
La giovane figlia del professore
Riepilogo
In una notte di passione ubriaca dopo la rottura, Lizbeth riesce a connettersi con il ragazzo dominante dei suoi sogni. Doveva essere solo una notte. Una e via. Mai più rivisto. Finché non lo rivede. Come suo insegnante. Le lezioni private non sono mai state così piacevoli.
01
01
Sono passati quattro giorni, e ho finito di piangere per lui. Quattro giorni passati a letto, alzandomi appena per dare da mangiare al gatto, figuriamoci cucinare o farmi una doccia. Quattro giorni a fissare il muro di fronte, dove ho stupidamente appeso l’unica foto incorniciata che abbiamo insieme, quella che non voleva nemmeno scattare perché odiava le foto e odiava le smancerie in pubblico. Il risultato è una foto di coppia goffa, in cui io sorrido troppo per compensare il fatto che lui non sorride per niente, con il suo braccio sulle mie spalle che mi schiaccia a lui in modo svogliato.
Quando ci penso davvero, mi rendo conto che gli ultimi due anni sono stati una completa presa in giro. Sprecati. Perché non l’ho lasciato dopo sei mesi ? Perché non l’ho lasciato quando ho iniziato a sospettare che andasse a letto con un’altra ?
E invece no. Ero così determinata a far funzionare la relazione (« Tutti i rapporti seri richiedono sacrifici, cara », come diceva sempre mia madre) che ho ignorato ogni gigantesco campanello d’allarme. La mia voce interiore, arrabbiata, riecheggia le parole crudeli che Jay Maitland mi ha detto l’ultima volta tra un tiro e l’altro di sigaretta, nel parcheggio del Petco, mentre io stavo lì con le lacrime che mi rigavano il viso e un sacchetto di crocchette in mano.
— Sei solo debole, Liz ! Dio, mi hai lasciato calpestarti. Ovviamente dovevo vedere quanto potevo spingermi oltre ! È da settimane che sai di Heather, non fare quella sorpresa.
Debole. Solo a pensarci mi tornano le lacrime. Forse non ho davvero finito di piangere.
— Sì che hai finito ! — urla Sarah dall’altra stanza. La bellissima, folle, festaiola Sarah Bak. È la mia salvezza in questi giorni. Viene da me ogni sera per assicurarsi che mangi qualcosa che non siano solo ramen al gusto pollo. Mi sento uno schifo, sapendo che si preoccupa per me. Mi sento uno schifo in generale.
Sarah è una maestra nel gestire le rotture. L’ho vista affrontarne tre, ed è proprio la classica « ragazza da film » quando finisce una storia. Si versa un bel bicchiere di vino, lo scola mentre va in discoteca e vomita tutto a fine serata come se volesse davvero espellere l’ex dal suo corpo. Quando piange, sono lacrime di rabbia. Si siede e dice :
— Capirà cosa si è perso. Si pentirà amaramente. Vedrai che torna a strisciare tra un mese, Liz, vedrai !
Vorrei davvero riuscire a fare lo stesso. Vorrei riuscire a vedere il moi valore. Quanto è triste tutto questo ? Dio.
— Dai ragazza, su, alzati da quel letto prima che ci rimanga attaccata la tua schiena.
Apro gli occhi gonfi e vedo Sarah, con le braccia incrociate sopra di me. È entrata con la sua solita chiave, quindi non l’ho ancora vista oggi, troppo impegnata a sistemare la mia cucina disastrata. Ha i lunghi capelli neri legati in una coda alta, le ciglia finte perfette, e indossa un vestitino rosso corto con le spalle scoperte.
Sniffo. Indosso da giorni gli stessi leggings vecchi di cinque anni e una maglietta di Jay.
— Perché sei tutta vestita così ?
