
Riepilogo
Tre giorni sono passati. Tre lunghissimi giorni in cui non riesco a smettere di pensare a Bryley. Da quando è andato via, tutto sembra perdere senso. Non risponde ai miei messaggi, alle mie chiamate, e ogni volta che il telefono vibra, spero sia lui. Ma non lo è mai. Ogni volta il mio cuore sprofonda un po' di più, e mi ritrovo a fissare il soffitto, cercando disperatamente di non crollare sotto il peso di tutto questo.
Prologo
Candace
Tre giorni sono passati. Tre lunghissimi giorni in cui non riesco a smettere di pensare a Bryley. Da quando è andato via, tutto sembra perdere senso. Non risponde ai miei messaggi, alle mie chiamate, e ogni volta che il telefono vibra, spero sia lui. Ma non lo è mai. Ogni volta il mio cuore sprofonda un po' di più, e mi ritrovo a fissare il soffitto, cercando disperatamente di non crollare sotto il peso di tutto questo.
Sono tre giorni che non dormo davvero. Le notti le passo rigirandomi nel letto, la mente affollata di pensieri, di rimorsi, di rabbia. Odio Rohan. Lo odio con ogni fibra del mio essere per quello che ha fatto, per il modo in cui ha manipolato tutto, per il modo in cui ha giocato con i nostri sentimenti. Come ha potuto essere così crudele? Ma in fondo, lo so. So che Rohan mi vuole, che ha sempre avuto questa malsana ossessione per me, e che è disposto a tutto pur di ottenere ciò che desidera. Anche se questo significa distruggere tutto ciò che ho costruito con Bryley.
Non riesco nemmeno a parlare con i miei genitori. Ogni volta che mi chiedono come sto, mi limito a fare un cenno con la testa, a fingere che tutto vada bene. Ma loro lo sanno, lo vedono. So che vedono la tristezza nei miei occhi, il modo in cui evito di parlare, di mangiare, di vivere. Hanno cercato di farmi parlare, ma non ce la faccio. Non riesco a trovare le parole per spiegare quanto mi sento persa senza Bryley.
E poi ci sono Ravindra e Murray. Ho ignorato le loro chiamate, i loro messaggi. So che stanno solo cercando di aiutarmi, ma non ho la forza di affrontarli, di raccontare tutto ciò che è successo. Ogni volta che il telefono vibra e vedo il loro nome, un senso di colpa mi attanaglia lo stomaco. Ma non rispondo. Non posso rispondere. Non ora.
Questa mattina, mi guardo allo specchio e quasi non mi riconosco. Ho l'aspetto di uno straccio, i capelli disordinati, le occhiaie profonde. Nonostante ciò, mi costringo a prepararmi per andare in ospedale. Devo continuare a vivere, devo continuare a fare il mio lavoro, anche se dentro di me tutto grida di dolore.
Quando arrivo in ospedale, Murray mi nota subito. Lo vedo che mi scruta, il suo solito sorriso malizioso sostituito da una preoccupazione sincera. Sa che c'è qualcosa che non va, lo vedo nel modo in cui mi guarda.
«Cosa è successo?»
Mi chiede la sua voce più seria del solito.
Lo guardo per un istante, cercando di mantenere la calma, ma non ci riesco. Abbasso lo sguardo, le parole che escono a fatica dalle mie labbra.
«Bryley... Se n'è andato. È successo un casino con Rohan».
E proprio mentre lo dico, le lacrime iniziano a scendere. È come se, finalmente, tutto il dolore che ho cercato di tenere dentro esplodesse fuori. Scoppio a piangere, incapace di fermarmi. Le spalle mi tremano e sento il peso di tutto questo schiacciarmi.
Murray, che di solito è quello che cerca sempre di sdrammatizzare con battute sceme, mi sorprende. Non dice nulla. Si avvicina a me e mi stringe forte in un abbraccio. Non me lo aspettavo, ma è proprio quello di cui avevo bisogno. Mi lascio andare tra le sue braccia, cercando conforto in quel gesto semplice ma sincero.
«Candace...»
Mormora Murray, cercando le parole giuste.
«Se vuoi, ci parlo io con Bryley. Gli faccio capire quanto sta sbagliando, lo faccio tornare».
Scuoto la testa, asciugandomi le lacrime con la manica.
«No... Devo parlarci io. Devo risolvere questa situazione da sola. Ma... Se solo mi rispondesse...»
Sospiro, sentendomi ancora più impotente. Non posso credere che sia arrivato a questo punto. Come siamo arrivati qui? Mi mordo il labbro inferiore, pensando a cosa posso fare. Forse dovrei chiamare Callahan, forse Bryley è al mulino. Ma mi fermo subito. No, non posso mettere di mezzo Callahan. Bryley è imprevedibile, e il mulino sarebbe il primo posto in cui lo cercherei. Se vuole stare lontano da me, non sarà lì. Non avrebbe senso.
Mi passo una mano tra i capelli, sentendo la frustrazione crescere dentro di me. Ogni momento che passa senza Bryley mi fa sentire più lontana da lui, più distante da ciò che eravamo. Non posso perderlo. Non posso lasciare che Rohan rovini tutto.
Murray cerca di tirarmi su con una delle sue solite battute.
«Sai, Candace, forse Bryley si è solo perso. Forse è stato rapito dagli alieni e lo stanno riportando proprio adesso, con un po' di ritardo. Sai com'è, il traffico spaziale è un casino».
Un piccolo sorriso riesce a farsi strada tra le lacrime. Anche in un momento come questo, Murray riesce a strapparmi un sorriso.
«Se è così, spero che quegli alieni lo riportino presto. Mi manca».
Murray annuisce, stringendomi di nuovo la spalla.
«Lo so, Candace. Ma vedrai, tutto si risolverà. Bryley non è il tipo che scappa per sempre. Tornerà, e quando lo farà, potrete sistemare tutto. E se non torna, beh, ci penso io a prenderlo a calci fino a farlo rinsavire».
Scuoto la testa, divertita dalla sua determinazione.
«Non credo che i calci funzionino, Murray, ma grazie lo stesso».
Passo una mano tra i capelli, ancora una volta, cercando di calmarmi. Ho bisogno di fare qualcosa, di prendere in mano la situazione. Non posso continuare a stare qui, a disperarmi. Devo trovare Bryley, devo parlargli, devo fargli capire che tutto questo è solo un malinteso, che Rohan sta cercando di metterci l'uno contro l'altra.
Ma mentre queste decisioni mi passano per la mente, c'è ancora una parte di me che ha paura. Paura che, nonostante tutto, Bryley non torni. Che non riesca a superare ciò che è successo. Ma devo provarci. Devo lottare per noi, per quello che abbiamo.
Mentre Murray mi guarda, capisco che non sono sola. Che, nonostante tutto, ho delle persone che mi supportano, che credono in me e in Bryley. E forse, con il loro aiuto, riuscirò a riportarlo indietro.
