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LA CASA DEL SESSO

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Rebecca Vans
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Riepilogo

Una storia d'amore piena di erotismo, violenza, e sesso. Rebecca Vans è la protagonista di questa storia, ragazza di soli 18 anni che si trasferisce da un piccolo paese in una città. Incontrerà così un mondo totalmente nuovo per lei. Farà o non farà parte della casa del sesso?

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PROLOGO

Volevo correre via da casa mia, volevo solo dimenticare tutto quello che ero. Volevo riprendermi la mia vita e vivermi il tutto, senza più pensare a quelle persone. Un paese, un fottuto piccolo paese, che ti condiziona, ti osserva, ti giudica, non sei libero di essere te stesso. Ne parlai con i miei genitori ma non erano d'accordo, avevo appena finito la scuola e avrei dovuto a breve iniziare l'università, per loro non potevo trasferirmi in un'altra città e iniziare una nuova vita, era pericoloso. Ed io per i miei genitori ero sempre stata piccola, innocente, senza esperienza. Non sapevano invece quello che ero in realtà, quello che il paese mi aveva fatto diventare parlando di me.

Ringrazio ogni giorno il cielo per non aver fatto arrivare voci a mio padre; che mi avrebbe rinchiusa in casa, come un'eretica condannata al rogo.

Non è un uomo cattivo come sembra da queste mie parole, è semplicemente un padre geloso, possessivo, che ha solo una figlia che sta passando l'età dell'adolescenza e vuole staccarsi da tutti i legami che la mantengono salda alla famiglia.

Ci misi veramente tanto prima di farmi dire un sì.

Nessuno mi comprendeva mai, nessuno capiva perché avevo sempre fatto e continuavo a fare scelte abbastanza diverse dalle altre ragazze.

Come potevo continuare a vivere così? Sotto gli occhi maledetti delle persone, senza poter essere quello che volevo....come?

Volete sapere come sono fatta io? Paesana e montanara?

Bè, sono una ragazza un po' maschiaccio, e non di quelle che vogliono solo diversificarsi dalle altre e perciò fanno di tutto per non essere alla moda,no! Maschiaccio nel senso che il mio cervello pensa come quello di un maschio e in più come quello di una femmina. E' come se avessi due mentalità diverse ed unite insieme, che creano milioni anzi miliardi di pensieri dentro di me.

Amo il sesso, amo il cazzo e amo tutto quello che lo riguarda. Ma a differenza delle altre ragazze, io amo ammetterlo, non mi nascondo dietro una risata isterica.

Sono abbastanza esplicita, sono una di quelle che non capisce il perché ai maschi è permesso dire e fare tutto e a noi ragazze no. Insomma, ognuno la pensa come vuole, ma dopo la nostra emancipazione ed essendo alla pari, non vedo perché io non possa urlare al cielo che mi piace il cazzo, solo perché non è bello sentirlo dire da una donna. No ragazzi! La questione è diversa,ad ogni donna, almeno che non le piaccia leccare la figa, piace il cazzo, e piace fare sesso, ma non lo dice nessuna!!!!

Pregiudizi di anni passati che ancora non vengono debellati...

Per il resto, devo dire anche che sono una ragazza normale, a cui piace truccarsi, avere i capelli lunghi, vestirsi bene, anche se utilizzo particolarmente abiti sportivi, e a cui piace avere delle emozioni e sparlarne con le amiche.

Non so se il mio carattere mi portava sfortuna, o faceva allontanare le persone, ma io sono fatta così e non voglio cambiare.

Comunque, tornando alla storia, dal momento in cui i miei genitori mi hanno dato carta bianca, allora mi misi a cercare un appartamento nel centro di Milano, possibilmente avrei dovuto trovare a breve un lavoro per pagarmi l'affitto, e le bollette. Avrei voluto trovare un coinquilino, almeno le spese sarebbero state divise, ma purtroppo l'appartamento che trovai era per me e basta.

L'appartamento mi venne consegnato a Giugno, ed io feci di tutto per partire il prima possibile.

Ho un fratello, si chiama Drew, ha 23 anni contro i miei 18. Lui era molto scontento della mia partenza, ma probabilmente perché lui non aveva mai avuto il coraggio di andare via da lì. Non siamo molto legati sotto un punto di vista affettivo, ho sempre avuto un po' di problemi con lui e la sua gelosia. Problemi perché ho sempre voluto divertirmi e fare come volevo, ma lui non sopportava questo mio lato spinto.

Partire significava finalmente lasciarmi tutti quegli sguardi dietro.

Verso i primi di Luglio, avevo risolto tutte le pratiche in grado di permettermi di non avere problemi a Milano. Ho scelto questa città perché mi ha sempre incuriosita, e poi è anche moooolto lontana dal mio paese.

Ricominciavo da capo, senza alcun pregiudizio, senza alcuno sguardo addosso pieno di cattiveria, senza la cattiveria stessa delle parole delle persone, questo volevo, questo dovevo avere a 18 anni dopo aver passato tutta la mia adolescenza sotto la parola "zoccola".