— Perché usciamo — dice, scoprendomi con un colpo deciso e andando dritta al moi armadio a cercare tra le grucce. — Sei rimasta chiusa in questo appartamento troppo a lungo. Non è sano, Liz. E poi perché sei triste ? Quel tipo era uno stronzo. È sempre stato uno stronzo. Due anni e non ha nemmeno voluto conoscere i tuoi genitori ? Su, dai.
Mi metto seduta, rendendomi conto che ho davvero bisogno di una doccia. E anche di pulire la stanza : solo sul comodino ci sono cinque tazze mezze piene di tè. Mi trascino in bagno e apro l’acqua il più calda possibile. Appena sotto il bollente. Perfetta. Quando mi guardo allo specchio, sono sinceramente un po’ scioccata. Ho delle occhiaie scurissime, sembro dimagrita di almeno due chili, e i miei capelli castani sono un groviglio informe.
— Riprenditi, Lizbeth — dico alla mia versione triste nello specchio. — Sarah ha ragione. Datti una svegliata e basta.
Il bagnoschiuma e l’acqua calda fanno miracoli. Quando ho finito di asciugarmi e lisciarmi i capelli, Sarah ha già scelto il moi outfit per la serata : un vestitino nero corto con un dettaglio a cinturino che si intreccia intorno al collo e sopra la scollatura molto profonda. Quando l’ho comprato ero entusiasta, ma a Jay faceva schifo. Diceva che mi faceva sembrare una poco di buono. Così era finito in fondo all’armadio, mai indossato. Ha ancora il cartellino attaccato.
Mi sta ancora bene come la prima volta. Mi fa sentire come una di quelle ragazze sexy dei film per adulti, anche se il moi sedere è troppo piatto e il seno troppo piccolo. Mi segno mentalmente di comprare al più presto un reggiseno push-up nuovo. Anche quelli non gli piacevano.
Guarda caso, la ragazza per cui mi ha lasciata è la regina delle minigonne e delle scollature generose.
Prendiamo un Uber per andare in centro. Sarah ci porta degli shot di vodka nascosti in una bottiglietta d’acqua che sembra innocua.
— Ma dove stiamo andando ? — chiedo. — Lo sai che le lezioni iniziano domani, vero ? Non posso esagerare stasera.
Lei mi guarda con aria incredula.
— Davvero, Sarah, non posso.
— Ok, ok — dice facendo il broncio. — Andiamo da Bailey !
— Oh Dio, Bailey ? Sarah, è pieno di quei ragazzi da confraternita…
— Esattamente. Dozzine di universitari arrapati che vorranno tutti un pezzetto del bel sedere di Liz. Fidati. Un po’ di flirt, magari un bacio con uno sconosciuto che non vedrai mai più ? Fa bene all’autostima.
Sono abbastanza sicura che esistano studi che dicono il contrario, ma fa niente. Ormai siamo arrivate e io ho già bevuto tre shot grazie alla vodka di Sarah. L’Uber ci lascia proprio davanti al locale, dove per fortuna non c’è fila. Il bar è comunque pienissimo, per lo più studenti che si godono l’ultima serata libera prima dell’inizio delle lezioni. Io e Sarah ci facciamo strada fino al bancone, lei ordina per entrambe e poi mi mette in mano un bicchiere di plastica con una bevanda blu brillante.
— Addio ! — dice allegra, ne beve metà e poi mi trascina nella folla.
I The Chainsmokers rimbombano dall’impianto audio, con una canzone che mi piaceva la prima volta che l’ho sentita, finché non hanno iniziato a trasmetterla su ogni singola stazione radio. Seguo Sarah mentre saluta le persone che conosce, bevendo il moi drink, sorridendo e annuendo quando serve. Non so mai cosa fare nei bar. I club sono più facili : balli e puoi anche far finta di essere su un altro pianeta se vuoi che qualcuno ti lasci in pace. Per fortuna, Sarah attira tutta l’attenzione, così non devo socializzare troppo. E poi la bevanda fa effetto molto più in fretta del previsto. All’improvviso tutto mi sembra fantastico.
