Capitolo 6
– Tesoro, ti presento Jean Mikelson, il figlio del mio migliore amico.
Graciella ascoltava le presentazioni di suo padre con un orecchio distratto, tutto ciò che voleva era raggiungere il suo uomo, dato che poco prima le aveva dato l’indirizzo della sua azienda e lei non vedeva l’ora di vederlo.
– Figlia mia, mi stai ascoltando? – chiese suo padre riportandola alla realtà.
Lei lo guardò e i suoi occhi caddero sul famoso Jean. Era carino, certo, ma non reggeva minimamente il confronto con il suo uomo. E poi, non era per nulla interessata. Così, con un sorriso gentile rispose:
– Sì, ti ascolto papà. Ehm… piacere di conoscerti Jean.
Il ragazzo rise nervosamente e le tese la mano. Lei sospirò, desiderando solo di potersene andare il prima possibile.
– Tesoro, potresti passare la giornata con lui, così vi conoscete meglio – suggerì il padre.
Graciella spalancò gli occhi, stupita. Ma che gli stava succedendo?
– Sì, davvero un’ottima idea, signor Moretti – aggiunse Jean con entusiasmo.
Graciella si arrabbiò internamente, ma fece del suo meglio per restare calma.
– Papà, mi piacerebbe tantissimo, davvero… ma non oggi. Mi dispiace, sarà per un’altra volta – rispose con cortesia.
Il padre la fulminò con lo sguardo, ma lei se ne infischiava. Lui la conosceva bene e sapeva che era testarda come una mula.
– Va bene, nessun problema Graciella. Sono a tua disposizione quando vuoi – disse Jean.
Lei forzò un sorriso. Lui la fissava con troppa insistenza, quasi come se la stesse spogliando con gli occhi. Le dava un fastidio tremendo.
– Perfetto – replicò lei, secca.
Vide chiaramente che suo padre era contrariato, ma non capiva il perché di tanta insistenza. Poco dopo, tutta la famiglia li raggiunse in salotto per la colazione. Dopo mangiato, Jean si congedò e il padre cominciò subito a rimproverarla.
– Graciella Moretti, posso sapere a che gioco stai giocando? – sbottò furioso.
Lei lo guardò incredula. Tutti erano scioccati dalla sua reazione.
– Come osi ridicolizzare così il mio ospite?
– Ma papà, non ho fatto nulla! Ti avevo detto che l’avrei incontrato, ma non che avrei passato tutta la giornata con lui! – replicò.
Il padre serrò i pugni, furioso. Graciella lo conosceva bene e sapeva che quando arrivava a quel punto non era mai una buona cosa. Cercò di calmare la situazione:
– Papà, perché ti arrabbi così? Ho tutto il tempo per conoscere Jean, no?
– Suvvia, ragazzi, calmatevi – intervenne la nonna per placare gli animi.
Calo un silenzio teso. Graciella sospirò frustrata. Non aveva più appetito. Si alzò per andarsene, ma il padre la fermò:
– Dove credi di andare?
– Ho delle cose da fare, papà – rispose, seccata.
Stava per ribattere ancora, ma fu la nonna a intervenire:
– Henry, lascia in pace la mia nipotina. Qual è il tuo problema, che continui ad assillarla così?
Subito l’uomo si calmò. Graciella sorrise tra sé. Solo sua nonna riusciva ad avere il controllo su di lui.
– Vai pure, figlia mia – disse la nonna.
– Grazie nonna, sei la migliore! – esclamò baciandola sulla guancia.
– Mamma, sei tu a viziarla troppo – protestò il padre.
La nonna stava per rispondergli, ma Graciella si voltò e se ne andò.
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Raphaël, intanto, era di ottimo umore. Vedere la donna dei suoi sogni diventata realtà gli faceva un effetto incredibile. Non aveva mai provato una felicità simile in vita sua e in quel momento non aveva assolutamente voglia di lavorare: tutto ciò che desiderava era vederla arrivare da un momento all’altro.
– Da stamattina non ti ho ancora sentito urlare contro i dipendenti – disse una voce ironica.
