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Bryley
Per tutto il giorno la voglia di chiamare Candace mi tormenta. Ogni volta che afferro il cellulare, mi sento come se stessi per precipitare nel vuoto. La paura di sentire la sua voce, la voce che desidero e temo allo stesso tempo, mi paralizza. Non ho il coraggio di premere quel tasto, di affrontare le conseguenze di quello che ho fatto, di quello che non ho fatto.
Il mulino è tranquillo stasera, e mi immergo nel lavoro, sperando che mi distragga abbastanza da tenere lontani i pensieri. Sto aiutando Callahan con le ordinazioni, cercando di non pensare troppo, di non lasciare che la mente vaghi. Mi rendo conto a malapena dell'ora, quando sento il cellulare vibrare nella tasca. Guardo l'orologio, sono già le dieci di sera. Un brivido mi corre lungo la schiena quando vedo il nome di Murray apparire sullo schermo.
Un colpo al cuore. Perché diavolo mi sta chiamando lui? Il cuore accelera e una morsa di paura mi stringe il petto. È successo qualcosa a Candace? Magari mentre erano a lavoro? Magari qualcosa che non sono riuscito a prevenire perché non ero lì?
Callahan mi osserva con quel suo sguardo attento.
«Rispondi».
Dice, la sua voce ferma e rassicurante. È come se sapesse già che qualcosa non va.
Premo il tasto di risposta con mani tremanti.
«Murray!»
La mia voce è più alta del solito, più disperata di quanto vorrei.
«Bryley! Finalmente rispondi! Devi venire al bar Polis, è successo un casino!»
La voce di Murray è un mix di urgenza e ansia, un tono che non gli è familiare. Il cuore mi batte forte nel petto, come se volesse scappare via.
«Che è successo?»
La mia voce è tesa, pronta a spezzarsi.
«Candace, maledizione... Ha iniziato a bere... Poi ha visto Rohan...»
Appena sento quel nome, il sangue mi si gela nelle vene. Tutto in me si blocca, come se il tempo si fosse fermato in quel preciso istante. Murray continua a parlare, ma sento solo frammenti delle sue parole.
«...Candace ha iniziato a picchiarlo, insultarlo... e altre cose che per telefono è meglio che non ti dico... E ora è chiusa in bagno a piangere... Ravindra è con lei...»
Le parole di Murray rimbombano nella mia testa. Candace, che beve. Candace, che affronta Rohan. Candace, che crolla. Ogni immagine è più terribile dell'altra, ogni scenario peggiore dell'ultimo. Come ho potuto lasciare che succedesse? Come ho potuto permettere che le cose arrivassero a questo punto?
«Arrivo...»
Rispondo, ma la mia voce sembra distante, come se provenisse da un'altra persona.
Chiudo la chiamata e guardo Callahan. Lui mi fissa con quegli occhi penetranti che sembrano capire tutto senza bisogno di parole. Non c'è bisogno di spiegare, non c'è bisogno di dire nulla.
«Vai a riprendere Candace».
Dice semplicemente, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Annuisco, senza dire nulla. Mi tolgo il grembiule in fretta e furia, afferro le chiavi della macchina e mi dirigo verso la porta. Il cuore mi martella nel petto, ogni passo è un fardello pesante, ogni respiro una lotta.
Mentre corro verso la macchina, la mente è un vortice di pensieri. Non riesco a credere che sia successo di nuovo. Non riesco a credere che Rohan abbia avuto il coraggio di farsi vedere ancora, di tormentare Candace quando è più vulnerabile. E io non ero lì per proteggerla. Dovevo essere lì, ma invece mi sono nascosto come un codardo.
Apro la portiera e mi siedo al volante, ma le mie mani tremano così tanto che devo prendere un momento per calmarmi. Inspiro profondamente, cercando di riprendere il controllo. Penso a Candace, chiusa in quel bagno, sola e spaventata. E Rohan... se lo avessi di fronte in questo momento, non so cosa farei. Non riesco nemmeno a pensare lucidamente.
Metto in moto la macchina, ma prima di partire mi concedo un altro respiro profondo. La mia mente è un caos, un misto di rabbia, paura e disperazione. Devo arrivare al bar, devo assicurarmi che Candace stia bene. Ma cosa dirò quando la vedrò? Cosa posso dirle dopo tutto quello che è successo?
Il cellulare vibra di nuovo, e quando vedo che è ancora Murray, mi preparo al peggio. Rispondo senza esitazione.
«Murray, che succede?»
«Senti, Bryley...»
La sua voce è tesa, ma cerca di mantenere un tono leggero.
«Non so come dirlo, ma... beh, diciamo che Candace ha fatto una specie di... disastro.»
«Che tipo di disastro, Murray?»
La mia pazienza è a un filo.
«Beh, diciamo che il bar non sarà più lo stesso. Ha praticamente ribaltato un tavolo su Rohan. Il tipo sembra una pianta di fagioli schiacciata sotto un tronco.»
«Murray!»
Grido, il nervosismo che cresce.
«Non è il momento per le tue battute stupide!◄5
«Sì, sì, lo so... È solo che... cavolo, Bryley, è stato piuttosto epico. Cioè, se non fosse stato così tragico, avresti dovuto vederlo. Tipo, non so come faccia una ragazza così piccola a sollevare un tavolo così grande!»
Respiro a fondo, cercando di non perdere la calma.
«Murray, devi smettere di fare lo scemo. Sta bene?»
Murray sospira, e posso sentire la serietà nella sua voce ora.
«Bryley, non sta bene. È devastata, è come se tutto le stesse crollando addosso. Ravindra sta cercando di calmarla, ma... non so quanto tempo ancora riuscirà a tenerla insieme».
Il nodo nel mio stomaco si stringe ancora di più.
«Sto arrivando».
Dico, e metto giù prima che possa rispondere.
Parto a tutta velocità, sentendo il rumore del motore che riempie il silenzio della notte. Devo arrivare lì, devo essere con lei. Ma mentre guido, la paura mi attanaglia il cuore. E se non riuscissi a fare nulla? E se fosse troppo tardi per riparare il danno? Se lei non volesse più vedermi?
Le parole di Murray rimbombano nella mia testa, insieme al pensiero di Candace, fragile e spezzata. Non riesco a immaginarla così, non voglio immaginarla così. Ma so che è colpa mia se è arrivata a questo punto. Se avessi solo avuto il coraggio di parlarle, di starle vicino, niente di tutto questo sarebbe successo.
Mentre accelero, l'immagine di Candace che piange in quel bagno mi tormenta. Non posso permettere che finisca così. Devo arrivare da lei, devo trovarla. Ma più mi avvicino al bar, più sento il peso della mia responsabilità. Più sento la paura che mi paralizza, che mi dice che potrei non essere abbastanza per lei. Ma non ho altra scelta. Candace ha bisogno di me, e io non posso permettermi di fallire. Non di nuovo.
