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Capitolo 5

Quel bacio era il più dolce che un uomo le avesse mai dato in tutta la sua vita... sempre che avesse mai avuto una vera relazione, cosa che in realtà non era mai accaduta.

Raphaël la baciava con una delicatezza disarmante, e lei, per intensificare quel momento, gli aveva avvolto le braccia intorno al collo. Le loro labbra avevano iniziato una danza frenetica, e ben presto un esercizio profondo di lingue aveva preso il sopravvento.

Il bacio era talmente infuocato che iniziò ad avere caldo, così si staccò da lui con il respiro affannoso per riprendere fiato.

— Ho tanto sognato questo momento, se solo tu lo sapessi…

Appoggiò la fronte alla sua e gli accarezzò le guance. Era davvero bellissimo, e non poté fare a meno di pensare a tutte le donne che probabilmente gli giravano intorno. Solo l’idea faceva nascere in lei una gelosia inspiegabile: Raphaël era suo, per sempre.

— Sono così felice di averti ritrovato… e io che non me lo aspettavo minimamente — dichiarò.

Lui la fissava intensamente, come se la stesse leggendo dentro, cosa che la lasciava un po’ perplessa.

— Perché mi guardi in questo modo? — chiese lei.

Lui le sorrise a pieno volto prima di rispondere:

— Ti guardo perché sei magnifica, amore mio. E i tuoi capelli mi affascinano.

Si rifugiò tra le sue braccia per godere del suo calore. Da anni sognava quel momento.

— Ora che ti ho trovata, è per la vita, amore — disse lui con decisione.

— Ti amo tanto, Raph, se solo tu sapessi… — sussurrò, baciandolo con foga.

Lui la strinse forte e affondò il naso nei suoi capelli per sentirne il profumo.

— Allora, signorina come? — chiese lui scherzando.

Stranamente, non aveva voglia di dirgli il suo cognome. Almeno non subito.

— Per ora sono solo la signorina Graciella — disse, guardandolo dritto negli occhi.

Raphaël osservava la donna dei suoi sogni con meraviglia. Graciella… un nome bellissimo, perfettamente adatto a lei.

— Presto diventerai la signora Rizzo — replicò con serietà.

Immediatamente, vide la giovane arrossire come un pomodoro, cosa che lo divertì moltissimo. Era così sensuale, fragile e innocente.

Con la sua bellezza avrebbe fatto strage di cuori… e lui già immaginava come avrebbe reagito a tutti quegli uomini che l’avrebbero desiderata anche solo da lontano.

— Hai fame? — chiese, fissandola.

Lei annuì e lui si diresse subito in cucina per prepararle da mangiare.

Si alzò per raggiungerlo, con un sorriso malizioso sulle labbra.

— Quindi il signorino sa cucinare?

— Sono un vero chef, e ti stupirò, vedrai — rispose lui tutto fiero.

Così lei gli fece compagnia in cucina fino a quando il pasto fu pronto.

Alcune ore dopo…

Graciella ruttò con la pancia piena. Il suo uomo era davvero un ottimo cuoco, il pasto era stato delizioso e lei aveva apprezzato moltissimo.

Diede un’occhiata all’orologio e vide che si era fatto davvero tardi. Suo padre l’aveva chiamata più volte e sapeva già che l’avrebbe aspettata un brutto quarto d’ora per non essere rientrata come previsto.

— Allora, che voto mi dai? — chiese lui, tirandola fuori dai pensieri.

Lei gli sorrise prima di rispondere:

— Otto su dieci, amore… mi hai davvero sorpresa — disse entusiasta.

Lui le si mise dietro, riempiendola di baci sul collo, facendola rabbrividire.

— Grazie, amore mio… e ora vieni, è tardi, ti riaccompagno a casa.

Lei sospirò profondamente, poi si alzò e sparecchiò la tavola nonostante il suo rifiuto.