Raphaël si voltò e vide il suo amico Ivon avvicinarsi. Senza pensarci due volte, lo abbracciò.
– Ma… stai bene? – chiese Ivon, stupito.
– Benissimo, amico mio – rispose con voce profonda.
– Oh? E posso sapere il motivo?
Stava per rispondere, quando la segretaria entrò nel suo ufficio.
– Mi scusi, signore, c’è una signorina di nome Graciella che chiede di vederla.
Il volto di Raphaël si illuminò immediatamente. Ivon era perplesso.
– Fallo entrare, per favore – disse Raphaël.
La segretaria annuì ed uscì. Raphaël si sedette, ancora sorridente.
– Ivon, ho ritrovato la donna dei miei sogni.
L’amico spalancò gli occhi, pronto a rispondere, ma proprio in quel momento la porta si aprì lasciando entrare la sua amata.
La sua bellezza lo colpì di nuovo in pieno petto. Quei capelli… lo ipnotizzavano ogni volta. Indossava un palazzo nero e una camicetta bianca che esaltava perfettamente il suo seno.
– Buongiorno a tutti – disse con voce soave.
Lui le fece cenno di sedersi sulle sue ginocchia, e lei lo fece senza esitazione.
– Tesoro, ti presento il mio migliore amico Ivon Lazio. Ivon, lei è la donna dei miei sogni.
– Piacere di conoscerla, signorina – disse Ivon.
– Il piacere è tutto mio, Ivon – rispose lei stringendogli la mano con gioia.
Dopo le presentazioni, Ivon uscì lasciandoli soli. Raphaël la baciò immediatamente con passione.
– Mmmh… tesoro – gemette lei.
La mise a cavalcioni su di sé e le accarezzava lentamente le cosce.
– Quanto mi sei mancata, amore mio – le sussurrò mentre le baciava il collo.
– E a me, piccolo mio – replicò lei.
Lui la guardava intensamente, incredulo. Le accarezzava il viso come per assicurarsi che fosse davvero lì.
– Che succede? Sembri così serio… – gli chiese.
Lui la fissava, immergendosi nel suo sguardo. Era come se ci fosse un legame spirituale tra loro. Non riusciva ancora a capire come avesse potuto sognare una donna mai vista prima, e poi trovarla davvero.
– Non riesco ancora a credere che tu sia qui, davanti a me, in carne ed ossa.
Lei gli accarezzò la barba mentre una lacrima le rigava il volto.
– Neanch’io ci credo… ho tanto desiderato essere tra le tue braccia, così – disse.
Lui la strinse forte, desiderando tenerla con sé per sempre.
Dopo aver pranzato, la vide alzarsi, bellissima con i suoi lunghi capelli, e tendergli la mano:
– Dai, amore, vieni… ti invito a fare una passeggiata.
Lui la guardò con dolcezza, ma non si mosse.
– Vieni, dai… – continuò lei con voce da bambina.
– Ti seguirò… a una sola condizione – rispose lui, divertito.
– Quale, signore?
– Dimmi il tuo cognome. Voglio sapere con quale famiglia ho a che fare, visto che sto per chiedere la tua mano.
Immediatamente, la vide diventare rossa come un peperone. Che tenera, pensò. Poi lei sorrise e rispose:
– Hai a che fare con la famiglia Moretti.
Il sorriso di Raphaël svanì in un attimo. Il suo sangue si gelò. Moretti?
– Tu… sei… della famiglia Moretti? – balbettò.
– Sì. Graciella Moretti. Figlia unica di Henry Moretti – confermò lei.
Lui si voltò, il cuore martellante. Cavolo. Quella era la famiglia contro cui suo padre lo aveva messo in guardia. E lui aveva promesso di non avere nulla a che fare con loro.
Dio mio… non poteva essere vero. La frase del padre gli martellava nella testa:
"Promettimi di non avere mai nulla a che fare con quella famiglia. Sono i nostri peggiori nemici."
Si voltò verso Graciella. Lei lo fissava, confusa. E lui era lacerato: da un lato, l'amore immenso che provava per lei… dall’altro, la promessa fatta a suo padre.
