04
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Finalmente John afferra alcuni tovaglioli e comincia a pulire il disastro che ha fatto, brontolando per tutto il tempo.
Sono sorpresa che l’abbia fatto, senza nemmeno discutere troppo.
John mi lancia un’occhiata minacciosa, ma non resto lì abbastanza a lungo da esserne colpita.
Mi volto sui talloni e mi allontano il più in fretta possibile.
— Sam ! — sento Chris gridare dietro di me.
Continuo a camminare tra i tavoli, fingendo di non sentirlo.
Sento la sua mano afferrarmi il braccio e sussulto quando tocca una parte livida.
— Scusa — dice con una smorfia, come se avesse notato la mia reazione.
Faccio un passo indietro, notando finalmente quanto possa essere intimidatorio.
I suoi angoli della bocca si abbassano mentre un’espressione confusa gli attraversa il viso.
Guardo ovunque, tranne che lui.
— Cosa vuoi, Chris ? — dico finalmente, cercando di rendere il momento meno imbarazzante.
Si schiarisce la gola e si gratta la nuca.
La giornata è piena di sorprese.
Chris Wayne è nervoso !
— Scusa per quello di prima, John può essere uno stronzo a volte. Ma in realtà non è così male…
Passano alcuni secondi di silenzio.
— Non dovrebbe essere lui a chiedere scusa, non tu ? — chiedo, confusa.
— Beh, come futuro capo del branco…
Lo fisso come se fosse impazzito.
— Adesso i giocatori di football sono un branco ? Non ti sembra un po’ egocentrico ?
Lui mi fissa per alcuni minuti, il viso pieno di confusione.
Il suo sguardo mi mette a disagio e mi muovo nervosamente.
— Guarda, grazie per le scuse, ma so badare a me stessa.
Mi volto e esco dalle porte della mensa, lontana da lui e dal suo “branco”.
Chris :
Durante la sesta ora, milioni di domande mi girano in testa.
Perché Sam sembrava spaventata per un secondo mentre dicevo a John di smetterla ?
Perché si comporta come se non sapesse nulla del Branco della Luna ?
Posso sentire chiaramente il lupo in lei, eppure nega ogni legame con il moi branco.
Non è una randagia, lo sentirei.
C’è qualcosa che non torna.
— Ehi, è suonata la campanella — Don mi dà una pacca sulla schiena.
Raccolgo le mie cose e ci incamminiamo verso la settima ora.
— Tutto bene ? Sembri strano — scuoto la testa e cammino avanti, lasciando Don indietro.
Non voglio essere scortese, ma sono così confuso in questo momento.
La prima cosa che noto è la sua distanza.
Il moi lupo guaisce per averla così lontana.
Resto indietro, aspettando che tutti entrino prima di entrare con Don.
Mi siedo e guardo la lavagna.
— Oggi farete un esperimento, se avete problemi non esitate a chiedere.
La signora Spencer prende la parola.
— Registrate le vostre osservazioni e potete cominciare. I kit sono in fondo all’aula e non dimenticate la sicurezza.
Mi alzo a prendere gli occhiali mentre Sam prende il kit.
Le porgo un paio di occhiali, le nostre dita si sfiorano. I nostri occhi si incrociano per un attimo prima che lei distolga lo sguardo mordendosi il labbro.
La guardo per un istante prima di aprire il kit, che contiene un portaprovette, due provette, una bottiglia di liquido e due compresse che sembrano sospettosamente delle mentine.
— Dice di versare 5 mL del liquido trasparente in una provetta — dice Sam a bassa voce.
La guardo, e mi si arriccia un angolo delle labbra quando vedo i suoi capelli ritti.
È così carina.
— Hai intenzione di versarlo o no ? — dice, le labbra strette per l’irritazione.
Il moi lupo fa le fusa, gli piace il suo lato combattivo. A me, un po’ meno.
Verso il liquido con attenzione in entrambe le provette.
— Ora dobbiamo mettere le compresse nel liquido nello stesso momento e registrare cosa succede.
Ma invece di guardare l’esperimento, guardo lei.
La lingua le esce leggermente dalla bocca per la concentrazione, mentre annota le sue osservazioni.
È così bella… com’è possibile che non l’abbia mai notata prima ?
— Sta cercando di rendersi invisibile — sussurra il moi lupo.
Ma perché ? È questa la domanda.
— Perché continui a guardarmi ? — dice, le labbra sottili per il fastidio.
— Hai un capello fuori posto — sorrido.
La guardo mentre si tocca a caso la testa senza trovare il punto giusto.
Non riesco a resistere e le sposto io una ciocca dietro l’orecchio.
Lei si ritrae al moi tocco e io faccio una smorfia, ferito.
Sto per scusarmi, ma la signora Spencer ci interrompe.
— Sistemate l’aula e consegnate i fogli prima di discutere questo simpatico esperimento.
Scrivo qualcosa in fretta prima di cominciare a sistemare.
Rimetto a posto il kit mentre Sam consegna i fogli.
La campanella suona poco dopo e la vedo correre fuori dall’aula.
Perfetto ! Bestemmio piano.
Don mi aspetta mentre raccolgo le mie cose.
Camminiamo in silenzio finché non parlo.
— Cosa pensi di Sam ? — sento Don fissarmi per qualche secondo prima di rispondere.
— Cosa vuoi dire ?
Sospiro e apro le porte d’ingresso che portano al parcheggio.
— Lascia perdere — Don cammina davanti a me guardandomi.
— Che succede, Chris ? Sei strano tutto il giorno.
Non rispondo.
— Cosa è successo là dentro, Chris ? — chiede.
