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Capitolo 4: Il Consiglio di Guerra di Natale e la Cospirazione del Bebè

Capitolo 4: Il Consiglio di Guerra di Natale e la Cospirazione del Bebè

Caserma dei Pompieri di Hamilton

Hamilton, Montana, Stati Uniti d'America

25 dicembre 2000, dopo mezzanotte

Il silenzio era tornato nella caserma, un silenzio pesante, ma questa volta, tinto da una strana melodia: il leggero ronfare di Melody, accoccolata nel suo cesto da picnic improvvisato, vicino all'albero di Natale scintillante. Capitano, il Malinois, era sdraiato accanto a lei, il muso appoggiato al bordo del cesto, i suoi occhi scuri fissi sul piccolo essere, come un guardiano ancestrale che veglia su un tesoro inestimabile. L'odore di tacchino arrosto, biscotti dolci e, bisogna ammetterlo, una leggera persistenza di latte cagliato e pannolino sporco, aleggiava nell'aria.

Spossati dalle peripezie della «Missione Melody Pulita», gli uomini si erano finalmente seduti intorno al grande tavolo della cucina, il loro pasto di Natale, freddo ma ancora appetitoso, davanti a loro. I piatti erano pieni, ma le forchette rimanevano sospese a mezz'aria. L'appetito, un istante vorace, aveva ceduto il passo a una riflessione collettiva, carica di conseguenze.

William si sedette a capotavola. La camicia da pompiere, macchiata dal vomito del bambino, era un palese ricordo della battaglia precedente. Con un gesto stanco, se la tolse, rivelando un torso molto muscoloso, cosparso di una folta peluria scura che contrastava con la pelle chiara. Pompiere devoto, ma anche proprietario di una compagnia di costruzioni che richiedeva una forza e una perseveranza diverse, William portava su di sé i segni di una vita di fatica e responsabilità. Aveva l'aria di un generale dopo una battaglia vittoriosa, ma la cui prossima campagna si preannunciava ancora più pericolosa. Prese un grosso boccone di tacchino, ma il suo sguardo era fisso sul cesto, dove Melody dormiva placidamente.

«Bene, signori», cominciò William, la sua voce grave che rompeva il silenzio. «Abbiamo… abbiamo un problema. Un problema molto carino, ma pur sempre un problema.»

David, che aveva appena posato la forchetta con un rumore metallico, alzò un sopracciglio. «Un problema, Capo? È un problema delle dimensioni di un… di un bambino. E di dubbia legalità.»

Nonno, masticando lentamente il suo tacchino, annuì. «Ha ragione, William. I servizi sociali… faranno domande. Molte domande. E non abbiamo proprio buone risposte.»

Carota, sempre un po' nervoso, aggiunse: «E poi, una caserma dei pompieri non è proprio una casa famiglia. Abbiamo letti a castello, non culle. E gli allarmi… lei sobbalzerà ogni volta!»

Kris tamburellò con il dito sul tavolo. «Senza contare la burocrazia. Un bambino ha un certificato di nascita, un nome, dei genitori… Non possiamo semplicemente farla apparire dal nulla.»

Thomas, il più giovane, ma spesso il più diretto, chiese: «E chi si occuperà di lei quando saremo su una chiamata? La porteremo con noi sul camion?»

Scott, il cui sorriso abituale era sostituito da un'espressione pensierosa, riassunse: «In pratica, Capo, è una situazione… complicata. Molto complicata.»

William posò la forchetta. Guardò ciascuno dei suoi uomini, i loro volti che riflettevano un misto di preoccupazione, perplessità, ma anche, lo sentiva, un affetto nascente per la piccola Melody. Si alzò e si avvicinò al cesto; Capitano alzò la testa, i suoi occhi che fissavano William con intensità protettiva.

«So che è complicato», disse William, la sua voce che si addolciva guardando Melody. «Ma guardatela. È qui. Il giorno di Natale. Abbandonata.» Accarezzò dolcemente la piccola ciocca rossa di Melody. «E i suoi occhi… i suoi occhi sono come quelli di Maddy. E i suoi capelli…» Sospirò. «Maddy… voleva così tanto un bambino. Più di ogni altra cosa al mondo. Noi… non ne abbiamo mai potuto avere uno.»

Un silenzio rispettoso cadde sul tavolo. Il dolore di William era ancora fresco, palpabile. L'idea che questa bambina potesse essere un segno, un dono del destino, aleggiava nell'aria.

«Io… io non posso lasciarla andare», continuò William, la sua voce caricata da un'emozione profonda. «Non dopo tutto questo. Non dopo averla tenuta. Lei è… lei è un dono. Un dono di Natale.» Si voltò verso i suoi uomini, il suo sguardo determinato. «La terremo.»

