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CAPITOLO 3

Problemi su problemi....

E' passata una settimana da quella festa e ancora non ho avuto il coraggio di uscire da casa mia. Dopo il bacio a James, Seth che andava via, il sesso con Ashley. Era bastata una giornata insieme a quegli individui per farmi andare in tilt. Non so perché avessi deciso di baciarlo, ma non volevo creare situazioni imbrazzanti. Anche se non era affatto compito mio cercare di fermare qualcosa di cui io non avevo colpa, e di cui non me ne doveva importare nulla.

Non ho ancora capito la reazione di Seth, e James da quella sera non mi ha nemmeno più cercata. L'unico che era stato gentile con me ora sembrava essere adirato con me!

Ho voglia di parlare con lui, spiegargli che la mia era stata solo una reazione dettata dalla sitiazione, perché mi ero sentita di dover fare qualcosa.

Ma su una cosa aveva avuto ragione, Ashley porta solo guai.

Oggi devo uscire a fare la spesa, è da quel giorno che mangio si e no qualche carota. Non fate doppi sensi ora. Ma il mio stomaco chiede di più. Mi metto una tuta e scendo, non prendo l'ascensore, voglio camminare un pó di più.

E chi ti incontro al primo piano? James che esce di casa.

Io: “james. Buongiorno!"

James: “Rebecca"

Io: “sai ti voglio chiedere scusa per il bacio alla festa"

James: “ é stato un bacio inaspettato Rebecca, ma almeno hai fatto sì che mio figlio non andasse a scopare con quell'essere"

Io:“ James, avrei potuto fare altro"

James: “Rebecca, la questione è che non mi aspettavo che quel bacio mi piacesse così tanto, capisci ora perché non sono venuto io a bussare alla tua porta?"

Io:“e con questo cosa vuoi dire?"

James:“che ho 40 anni e che mi ecciti e sei una ragazzina, che potrebbe essere mia figlia, ho fatto Seth quando avevo soli 17 anni e non capivo niente. Sono cresciuto abbastanza da quel dì e quando tu mi hai baciato io volevo prenderti e sbatterti da qualche parte e scoparti fino a che non avessi chiesto pietà, ecco cosa voglio dire. Ma non l'ho fatto perché ho pensato a te"

Io: “james devo andare a fare la spesa ora"

Non so cosa mi sia preso, ma scappo. Lo lascio lì di fronte alla porta, dopo che ha detto che vuole scoparsi me! Che casino! Che merda di casino! Qui sono tutti arrapati, basta un bacio per scopare, certo, è una casa del sesso, è da quando sono dei latticini che scopano e quando assaggi una cosa bella non puoi più farne a meno. Ed io? Io perché ho reagito così a quelle parole? Non sono fatta così io! Io rispondo, e se qualcosa so che non accadrà allora lo dico. Invece quella casa fa pullulare anche i miei di ormoni. Se solo pensate che ho scopato con una donna!

Faccio spesa, compro il necessario e mi riavvio verso casa.

Ho male alla testa, troppi pensieri, troppe situazioni strane.

Decido nuovamente come un'idiota di fare le scale. So anche il perché e so che lo state immaginando anche voi. Quando mi ritrovo davanti il suo portone, la mia testa smette di pensare, agisce solo la mia vagina. Che guaio questi cazzo di genitali!

Busso e appena mi apre faccio cadere a terra le buste della spesa e lo bacio. Lo bacio fino ad entrare in casa, chiudo la porta con un piede e continuo a baciarlo fino a che non si ritrova addosso al muro. Premo con forza e le nostre lingue si incontrano in una danza passionale. Comincio a sbottonargli i jeans e lui mi ferma. Mi guarda e non capisce. Poi mi chiede se sono sicura di quello che faccio. Non rispondo. Gli scendo i pantoloni, poi i boxer e poi lo succhio, lo succhio fino ad ingoiare il suo sperma, che troia!

Mi fa alzare tirandomi i capelli e godo ancora di più, mi mantiene la testa inclinata e mi bacia il collo, poi mi sfila la t-shirt, e rimango in reggiseno. Con un abile gesto mi toglie anche quello e comincia a torturare i miei capezzoli fino a che non gemo. Dolore e piacere. Un mix eccitante.

Strofino il mio bacino contro il suo cazzo e sento di nuovo il suo piacere crescere. Decide che è arrivato il mio momento. Mi prende le gambe e gli sono in braccio. Mi bacia. Poi mi spinge con violenza sul ripiano cottura della cucina e mi toglie gli shorts, poi le mutandine. Lecca, lecca ed io gli tiro i capelli, gli graffio la schiena e gemo. Dio che bravo! Vengo. Mi riprende dal ripiano cottura e mi sbatte contro il muro della sala, penso di essermi rotta qualcosa. E mi palpa il seno, violentemente. Poi mi porta nella stanza da letto. Mi lega le mani con non so cosa alla spalliera del letto. Mi contorco sotto i suoi baci e morsi dappertutto, vorrei sfogarmi toccandolo e non posso. Questo mi fa eccitare ancora di più. E così mi penetra, a fondo, ogni fottutissima volta. Piano e poi velocemente e vengo, una, due o non so quante volte.

Lui viene dentro di me. E poi resta dentro di me e si stende sopra il mio corpo. Mi slega. E mi bacia.

Senza farmi toccare terra andiamo a farci una doccia e poi torniamo a letto.

James:“hai solo 18 anni"

Io:“ne è valsa la pena"

James:“credo che adesso non potrò più fare a meno di te"

Io:“credo che dovrò andare a farmi prescrivere la pillola"

James:“si credo che sia un'ottima idea"

Dopo pochi minuti mi rivesto e torno a casa. Non dimenticando la spesa ancora sull'uscio. Quando sono a casa mi addormento. Sono sfinita.

