CAPITOLO 4
ames Dominic McCartney
James ed io continuiamo a vederci nonostante tutto. Il sesso con lui è troppo bello e soddisfacente per non continuarlo. Ma continuo anche a pensare a Seth, a quello che mi aveva fatto, al perché se l’era tanto presa con me.
Ma non dovrò più vederlo, magari non andrò più alle riunioni e mi farò dire il riassunto da Ashley, e per l’affitto so dove abita. Comunque adesso sono distesa nel letto di James, lo guardo dormire mentre io gli sono nuda affianco. Mi piace molto anche come mi tratta e come mi guarda.
Non so che scelte sto facendo in questi giorni, ma almeno questa mi fa sentire bene e per me è l’importante.
James voleva chiamare gli avvocati per poter denunciare il figlio per ciò che mi ha fatto, ma gli ho detto che non voglio che lui si intrometta per andare contro il figlio, o per lo meno non adesso.
Pensare che James ha rovinato la storia di suo figlio con l’unica donna di cui era innamorato, mi fa capire lo stato d’animo di Seth nei confronti del padre.
Soprattutto con un padre così, che potrebbe averne a miliardi e sceglie proprio la ragazza del figlio. Ma è successo tanti anni fa ed io sono sicura che c’è una motivazione per quello che ha fatto. E anche se non ci fosse non mi importa, James adesso non ha fatto nulla contro il figlio, e io non sono la ragazza di Seth.
Mi fa strano che un uomo di 40 anni stia adesso in un letto con me, ma lo ha scelto lui dicendomi quelle cose per cui non vedo perché anche io non possa volerci stare…nonostante la mia piccola età.
Comunque si sveglia e mi trova a fissarlo. Mi sorride e lo ricambio.
James: “Cosa ci fai ancora sveglia?”
Io: “Non riesco a dormire, troppi pensieri”
James: “A cosa pensi? A Seth? A quello che ti ha fatto?”
Io: “Si, anche a lui. Sto pensando perché hai fatto una cosa così a tuo figlio”
James: “ Sai, Rebecca, quella donna era un’ingannatrice, una donna molto affascinante che dava l’impressione di essere ingenua, di essere docile e tutti e due le avevamo puntato gli occhi addosso. Lei all’inizio scelse me, poi Seth e nel mentre stava con Seth seduceva anche me. Voleva avere il controllo di tutti i nostri beni per impossessarsi di loro. E quando lo abbiamo capito abbiamo risolto apparentemente le cose tra di noi e ci siamo trasferiti a Milano. Lei è da anni che non si trova. Rebecca secondo me, Seth ha rivisto quella donna in te. Non siete per niente uguali, ma entrambe avete quell’aria ingenua, docile, sei piccola e da proteggere. Forse ha ripensato a tutto e ha fatto quello che ha fatto. Ma non voglio giustificarlo, sai che se tu volessi non ho problemi a denunciarlo.”
Io: “E tu James? Anche tu hai rivisto lei in me?”
James: “ Il mio sentimento per lei non era così forte come quello di Seth. E per lui, lei è stata la prima in tante cose. Come Ashley è stata la prima in senso fisico. Sei bella, sei sensuale e scopi da Dio. Non pensavo che lei potesse tornare un problema”
Mi bacia, prima piano e poi più forte. Mi disegna il corpo con le sue mani, mi prende il seno e lo stringe così forte che devo smettere di baciarlo per gemere. Mi stuzzica i capezzoli e comincia a succhiarli. Mi sento già bagnata.
Mi guarda mentre sento qualcosa di duro e liscio penetrarmi, era un dildo. Non so neanche da dove l’abbia preso! Vuole vedermi godere, ma proprio mentre sono quasi al culmine, toglie il giocattolino e mi fa alzare.
Mi fa mettere in ginocchio davanti a lui e mi spinge la testa contro la sua erezione, poi quando lo prendo in bocca, continua a spingermi su e giù fino quasi a farmi strozzare, finché non mi viene in bocca.