Gli uomini si guardarono, sbalorditi. Era una dichiarazione audace, persino folle.

«Tenere un bambino? Capo, fa sul serio?» esclamò David. «Non è un cucciolo che si adotta da un rifugio! È un essere umano!»

«E come pensi di fare, William?», chiese Nonno, la sua voce piena di una preoccupazione paterna. «Sei un uomo solo. Un pompiere. Che lavora ore impossibili. Un bambino ha bisogno di una madre…»

William annuì. «Lo so. Ma non sarò solo. Ho voi. E Capitano.» Indicò il cane, che, come per confermare il suo ruolo, leccò la mano di Melody.

Una leggera risata nervosa percorse l'assemblea. L'idea di Capitano come tata a tempo pieno aveva qualcosa di assurdo e toccante.

«E, cosa più importante», riprese William, la sua voce che si abbassava di tono, piena di suspense. «Non la faremo passare per una bambina trovata. La faremo passare per… la figlia di Maddy. E la mia.»

Un silenzio di morte si installò. Le forchette caddero sui piatti con un tintinnio. Gli occhi si spalancarono.

«Voi… voi volete dire… che Maddy…» cominciò David, incredulo.

«Maddy è morta un mese fa, Capo», disse Carota, con gli occhi sgranati. «Come avrebbe potuto avere un bambino? È… è impossibile!»

«Senza contare Donna Romano e Amelia!», esclamò Kris, battendo sul tavolo. «La madre e la sorella di Maddy! Erano lì, ogni giorno, durante la malattia di Maddy. Avrebbero visto se fosse stata incinta! Lo avrebbero saputo!»

Un brivido gelido percorse l'assemblea. Questa era la vera spina nel fianco del loro piano. La famiglia di Maddy era il punto debole, il buco nero della loro storia.

«È vero… Donna Romano non si lascia scappare nulla», mormorò Nonno, pensieroso. «È una donna forte, ma ha il cuore spezzato per la perdita di Maddy. Come le spiegheremo questo?»

«Non possiamo dire che era molto discreta con sua madre!», aggiunse Thomas, con il viso pallido. «Né con sua sorella! Erano inseparabili!»

William si massaggiò le tempie. Il problema assumeva una dimensione completamente nuova. Convincere le autorità era una cosa. Convincere la propria famiglia di Maddy, che aveva condiviso i suoi ultimi giorni, era un'altra, molto più straziante.

«D'accordo, il piano deve essere… aggiustato», disse William, la determinazione ancora presente nella sua voce, nonostante l'immensità della sfida. «E se… e se fosse nata a casa? Poco prima… poco prima che Maddy se ne andasse. Un parto rapido, inaspettato. Solo io ero lì. E con lo shock, il dolore… non avrei avuto la forza di… di annunciarlo subito. Soprattutto non a Donna e Amelia.»

L'idea era audace, ma creava una distanza. Una distanza che, pensava William, poteva essere interpretata come il segno di un lutto immenso, di una confusione dovuta al trauma.

«Ma il certificato di nascita?», chiese Kris. «Ci vuole un medico per quello. Un ospedale.»

«Potremmo dire che è venuta un'ostetrica d'urgenza», suggerì Scott. «Una vecchia amica di Maddy, discreta, che è dovuta partire precipitosamente dopo il parto, a causa dello shock della morte di Maddy…» Vide i volti scettici. «Va bene, d'accordo, è un po' inverosimile.»

«E Donna e Amelia?», insistette Carota. «Cosa facciamo quando si presenteranno con i loro famosi muffin di Dolce Montana, e vedranno un bambino che dovrebbe essere la loro nipotina o nipote, ma di cui ignoravano l'esistenza?»

William sospirò. «Per ora… non diremo loro nulla. Non ancora. La priorità è stabilizzare la situazione qui. Poi troveremo il momento giusto e le parole giuste. Sarà la parte più difficile.»

Gli uomini si guardarono. Il silenzio era teso, carico della gravità della decisione. Erano pompieri, abituati a salvare vite, non a manipolare documenti legali o a inventare storie. Ma era William, il loro capo, il loro amico. Ed era Melody, quella piccola cosa che aveva già conquistato i loro cuori.

«Sono con te, Capo», disse David, il primo a decidersi. «Abbiamo affrontato incendi peggiori di questo. Possiamo affrontare la burocrazia e gli sguardi curiosi… e la furia di Donna se sbagliamo.»

