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cap. 7 Sono tornato

La giornata di Mark proseguì così fino alla fine e lui dovette fermarsi oltre l'orario per finire il proprio lavoro.

Così quando tornò a casa l'ora di cena era passata già da un pezzo.

Mark dietro insistenza di Richard (che peraltro lo aveva fatto apporre nel contratto) non aveva lasciato la villa e dopo la partenza del caro amico, l'enorme casa era troppo vuota e solitaria.

Richard gli mancava molto, da quando si erano conosciuti quasi 4 anni prima erano diventati grandi amici e per lui era il padre che non aveva potuto avere.

Purtroppo due anni fa Richard aveva riscontrato una malattia autoimmune che gli portava forti dolori alle articolazioni e che gli stava limitando la qualità della vita e sebbene nei momenti di crisi egli aveva una grande risorsa nelle capacità fisioterapiche di Mark, le crisi erano sempre più ricorrenti e perciò aveva deciso alla fine di lasciare la sua amata compagnia nelle di Jason per poter provare una nuova terapia sperimentale.

Richard era molto orgoglioso e non voleva assolutamente che i suoi figli o i suoi soci provassero pietà di lui o pensassero di lui che era un vecchio, quindi aveva deciso di tenere la cosa per sé fino a che non avrebbe potuto farne a meno.

Adesso Mark era tutto solo in quella grande casa e anche se Maria, la cuoca, lo faceva sentire come un figlio, si sentiva un po' a disagio a stare lì, ma Richard non avrebbe mai accettato che andasse in un appartamento, così aveva accettato di continuare a vivere lì.

Quella sera era ovviamente più stanco del solito, quindi andò dritto in doccia e dopo avere indossato il pigiama andò nella enorme cucina dove Maria gli aveva lasciato sicuramente qualcosa da mangiare. Ed effettivamente c'era un piatto sul grande piano colazione dove lui si era abituato a cenare da quando Richard era partito.

Mangiò lentamente e senza appetito. Le immagini di ciò che era successo in quel bagno gli tornavano alla mente come schiaffi.

"Quello stronzo... ma che diavolo aveva in mente.." bisbigliò a se stesso.

Ma non era il fatto che Jason fosse più stronzo e pericoloso di quanto avesse immaginato a turbarlo, quello che proprio non riusciva a comprendere, era se stesso. La reazione che aveva avuto non era normale: era stato letteralmente molestato, e da un uomo per di più, e lui che aveva fatto? si era sciolto letteralmente.

"Ahhh" gemette Mark dandosi piccoli schiaffi sulle guance, se anche ci pensava di sentiva sopraffatto.

Dopo aver finito a malapena metà piatto, si alzò e andò a lavarlo come da sua abitudine e mentre lo insaponava una voce lo fece trasalire facendogli scivolare il piatto dalle mani e mandandolo in frantumi dentro il lavello.

"Che brava donnina di casa" aveva detto una voce beffarda.

Mark si voltò e, appoggiato a braccia conserte sulla porta della cucina c'era lui: lo spietato.

Per un attimo sul suo volto si dipinse la sorpresa ma dopo un istante ritornò ad essere imperscrutabile come sempre.

"Signore, che ci fa qui a quest'ora?" disse in tono neutro.

"Che ci faccio?" fece Jason con una faccia da schiaffi.

"Credo che tu abbia dimenticato che questa è casa mia... "

"Non l'ho affatto dimenticato" disse a bassa voce Mark mentre raccoglieva i cocci del piatto rotto e li gettava via.

"Hai detto qualcosa?"

La voce di Jason risuonò così vicina che Mark sussultò. Girò il capo e se lo ritrovò a un palmo dalla sua spalla.

Mark allora si voltò e tentò con finta indifferenza la via di fuga ma Jason lo bloccò agganciando le sue mani al lavello dietro Mark passando le braccia accanto ai suoi fianchi. Erano così vicini che poteva sentirne il respiro e la sua colonia inebriante. Le sue labbra gli ricordarono l'incredibile baciatore che era, le sue braccia era calde e muscolose vicino ai suoi fianchi ... -NO! Troppo pericoloso!-

Mark allora indietreggiò il capo per mettere maggiore distanza tra i loro volti ma così facendo, la camicia del pigiama, abbottonata solo nella parte centrale, si aprì sul petto.

Gli occhi di Jason catturarono subito ciò che era avvenuto e si fecero molto intensi.

Mark capí subito cosa stava fissando e facendosi rosso in volto si chiuse velocemente con la mano il colletto.

" Non fare il pudico Mark" disse Jason a bassa voce "io so già cosa sei.. non c'è bisogno di fingere "

"Tu non sai nulla!" quasi gridò Mark colpito dalle sue parole e detto questo spinse via Jason che questa volta non oppose resistenza e si avviò verso l'uscita della stanza.

"È tardi e io sono stanco. Vada a casa per favore" disse Mark.

La risata beffarda di Jason lo fece voltare.

"A casa? Dolcezza, da oggi è di nuovo questa casa mia : sono tornato..." disse Jason con un ghigno diabolico.

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