Poi prende una piccola frusta e mi fa allungare di nuovo sul letto, mi lega le braccia e comincia a farmi scivolare la frusta sulla mia vagina fino a che non sento un bruciore. Mi ha colpita proprio lì, ma non fa male anzi, mi eccito. Lui vede che mi piace e continua, continua fino a riportarmi di nuovo all’eccitazione ma non mi fa venire ancora. Gli dico che così muoio e allora mi sale sopra e mi parla.
James: “dimmi che mi vuoi, dimmi che vuoi che sia il mio cazzo a penetrarti e a farti venire, dimmi che ti piace succhiarlo e ingoiare il mio sperma, dimmi che vuoi che ti scopi fino a farti svenire”
Io: “voglio il tuo cazzo, voglio succhiarlo e ingoiare, voglio che mi penetri e che mi fai godere, fino in fondo, fino a farmi svenire”
E così fu. Scopiamo fino a che il mio grido non si fa sentire in tutto il quartiere, e lui mi viene dentro ancora una volta. Sono affaticata, respiro velocemente, il mio corpo è come se non ne avesse mai abbastanza.
Poi dormiamo, finalmente, nudi, stretti l’uno all’altra e mi sento protetta.
Credo che il mio sentimento per lui stia crescendo a dismisura, non provo solo piacere nei suoi confronti, io provo qualcosa che mi fa desiderare di stare con lui tutto il giorno e tutte le notti.
La mattina dopo quando mi sveglio lui non c’è ma sono coperta da un lenzuolo, James mi ha lasciato la colazione sull’altra parte del letto in un vassoio. Mangio e torno a casa mia.
Ripenso alla notte passata e ho voglia di andare ovunque si trovi e sbatterlo in uno stanzino.
Mi faccio una bella doccia e mi metto una tuta, ho decido di non uscire, voglio aspettare che James torni. Magari stasera dorme da me.
E quando sento bussare spero che sia lui e invece mi lasciano un bigliettino sotto la porta.
“ti mostri sempre meno rispettosa nei miei confronti. Sai non mi importa cosa farai o no, se ti fotti mio padre solo per avere qualcosa in cambio ma sappi che non riuscirai ad abbindolare anche me. Ci sono già passato. Hai ragione, nemmeno gli avvocati di mio padre possono competere contro i miei, quindi stai molto attenta a ciò che fai e dillo anche a lui visto che ormai siete una coppietta di fatto. Ti vuole solo per scopare, e penso che tu scopi molto bene perché se no non si sarebbe fatto una lurida troia come te. Con questo voglio dirti che posso sfrattarti quando voglio, come posso farlo con mio padre se andassi a vivere con lui, quindi non saltare la riunione di domani. Ti avviso. Non farai in modo di evitarmi.”
Stavolta non lo aveva neanche firmato quello Stronzo, ma che cazzo di persona era? Posso capire che quella donna gli aveva fatto del male, ma io non sono lei, io non lo penso quel ragazzo. Io mi voglio fare il padre, voglio il padre. E basta.
Nessuno mi ha avvertita della riunione, penso ad Ashley e penso che Seth le abbia detto di non avvicinarsi più a me per nessun motivo. Come penso lo abbia detto al resto dei condomini.
È tardi e di James non c’è nemmeno l’ombra, allora gli mando un messaggio e gli dico che se vuole può venire a dormire da me, che lo aspetto e che gli devo parlare di suo figlio.
Lui mi scrive che farà tardi e che ci vediamo domani alla fatidica riunione.
Mi viene voglia di dirgli che stasera ho proprio voglia di succhiarlo e di toccarlo, baciarlo, di graffiare la sua schiena, di salirci sopra. Ma evito.
Sono arrabbiata perché non mi ha fatto sapere nulla. Accendo la tv e mi addormento sul divano.
Mi sveglio verso le 5 di mattina e mi affaccio dal balcone per vedere se James è rientrato, la sua macchina è lì nel suo parcheggio. Allora scendo le scale e vado da lui, voglio fargli una sorpresa.
