Capitolo 3
Oggi (Berlino)
‘Lui ha visto la sua anima e la tiene nella sua mano. La mente della donna ora appartiene a lui, vuole leggerla, vuole conoscerla.
Anche il corpo è in suo potere, può sentirlo e gioirne, ma è il suo cuore che lo disarma, è in catene, pronto ad essere solo di sua proprietà’
Emma chiuse rabbiosamente le pagine di quel libro, lo gettò sul letto e si alzò diretta verso il grande specchio della sua camera da letto.
Guardò la sua immagine riflessa, la donna che vide la lasciò disarmata.
Non aveva più la freschezza dei vent’anni, il seno piccolo ma sodo fu l’unica parte del suo corpo che riuscì a strapparle il sorriso, ma il resto la costrinse a deglutire.
Sarebbe stato meglio che non avesse guardato attentamente.
Le gambe avevano perduto la loro tonicità, i fianchi troppo arrotondati si erano notevolmente appesantiti, e quel viso un tempo liscio e levigato, aveva iniziato ad ospitare uno scempio di rughe emerse all’improvviso.
Un groppo risalì dallo stomaco, si fece bruciante e quando raggiunse la gola le provocò un conato.
Non avrebbe mai potuto appartenere a qualcuno se non avesse cambiato la sua vita.
Quell’uomo, di cui aveva appena letto, esisteva solo nei sogni delle donne.
Appartenere a qualcuno… ma chi mai avrebbe voluto averla?
Eppure, c’era stata una notizia quel pomeriggio che aveva risvegliato la sua attenzione, qualcosa che aveva sentito senza volerlo.
Mentre beveva il suo caffè, dopo aver fatto uscire dalla cucina il menù più richiesto, due colleghe arrivate da poco come aiuto-cuoco, si erano appartate ed avevano parlato della serata appena trascorsa, una serata che aveva regalato loro esperienze davvero eccitanti.
Suo malgrado, Emma, aveva udito il nome di un club, Il Prestige, un locale trasgressivo nei pressi del centro di Berlino e la sua curiosità si era fatta prepotente.
Si diceva che Il Prestige fosse famoso per gli incontri con Master praticanti e lì si sarebbero potute sperimentare tutte le tecniche di bondage e bdsm in uso. Emma, dapprima, ne rimase scioccata, ma poi una strana curiosità mescolata ad eccitazione l’avevano convinta ad approfondire.
Certo conosceva le pratiche sessuali legate a quelle tecniche, ma non aveva mai avuto né desiderio, né coraggio di praticarle.
Lei aveva sempre fatto un sesso ordinario, per lo più cercando di capire il motivo per cui tutti osannavano il piacere dell’orgasmo come se fosse stata la sensazione più profonda e sconvolgente di tutte, in realtà lei non l’aveva mai capito perché quando, di rado, raggiungeva la gioia il massimo che ne ricavava era un caldo al basso ventre e uno strano prurito che l’assaliva.
Niente a che vedere con quello che aveva letto su quel dannato libro erotico, d'altronde era risaputo che le sedute sessuali descritte, così prolungate, non erano altro che frutto della fantasia dell’autore.
Eppure, non aveva saputo resistere, perché dopo aver udito il nome di quel locale, il Prestige appunto, si era recata immediatamente nell’unica libreria che rimaneva aperta fino a mezzanotte, dato che staccava dal ristorante alle undici precise, e aveva acquistato il libro.
L’indecisione era stata grande, ma dopo un interminabile tempo dedicato ad osservare gli scaffali inutilmente, si era arresa chiedendo ad un commesso informazioni circa l’argomento.
“Vuole leggere storie di bondage o sadomaso?” le aveva chiesto il commesso, con molta naturalezza, e lei, sentendosi accaldata e immaginandosi con le gote porpora come fosse stata una ragazzina alle prime armi, aveva replicato “Faccia lei.”
Così, alla fine, aveva acquistato il libro, ma non avrebbe mai immaginato che quelle frasi appena lette l’avrebbero catapultata in un pozzo senza fondo.
Ma dove aveva vissuto fino ad ora?
Appartenere ad un Master, essere la sua schiava speciale, la sua sottomessa, sembravano parole, per lei, indecifrabili.
Certo, avrebbe fatto carte false per appartenere ad un uomo, e nonostante avesse passato i trentacinque, la sua speranza non era mai veramente scomparsa, e anche se le sue chance si stavano notevolmente assottigliando, lei avrebbe voluto un amore, un amore speciale.
Eppure, davanti a quello stramaledetto specchio, si era sentita male.
Si era resa finalmente conto che non avrebbe mai accettato di buon grado la solitudine, non avrebbe mai voluto invecchiare da sola, appartenere a qualcuno sarebbe stato il suo più grande desiderio, ma avrebbe dovuto fare qualcosa, qualcosa che la scuotesse.
Fu in quel preciso momento che una strana energia s’impossessò di lei, e le fece prendere la decisione più difficile della sua vita.
Dopo anni di relazioni insulse, di scopate ordinarie, di amori fasulli e poco produttivi, avrebbe cercato qualcuno di diverso, di speciale, qualcuno in grado di soddisfarla davvero.
Fare sesso le piaceva ma non sempre l’orgasmo la raggiungeva, o aveva incontrato buoni a nulla, oppure la sua libido subiva, irrimediabilmente, improvvisi torpori.
Si fiondò in bagno e aprì il getto della doccia, a breve si sarebbe vestita a dovere, avrebbe truccato il suo viso poi sarebbe uscita per recarsi al Prestige.
Aveva deciso.
Se in quel posto avesse avuto la sua occasione, lei l’avrebbe accettata senza riserve.
Era stanca di porsi domande, di limitare le sue scelte, di farsi problemi, il suo corpo chiamava il desiderio e lei voleva darglielo.
Dopotutto era sola e non avrebbe avuto nulla da perdere.
