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Candace

Non sono sicura se andare a bere una birra con Murray e Ravindra sia davvero la cosa giusta da fare, ma in questo momento mi sento come se stessi affogando. Ho bisogno di staccare la spina, di non pensare a Bryley, a Rohan, a tutto questo caos che mi sta logorando dall'interno. Forse uscire mi aiuterà, anche solo per qualche ora.

Mentre io e Murray usciamo dall'ospedale, cerco di farmi coraggio, di convincermi che questa sia una buona idea. Il pensiero di una serata normale, senza drammi, è come una boccata d'aria fresca.

«Ci sarò anch'io stasera».

Gli dico, cercando di mascherare la mia incertezza con un sorriso.

Murray si illumina, come se avesse appena vinto una battaglia.

«Ottimo! Passo a prenderti verso le 20.30, passo a prima passo a prendere Ravindra».

Annuisco e lo vedo allontanarsi con il solito passo spensierato. Spero che la sua leggerezza mi contagi, che riesca a farmi dimenticare, anche solo per un po'.

Tornata a casa, mi butto sotto la doccia, lasciando che l'acqua gelida mi colpisca come aghi sulla pelle. È una sensazione strana, quasi dolorosa, ma mi aiuta a svegliarmi, a farmi sentire di nuovo viva, anche se solo per pochi secondi. Mentre l'acqua scorre, penso a Bryley, a come avrei voluto che fosse qui con me, a come avrei voluto che tutto fosse diverso.

Mi vesto in fretta, scegliendo dei jeans e una camicetta semplice. Niente di troppo elaborato, non voglio attirare l'attenzione, voglio solo essere comoda, essere me stessa. Ogni movimento sembra pesante, ogni passo verso il pavimento freddo del bagno mi ricorda quanto sia vuota la mia vita senza Bryley al mio fianco.

Quando sento il cellulare suonare, mi sento prendere dal panico per un attimo, sperando che sia lui. Ma no, è solo un messaggio di Ravindra: Stiamo arrivando.

Scendo di corsa le scale, non voglio farli aspettare. Passo davanti a mamma e papà che sono in soggiorno, cercando di non incrociare i loro sguardi troppo a lungo. Ma mia madre mi ferma, la sua voce carica di preoccupazione: «Candace, aspetta... Hai sentito Bryley? Io e papà stiamo provando a chiamarlo...»

Il suo tono è pieno di ansia, e posso vedere la tensione nei suoi occhi. Anche loro stanno soffrendo, forse quanto me, forse di più. Bryley è come un figlio per loro, e il fatto che non risponda deve essere un incubo.

Scuoto la testa, sentendomi colpevole per non poterli aiutare.

«No... se lo sento, ve lo dico».

Vedo la delusione sul volto di mia madre, e mi sento ancora peggio. Ma cosa posso fare? Non riesco nemmeno a raggiungerlo io, figuriamoci dare loro delle risposte.

Mamma annuisce con un sorriso debole, cercando di non mostrarsi troppo preoccupata.

«Tranquilla... divertiti e non fare tardi!»

Annuisco di nuovo e corro fuori, cercando di lasciarmi alle spalle quel senso di colpa che mi sta divorando. Quando salgo in macchina, Murray e Ravindra mi accolgono con un sorriso esagerato, come se avessero appena visto un miracolo

«Pronta per una serata come ai vecchi tempi?»

Chiede Murray, con quell'energia contagiosa che lo contraddistingue.

Annuisco, ma dentro di me non sono affatto pronta. Non mi sento affatto pronta per nulla. Eppure, so che ho bisogno di questa serata, di staccare la testa e fingere che tutto vada bene, almeno per un po'.

«Sì, sono pronta».

Rispondo, cercando di convincermi mentre le parole escono dalla mia bocca.

Murray, come al solito, non perde tempo e inizia a fare lo scemo. Comincia a raccontare di come ha cercato di impressionare una ragazza al bar l'altra sera, solo per scoprire che era la sorella del proprietario.

«Immagina la mia faccia quando l'ho capito!»

Esclama, agitando le mani in modo teatrale.

Ravindra lo guarda con un'espressione a metà tra l'esasperato e il divertito.

«Murray, sei un idiota».

Lui fa una smorfia.

Non posso fare a meno di sorridere. È come se avessero deciso di prendersi cura di me in questo momento, di farmi sentire che tutto andrà bene. Ma non posso fare a meno di chiedermi quanto durerà questa sensazione. Quanto a lungo riusciranno a farmi ridere prima che il pensiero di Bryley torni a farmi male?

«Murray, seriamente».

Continua Ravindra, guardandolo con un'aria finta severa.

«Se continui così, finirai per far scappare anche l'ultima persona disposta a sopportarti.»

«Ah, non preoccuparti».

Ribatte lui, facendo un cenno con la mano.

«C'è sempre qualcuno che apprezza il mio fascino irresistibile».

Ravindra lo guarda, per un secondo, poi scoppia a ridere.

«Sì, certo. Il fascino irresistibile di un bambino di cinque anni.»

«Hey, i bambini di cinque anni sono adorabili!»

Replica Murray, fingendosi offeso.

«E sai una cosa? Tu ridi perché sai che ho ragione.»

«Rido perché sei ridicolo, non perché hai ragione».

Lo corregge Ravindra, ma c'è un sorriso affettuoso nei suoi occhi che mi fa capire quanto tenga a lui, nonostante tutte le sue stranezze.

Le loro battute continuano, e io mi ritrovo a ridere con loro, anche se una parte di me è ancora lontana, ancora persa nei miei pensieri. Cerco di rimanere nel momento, di godermi la loro compagnia, ma non è facile. Ogni tanto, la mia mente torna a Bryley, a quel silenzio che ci separa, e il dolore ritorna.

Ma per adesso, mi concentro su Murray e Ravindra, sul loro modo di prendersi in giro e di cercare di farmi ridere. So che non posso sfuggire ai miei problemi per sempre, ma almeno per stasera, posso cercare di essere felice, anche se solo per poche ore.

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