Qualche minuto dopo, mano nella mano, raggiunsero la macchina.

Non voleva proprio lasciarlo, ma non aveva altra scelta.

La consolava però il pensiero che da quella sera avrebbero potuto vedersi liberamente.

Durante il tragitto, lui le tenne la mano come se temesse che potesse scappare da un momento all’altro.

Una volta davanti a casa, spense il motore. Si guardarono negli occhi.

Tutto il resto era scomparso… intorno a loro non esisteva nulla: solo loro due.

Si avvicinò, le scostò i capelli e le accarezzò le labbra con amore.

— Mi mancherai, amore mio… — sussurrò.

Lei sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Senza riuscire a trattenersi, iniziò a piangere, il che preoccupò il miliardario che subito la strinse a sé.

— Ehi, amore… che succede? — chiese inquieto.

Lei si soffiò il naso, singhiozzando.

— Non è niente, amore mio… solo che mi costa lasciarti andare.

Per tutta risposta, lui le diede un lungo bacio pieno di tenerezza, le prese il viso tra le mani e le disse:

— Raggio di sole mio, ci vediamo domani. Ho già salvato il mio numero nel tuo telefono, quindi non preoccuparti.

Quella frase la rassicurò e la fece sentire subito meglio. Lo abbracciò di nuovo e, dopo un ultimo bacio, scese dall’auto.

— Quando arrivi, fammi sapere — disse, voltandosi.

Una volta davanti alla porta principale, notò che regnava un silenzio totale. Tutti sembravano già a letto. Che fortuna, pensò. Forse nessuno si era accorto della sua assenza.

Aprì la porta con cautela e, in punta di piedi, si preparava a salire le scale quando una voce profonda la bloccò:

— Da dove vieni, ragazza?

Immediatamente la luce del salotto si accese. Si voltò e vide suo padre, il volto chiuso, in piedi accanto alla finestra, le mani dietro la schiena.

— Accidenti… che sfortuna — pensò.

— Ah, papà, sei ancora sveglio? — chiese, cercando di stemperare la tensione.

Lui non si era mosso di un millimetro, e non sembrava per nulla calmato… pessimo segno per lei.

— Rispondi alla mia domanda — disse con tono implacabile.

Sospirò profondamente. Non aveva voglia di litigare con lui, era troppo stanca.

Essendo la sua unica figlia, l’aveva sempre iperprotetta. Prima le sembrava normale, ma ora cominciava a diventare soffocante.

— Mi dispiace tanto, papà. Ero uscita con la mia amica e non mi sono accorta dell’ora.

Lui le lanciò uno sguardo duro.

— È stata la tua amica ad accompagnarti a casa?

Sbuffò, esasperata, prima di replicare:

— Sì, papà. Sono stanca. Possiamo parlarne domani, per favore?

— Da quando hai iniziato a mancarmi di rispetto, Graciella? Dovevi essere presente oggi! Mi hai fatto fare una figuraccia con il figlio del mio amico.

— Ma che storia è questa di voler presentarmi al figlio del tuo amico? — pensò.

Non aveva alcuna intenzione di frequentare qualcun altro, se era questa l’idea che gli frullava in testa.

Non voleva litigare, era troppo felice per arrabbiarsi.

— Papà, ti chiedo scusa. Rimedierò domani, te lo prometto.

Alla fine, lui si rassegnò. Il suo volto si addolcì lentamente.

— Spero davvero che domani rimediai — disse con sguardo severo.

Lei annuì e senza aggiungere altro si rifugiò in camera sua.

Fece una doccia, indossò una camicia da notte e si mise a rispondere ai tanti messaggi lasciati dal suo ragazzo.

Oh, era così romantico e adorabile.

Riprese il suo ciondolo, lo rimise al collo.

Non vedeva l’ora che arrivasse domani per raccontare tutto alla nonna.

E fu così, con il sorriso sulle labbra, che chiuse gli occhi...

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