Ma la porta è aperta e il pavimento è sommerso di vestiti femminili. Entro nella sua stanza e ci sono più di 6 donne nel suo letto assieme a lui. Dormivano tutti beatamente.
Esco da quella stanza e salgo in terrazza, mi fumo una, due o forse un intero pacchetto di sigarette fino a che sento la presenza di qualcuno da dietro. Riconosco il soggetto e quasi quasi mi butto dal cornicione. Ma prendo coraggio e mi giro. È lì che mi fissa, a pochi passi da me e il mio cuore trema di paura.
Seth: “sempre in anticipo”
Io: “sai bene perché sono qui a quest’ora, non saresti venuto se no”
Seth: “hai ragione, mio padre neanche a farlo apposta ha confermato le mie parole, a saperlo evitavo di mandarti quel messaggio”
Io: “ancora non ho capito una cosa Seth, primo perché ci stiamo dando del tu, avevi detto che dovevo portarti rispetto e altre cazzate. Due, non ho capito che cerchi di fare, vuoi forse proteggermi da tuo padre o c’è un altro motivo di tanto interesse? Tre, non credo che io e te dobbiamo dirci nulla.”
Seth: “ho cambiato idea, sai adesso che ti fai mio padre potresti essere la mi matrigna, e non cero di proteggerti proprio da niente. Decidi tu quello che vuoi fare. Ma adesso che hai visto tutte quelle puttane? Godo nel vederti dispiaciuta”
Io: “non sono dispiaciuta, non sono la matrigna di nessuno io né tantomeno voglio esserlo. Quando mi guardi tu vedi un’altra persona, sappi che io non sono quella donna, né mai lo sarò. Del vostro sporco mondo me ne frega altamente, ma non voglio avere a che fare con te, basta, ho paura. E siccome ti do fastidio, preferirei che non mi mettessi nella situazione di doverti rispondere”
Seth: “forse hai ragione, sai, è che mi piaci quando tremi e vorresti scappare, correre via, ma non lo fai. Stamattina mi sento bene, se no ti avrei spinta giù senza pensarci. Non mi nominare mai più quella donna, tu non sai chi è, non sai niente. Ci vediamo tra un’ora. Ti conviene andare a prepararti”.
Quando va via scendo giù e James è seduto sul divano, in boxer. Si massaggia la testa e quando mi vede mi viene incontro e mi sbatte al muro, cerca di baciarmi di toccarmi, ma io lo respingo.
James: “volevo darti il buongiorno”
Io: “anche io, ma avevi ospiti”
James: “come sei entrata?”
Io: “c’era la porta aperta”
James: “ non sei l’unica che mi faccio Rebecca, e sai che può esserci solo questo tra me e te”
Io: “potevi risparmiarti la fatica di salire da me allora, dato che potevi scopartene una di quelle”
James: “volevo te”
Io: “io adesso non voglio te, quindi te ne vai da casa mia e ti vai a fare una doccia che puzzi di alcool e sesso. Poi ci vediamo su alla riunione e poi non chiamarmi più”
James: “so che non resisterai”
Io: “credo che mi cercherò qualcun altro se mai dovessi veramente non farcela, ed ora fuori!”
È vero, lui non è di mia proprietà e mai mi ha dato modo di pensarlo, ma la cosa che ho visto stamattina mi ha fatto salire il vomito. Chissà con quante è stato e poi dopo è venuto da me.
Seth ha ragione, ma tra i due non so chi è più malato di mente.
Comunque sono le 9 e mi affretto a salire, ci siamo io, Ashley, Seth e James. L’imbarazzo più totale.
Mi siedo dietro, lontano da tutti loro. Seth ha gli occhi di chi ha vinto una scommessa, Ashley mi guarda di sfuggita e James si avvicina al mio posto. Siamo soli all’ultima fila, quando tutti gli altri prendono il posto davanti. La discussione si apre con il discorso dell’ascensore, ormai vecchio, e quindi non sicuro.