Avete presente quando ho detto che non avevo mai goduto così tanto, se non con la scopata con Ashley? Bé adesso cambio il tutto con James.

Non c'è cosa che mi piaccia più del sesso e anche se lo avevo già sperimentato, fino ad oggi posso dire che non lo avevo mai conosciuto così bene.

Quando mi sveglio mi cucino un hamburger e un pó di insalata. Ho fame, ma non voglio mangiare a mò di strafogo. Poi quello che ho comprato basta si e no per un pranzo e una cena. Che pigrizia!

Verso le 4 sento bussare alla mia porta, spero che non sia James perché di certo non ce la farei a sopportare un'altra scopata del genere e con mio grande stupore, non è lui. Si, lo ammetto, un pó ci speravo.

E' Seth ragazzi, quell'affascinante testa di cazzo.

Lo faccio entrare.

Seth: “sono venuto a regolare il giorno del pagamento dell'affitto"

Io:“potevi farmi arrivare un messaggio, magari ci saremmo incontrati di nascosto sotto un ponte per non farci vedere"

Seth mi prende un braccio e mi blocca contro il muro.

Seth: “odio la tua bocca del cazzo che non sa rimanere al suo posto ok? E mi fa schifo anche toccarti dopo quello che hai fatto con mio padre. Ma non ti vergogni? E chiami puttane le ragazze che lavorano per me? La troia sei tu."

Io:“che ne sai di tuo padre?"

Seth:“ci sono le telecamere imbecille! Ti ci sei fiondata come una cagna in calore"

Io:“e sei venuto guardando mentre spingevo tuo padre dentro casa pomiciandomelo per bene? O hai anche telecamere nascoste dentro gli appartamenti? Perché visto che sono una troia, avresti dovuto vedere come glielo succhiavo"

Non ho potuto evitare una sberla, una sberla molto potente tanto da accasciarmi per terra. E in più mi è anche arrivato un calcio allo stomaco. Svengo e quando riapro gli occhi sono da sola in casa. Spero che sia stato solo un incubo e invece non posso muovermi. Mi guardo la pancia e vedo un ematoma. Piango per il dolore. Non so cosa fare.

Sto così, ferma senza potermi alzare per almeno circa tre ore. Quando Seth ricompare a casa mia entrando con non so che cazzo di chiavi se le mie le ho dentro la borsa. Ha un doppione. Lo ammazzo, giuro che lo faccio.

Mi guarda agonizzante e non si degna neanche di aiutarmi. Prende una sedia e la mette davanti i miei occhi, poi si siede.

Seth:“mio padre si è scopato tante di quelle donne che tu non ne conosci neanche la metà, non credere che gli manchi la vagina, ti ha scopata solo per sfizio. E se non credi alle mie parole,credi al fatto che è riuscito a scoparsi anche l'unica donna che per me avesse degno il nome. E odio mio padre per questo. Ma meglio così no? Lei era una persona ignobile e me ne sono reso conto solo quando ho scoperto tutto. Sappi che ancora non riesco a perdonarlo, e ti sto raccontando queste cose solo per far del male a lui, e le racconterò a ogni donna che si fotterà fino a che non ne rimarrà nessuna. Tu non sei niente, né per me e né per lui. Ma non ti azzardare più a dire qualcosa sul mio lavoro e su chi lavora per me. Tu non sei una donna, sei una malata di sesso e basta. E con questo eccoti un telefono, chiama qualcuno per farti togliere quel culo dal pavimento, che fosse per me rimarresti qui agonizzante. E sappi che tra un mese esatto, voglio trovare i soldi nella mia cassetta della posta, visto che sai anche dove abito"

Mi lancia il telefono in faccia e non appena esce chiamo James, c'è il numero in rubrica. Mi porta all'ospedale e rimango lì per una settimana, costola inclinata e lieve trauma cranico, tra la caduta e il lancio del telefono. Prima o poi la pagherà, ne sono certa.

Ho chiesto a James di non venire a trovarmi e che quando avessi sentito di farlo, sarei andata a parlare con lui. Comunque posso uscire dall'ospedale, chiamo un taxi e mi faccio accompagnare prima in banca e poi nella villa di McCartney, metto i soldi dell'affitto in una busta e scrivo un bigliettino.

“ Se tu credi che io sia una fottuta troia, non mi interessa. E non sono affari tuoi chi mi scopo o chi no dato che non lavoro e mai lavorerò per te. Ho evitato di denunciarti perché avrei solo sprecato tempo. Ma non ti azzardare mai più a toccarmi perché ti faccio esplodere il tuo bel visino da angelo con una bomba a mano. Questi sono i tuoi cazzo di soldi, così non mi rompi le palle per altri quattro mesi. E quelle che lavorano per te continuano ad essere per me delle prostitute, che anche io lo sia o no. E ora vaffanculo"

Poi torno a piedi a casa mia fumando una sigaretta, ancora dolorante per la costola non del tutto guarita.

Mi sento soddisfatta e mi dico che posso dormire tranquilla. Che non mi sono innamorata di James per cui io possa rimanerci male per quello che Seth si è preso la briga di raccontarmi, per cui quello che ha fatto non mi compete anche se non mi piace affatto. Scopa da dio e se vorrò me lo farò ancora e ancora fino ad averne abbastanza. E poi voglio vedere come va a finire se James si dovesse mettere contro il figlio oer me. Allora io e lui staremmo ad armi pare. E così si che potrei denunciarlo. Deve solo provarci a ritoccarmi in quel modo. Lurido.

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