
Non esito neanche per un secondo.
— Puoi fare quello che vuoi.
Il sorriso che gli si apre sul viso è così predatorio da sembrare deliziosamente pericoloso. Mi sento rimpicciolire sotto di lui, improvvisamente piccola e indifesa, la sua vittima consenziente. Si prende un attimo per guardarmi, e vedere quella luce nei suoi occhi mi fa brillare dentro.
— Hmm — dice, esaminando le manette. — Proviamo qualcosa di diverso.
Scioglie le manette, mette la cintura da parte e mi stringe tra le braccia, le labbra che trovano le mie in un bacio profondo e appassionato. Sento i suoi denti mordicchiarmi il labbro, poi la sua mano si aggroviglia tra i miei capelli, tirando indietro la testa e scoprendo la gola a una scia di morsi e succhiotti sulla pelle sensibile. Sto ansimando, tremando a ogni suo tocco. Mi sento come una di quelle copertine drammatiche dei romanzi rosa, e mi rendo conto che mi sento proprio come loro.
Mi abbassa la cerniera del vestito mentre mi bacia, sfilandomelo con dita esperte. Di nuovo, il modo in cui osserva il moi corpo con attenzione, indugiando nei punti giusti, mi fa fremere. Infila un dito sotto le mie mutandine, ma non le toglie. Si morde il labbro, come se stesse lottando.
Improvvisamente mi stende sul divano, in piedi sopra di me con la cintura in mano.
— Porta le gambe al petto — dice. — E unisci i polsi dietro le cosce.
Sono un po’ confusa, finché non mi metto in posizione e lui inizia a legarmi di nuovo le mani. Capisco allora che, così, tutte le mie parti più intime sono completamente esposte a lui, e non posso fare nulla per coprirmi. Il senso di costrizione e immobilità mi manda fuori di testa. Sto già gemendo prima ancora che mi tocchi.
Sorride, passandomi le dita lungo la parte posteriore delle cosce.
— Ti piace così ?
— S-sì — balbetto. Le mutandine sono fradice, un bisogno disperato mi fa bruciare dentro e scaccia la nebbia dell’alcool.
— Kahlan… ti prego…
Si china su di me, il volto ben lontano dal timido ragazzo della biblioteca che sembrava al bar.
— Ti prego cosa ? — dice, e sento le sue dita agganciarsi di nuovo alle mutandine.
Stavolta però le spinge verso l’alto e me le mette tra le mani legate.
— Tienile lontane da mezzo — dice. — E cerca di non fare troppo rumore.
Mi bacia lungo le gambe, le dita che mi accarezzano il corpo. La sua bocca è così vicina che non riesco quasi a resistere. Ho la pelle piena di brividi.
— Ti prego… — sussurro ancora.
Improvvisamente la sua bocca è su di me. La sua lingua mi accarezza in ogni piega, stuzzicando ogni punto incredibilmente sensibile, e il moi corpo inizia a tremare. Getto la testa all’indietro, gemendo di piacere. Alterna succhi leggeri a colpi di lingua precisi, costruendo un calore dentro di me che mi fa sentire sul punto di esplodere. Ansimo, e mi sembra di dover lottare per non soccombere a quell’incessante tortura dolcissima.
Lo sento ridacchiare contro di me mentre tiro la cintura.
— Sei così sensibile — dice. Si solleva un momento, la lingua che si passa sulle labbra.
— Sei deliziosa, Liz. Ogni volta che ti muovi un po’, diventi ancora più bagnata.
Dovrei vergognarmi, ma tutto il calore e il sangue in me sono concentrati tra le gambe. È tutto ciò a cui riesco a pensare. Voglio così tanto sentire di nuovo la sua lingua.
— Ancora, ti prego — supplico, muovendomi quel poco che posso, legata com’è. È così frustrante non poterlo toccare, ancora di più quando si sbottona la camicia e la getta via, la pelle chiara punteggiata da una leggera scia di peli che scende verso l’inguine. Le sue dita affondano nelle mie cosce. Il modo in cui mi guarda… Dio, è come se volesse divorarmi.
— Sto davvero cercando di essere gentile con te, Liz — dice. — Ma tutte queste suppliche rendono tutto molto più difficile.
Si china, e sussurra :
— Voglio darti qualcosa per cui supplicare davvero.
Sento le sue dita che scorrono tra le mie gambe, bagnate dalla mia eccitazione. Mi cerchia il clitoride, preme — e poi entra dentro di me. Serro la bocca per soffocare l’urlo di piacere, trasformandolo in un grido strozzato. I piedi si muovono da soli.
Una mano mi tiene ferma sul petto, guardandomi in volto con attenzione mentre mi penetra lentamente con un dito. Lo estrae, e poi ne introduce due. Strillo.
— La prossima volta farò qualcosa per tutti questi tuoi calci — dice. — Dovrò insegnarti a stare ferma.
La prossima volta. Santo cielo.
Le sue dita continuano a spingere con un ritmo lento e metodico, poi l’altra mano si aggiunge a stimolare il clitoride. Ogni spinta mi strappa un gemito, e sento che mi sto avvicinando sempre di più… sempre di più…
L’orgasmo mi attraversa il corpo intero. Ogni parte si contrae e affondo il viso nel divano urlando. Lui continua a muoversi più velocemente mentre vengo, prolungando il moi grido con una precisione crudele.
Quando il moi respiro inizia a calmarsi, ritira le dita e le lecca lentamente, guardandomi.
— Cazzo, Kahlan — sussurro. Non riesco nemmeno a mettere insieme una frase. Faccio fatica a respirare.
Lo guardo mentre si alza dal divano e si sbottona i jeans.
— È esattamente quello che intendo fare — dice. Poi si ferma, e chiede :
— Hai dei preservativi ? Non ero proprio… preparato a questo.
— Nel cassetto del comodino — dico, ancora senza fiato e decisamente impaziente.
Scompare per un attimo in camera, poi torna con il piccolo pacchetto blu in mano.
Si sfila jeans e boxer. È duro e pronto, si infila rapidamente il preservativo.
Ogni speranza che avevo di essere slegata svanisce quando si posiziona sopra di me, e sento la punta di quel coso grosso sfiorarmi l’ingresso.
— Pronta ? — sussurra. Gemeo e annuisco, poi geme ancora più forte quando mi penetra, i muscoli già sensibili che tremano al contatto e rischio di venire di nuovo.
Il suo controllo attento e la pazienza spariscono : mi prende con un’urgenza che mi fa digrignare i denti per il misto di dolore e piacere. Una mano mi stringe la gola, soffocandomi il respiro, e con l’altra continua a stuzzicarmi il clitoride.
Tutto ciò che riesco a fare è gridare il suo nome con un piacere sempre più intenso, finché lo sento gemere e spingersi ancora più dentro mentre raggiunge l’orgasmo.