E in questo momento che James mi accarezza la gamba, porto una vestito che mi arriva prima del ginocchio. Cerco di togliergli la mano ma lui insiste imperterrito. Mi alzo e mi vado a mettere ai primi posti.
Finita la riunione decido di non prendere l’ascensore come tutti, quindi quando arrivo nel mio appartamento sono sicura che tutti sono già nei propri. Entro e sento sbattere la porta con violenza, non era stata colpa mia.
Qualcuno mi prende da dietro e mi blocca la bocca. È James.
Mi dimeno e provo a liberarmi, ma lui stringe forte. La sua mano arriva nel basso ventre e mi sposta le mutandine, la mia vagina è chiusa, ma lui comunque la penetra con tre dita. Mi bacia il collo e poi mi fa girare e mi bacia sulla bocca.
Gli mordo la lingua e con uno schiaffo mi cadere a terra. Mi guarda e io mi alzo e voglio scappare, urlo, ma nessuno sembra sentirmi. Mi strappa il vestito e rimango solo con le mutandine. Continuo a dimenarmi ma riesce comunque a legarmi a terra alla colonna del salone. A pancia in giù.
Si spoglia e mi tira con forza i capelli e mi sussurra: “Oh Rebecca, sai nessuno deve rifiutarmi, in nessun modo. Ora ti fotto, come voglio io, e anche se non lo vuoi tu”.
Mi chiude la bocca con dello scotch e poi strappa le mutandine. Si mette a cavalcioni su di me e mi prende il seno, lo stringe, ma non mi eccito come sempre anzi piango per il dolore. Ma piango ancora più forte quando mi lacera la mia vagina, chiusa e non pronta ad un rapporto, spinge, ancora, di più, più forte. E poi quando mi viene dentro se ne va. Mi slega e va via. Io sono distesa su un pozza di sangue, stuprata da quella persona per la quale iniziavo a provare qualcosa.
Piango, di nuovo.
Non ho la forza nemmeno di alzarmi, sto ferma in mezzo al mio sangue a pensare a quello che è appena successo. Solo pochi giorni fa ero in questa posizione per essere stata picchiata, ed ora per essere stata stuprata.
Rimango per giorni in quello stato, incapace di reagire. Ashley nota la porta di casa aperta e la apre lentamente, fino a che non sbarra gli occhi non appena mi vede a terra in quella situazione.
Mi porta immediatamente in ospedale. La sento parlare al telefono quando esce dalla stanza. E sento un nome, quello di Seth.
Ashley rimane con me fino al suo arrivo; quando entra nella stanza e mi vede in quello stato comprende tutto. Dato che lui è l’unico a sapere di James e del fatto che è stato l’ultimo ad entrare e ad uscire da casa mia. Seth fa segno ad Ash di allontanarsi e lei esce.
Seth: “ Cosa ti ha fatto?”
Io: “ non è evidente?”
Seth: “voglio sentirlo da te”
Io: “siete uguali tu e tuo padre, due violenze nell’arco di due settimane, per due rifiuti diversi, ma voi ci state con il cervello eh??? Siete sani??? Seth voglio andarmene da qui, da te, da tuo padre”
Seth: “ capisco”
Io: “ora voglio che te ne vai”
Seth: “era già successo, mio padre non è l’unica volta che….si approfitta di qualcuna”
Io: “mi complimento, mi hai detto tante cose avresti potuto dirmi anche questa. Probabilmente ti avrei creduto di più e mi sarei allontanata da lui. Ma ormai il danno è fatto no? Che cambia da quello che hai fatto tu? Vattene Seth”
Seth: “ Sarò via per un po’ di giorni, potrai stare a casa mia nel mentre potrai trovare un’altra sistemazione”
Io: “ ed ora perché ti interessa così tanto?”
Seth: “ perché la donna che ha violentato anni fa è stata mia sorella”
Se ne va dalla stanza senza aspettare la mia risposta, forse perché non voleva piangere davanti a me. Ma sembra una buona idea, è l’unica cosa che posso fare.
