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"Tutto bene?" sento alle mie spalle, ma dov'era finito?
"Si tutto bene" fingo un sorriso.
"Non sembra, hai una faccia e poi ti ho appena vista discutere con Marina"
"Ah la conosci?" chiedo.
"Si, fa parte di un gruppo di amici che ho, la conosco abbastanza da sapere che poterebbe averti detto qualcosa" dice serio.
"E perché mai dovrebbe dirmi qualcosa?"
"Beh..." viene bloccato da un ragazzo che gli mette un braccio intorno alla spalla, ha i capelli castano chiaro e gli occhi azzurri, si vede che fa palestra, ha certi muscoli che.. mamma mia. "Non saluti nemmeno?" domanda quest'ultimo.
"Stefan smettila di perseguitarmi" dice il mio amico togliendo il braccio del ragazzo. "Mai" ridacchia.
"Chi è lei?" si volta verso di me.
"Una mia amica"
"Gli amici di Jason sono amici miei, perciò piacere Stefan" porge la sua mano ed io ricambio "Lucy"
"Bel nome, non molto usato da queste parti, non sei di Miami vero?" chiede come se avesse capito la mia provenienza.
"No, vengo da Los Angeles, sono qui per studiare" spiego.
"Lo sapevo. Ci sono stato e ho conosciuto molta gente di lì" mi sorride.
"Davvero? Quando sei stato l'ultima volta?" domando curiosa.
"A Febbraio"
Ma come faceva ad esserci stato del tempo se c'era di mezzo la scuola? Forse avrà preso dei giorni di vacanza.
Può darsi.
"Capisco, io ora sto entrando a vedere dove si trova la mia classe" li saluto senza dilungarmi troppo e Jason mi fa cenno di vederci dopo. Annuisco e vado verso le classi. "Ei Lucy, ci si vede in giro" sento dire da Stefan ma Jason lo zittisce "Non giocare col fuoco amico, è come una sorella per me"
Sorrido per quello che ha detto, anche in mia assenza è sempre protettivo.
Percorrendo le classi mi rendo conto di quanto sia grande questa scuola, non trovo la mia..
Difronte a me appare di nuovo Marina concentrata a pensare e a bere un caffè delle macchinette col telefono in mano.
Quasi quasi le parlo per chiarire questa situazione.
"Marina" la chiamo.
Quando si gira la sua faccia trasmette disgusto nel sentirmi parlare.
Ma che le ho fatto?
"Come sai il mio nome ora?" chiede snervata. Ma ha il ciclo per caso?
No perché tesoro, c'è l'ho anch'io e non ho voglia di litigare oggi.
"Volevo chiederti scusa per oggi, forse non ti ho dato una buona impressione ma vorrei ricominciare da capo, io sono Luc..." vengo interrotta dalle sue strilla "Non mi interessa conoscerti, forse non è chiaro. È meglio che te ne vai da questa scuola se non vuoi passare la tua permanenza in modo pessimo"
Vorrei tanto capire cosa le ho fatto, eppure non credo di aver fatto la scortese.
Come si permette a trattarmi così?
"Ti ho fatto qualcosa?" Alzo la voce.
"N-non voglio continuare questa conversazione" dice con la sua voce stridula.
Quasi le cade il caffè dopo l'ultima frase, mi sarebbe piaciuta la scena dopo questo.
"Ma chi ti credi di essere?" mi avvicino a lei innervosita "Non credo di essere stata scortese con te e ti credi la paladina della giustizia, mi hanno spinta e per sbaglio ho spinto anche te facendoti cadere, stai facendo una strage per nulla. Ti ho chiesto scusa e questo basta anche per le mie intenzioni non erano maligne, ma le tue vedo proprio di sì, perciò dopo questa sceneggiata che hai fatto puoi benissimo sparire tu e non io!"
I suoi occhi si riempiono di rabbia come se volesse solo uccidermi in questo momento. "Non la passerai liscia, ti avviso" dice per poi andarsene nuovamente via.
Ma le piace proprio lasciare le conversazioni a metà.
"Vedremo" grido per farmi sentire da lei che ormai è già lontana.
Mi giro di scatto per andarmene e tornare a cercare la mia classe ma forse oggi non è giornata, vado a sbattere contro qualcuno, sbadatamente.
Stavolta è un ragazzo alto 1 metro e ottanta credo. Capelli scuri, quasi neri e degli occhi che sembrano infiniti per quanto profondi. Mi lascio abbindolare da quegli occhi per qualche secondo ma dopo poco mi riprendo e torno sulla terra.
"Aia, mi hai fatto proprio male" ride ironico "cosa volevi fare venendomi addosso?"
"Niente, non ti ho visto proprio" rispondo sinceramente.
"In ogni caso quella che hai fatto scappare via è la mia ragazza, posso sapere che le hai detto?" chiede con un tono duro manco avessi ucciso qualcuno.
"Nien-" stavo per dire ma vengo interrotta da un ragazzo familiare.
"C'è qualche problema Damon?" sbuca Jason accanto a me. Ogni tanto riappare quando vuole.
"Si, ho un problema con la tua ragazza, ha fatto andare via la mia e voglio sapere cos'è successo se posso" spiega.
"Non stiamo insieme" lo correggo "e credo sia la tua ragazza ad avere un problema con me, ho provato a parlarle ma sembra cocciuta"
"Certo, ed io dovrei crederci" ride.
Che fastidio quando si mette a ridere.
Ma cosa c'ho scritto in faccia "clown"?
"Puoi chiamarla davanti a me e parlarle, io non ho altro tempo da perdere" finisco per lasciare lui e Jason da soli.
Riprendo ciò che stavo facendo e finalmente dopo dieci minuti trovo la classe. Non faccio altro che pensare a Marina, a cosa potrei averle fatto ma non credo mi darà mai una risposta a questa domanda. È tutto così strano.
La classe è piena di ragazza e mi vado ad accomodare nell'unico posto libero che c'è, affianco a un ragazzo che sembra tutto tranne che concentrato alla lezione ormai iniziata da dieci minuti.
Lascio lo zaino per terra e prendo un quaderno per prendere appunti.
Il professore interrompe il discorso che stava facendo e punta l'occhio su di me, sì, è proprio la mia giornata. Come primo giorno di scuola posso dire che è andato benissimo. Sono ironica.
Ed io che speravo di passarla liscia e sedermi senza che il prof si accorgesse di me e della mia presenza.
"Lei è..?" chiede portando tutta l'attenzione dei compagni su di me.
"Lucia Stark" quasi sussurro.
"Come?"
"Lucia Stark" alzo un po più la voce.
Il ragazzo accanto a me si gira quando capisce che accanto a lui si è seduto qualcuno, fino a prima non se n'era nemmeno accorto.
"Okay, perfetto. Stiamo preparando un progetto di Filosofia e ognuno di noi lo farà col proprio compagno di banco. Dovrete consegnarlo entro Lunedì prossimo"
Oh cavolo.