«Anch'io!», esclamò Nonno. «Siamo una famiglia, William. E una famiglia si aiuta. Soprattutto quando si tratta di un piccolo angelo come questo.» Indicò Melody, che fece un piccolo rumore nel sonno.

«Contate su di me, Capo!», esclamò Kris. «Posso trovare informazioni sui certificati di nascita, sulle scadenze… Sono bravo nelle ricerche, quando non sto arrampicandomi sugli alberi.»

«E io posso fare la guardia!», gridò Thomas. «Nessuno entrerà qui senza che io lo sappia! Metteremo dei cartelli "Quarantena" sulla porta se Nonna e Zia Amelia si avvicinano troppo in fretta!»

Carota, dopo un lungo momento di riflessione, sospirò. «Va bene, d'accordo. Ma se vomita di nuovo sui miei stivali, e Donna mi costringe a mangiare cannoli arrabbiati, mi dimetto.» Una risata leggera e nervosa allentò la tensione.

Scott, ritrovato il sorriso, aggiunse: «Faremo del nostro meglio, Capo. La coccoleremo, la proteggeremo. E inventeremo la più bella storia di nascita mai raccontata. Anche se dovrà rimanere segreta per un po'.»

William li guardò, il cuore stretto dall'emozione. Aveva gli uomini migliori del mondo. Uomini che, nonostante i loro difetti e le loro battute, erano capaci della più grande lealtà e del più grande coraggio.

«Bene», disse William. «Allora, il piano. Primo passo: dobbiamo far finta che Maddy fosse incinta. E che nessuno lo sapesse.»

«Sarà dura», disse David. «Era malata. Le visite mediche…»

«Diremo che era molto pudica», suggerì Nonno. «E che la malattia mascherava i segni.»

«E la data di nascita?», chiese Kris. «Deve coincidere con la morte di Maddy.»

«Il più vicino possibile», rispose William. «Diciamo… il 24 dicembre. La vigilia di Natale. Un regalo dell'ultimo minuto.»

«Un regalo di Natale postumo, Capo? È… è audace!», esclamò Carota.

«È una storia di Natale, Carota», replicò William, con un sorriso triste. «E la faremo vivere.»

La discussione proseguì per ore, gli uomini elaborarono i dettagli più minuti della loro storia. Dovevano essere coerenti, credibili. Parlavano della reazione dei vicini, delle domande degli amici, e soprattutto, di come gestire la situazione con Donna e Amelia. La necessità di rimanere uniti nella loro versione dei fatti era fondamentale.

Capitano, che aveva ascoltato attentamente il dibattito, sembrava capire ogni parola. A un certo punto, si alzò, si avvicinò a William e poggiò la testa sul suo ginocchio, gli occhi pieni di una saggezza silenziosa. Sembrava dirgli: Sono con te, Capo. Siamo con te.

William accarezzò la testa del cane. «Hai ragione, Capitano. Siamo tutti insieme in questo guaio.»

La notte avanzava, e la caserma, un tempo luogo di rumori e risate, era diventata il teatro di una cospirazione benevola. I pompieri di Hamilton, questi eroi del quotidiano, si preparavano ad affrontare la loro più grande sfida: diventare i padri adottivi non ufficiali di un bambino misterioso, e far credere al mondo intero che fosse nata da un amore perduto.

Finalmente, la stanchezza li vinse. I piatti erano vuoti, le strategie erano stabilite, e il sonno li chiamava. William si alzò, si avvicinò a Melody. Lei dormiva profondamente, il suo visino sereno. La sollevò delicatamente e la posò sul suo torso nudo, cullandola tra le braccia.

«Ce la faremo, piccola mia Melody», sussurrò. «Ce la faremo.»

La depose in un letto improvvisato nel suo stesso ufficio, una cassa coperta da morbide coperte. Capitano si sdraiò immediatamente accanto, vegliando su di lei.

Gli uomini si dispersero, ognuno raggiungendo il proprio letto, il cuore riempito da una strana miscela di apprensione ed eccitazione. Il Natale 2000 sarebbe rimasto impresso nella loro memoria, non per gli incendi spenti o le vite salvate, ma per il dono inaspettato che aveva trasformato la loro caserma in una casa, e la loro vita in un'avventura imprevista. La suspense era al culmine. Come avrebbero fatto a cavarsela di fronte alle autorità, e soprattutto, di fronte a Donna e Amelia Romano, le custodi dei ricordi di Maddy e di tutti i segreti di Hamilton? Solo il tempo lo avrebbe detto. Ma una cosa era certa: l'amore, anche il più inatteso, aveva messo radici ad Hamilton.

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