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cap. 2 primo giorno da CEO

Mark stava letteralmente trotterellando dietro il passo lungo e deciso di Jason. Oggi era il suo primo giorno con quell'uomo ostile e sapeva che sarebbe stata dura d'ora in poi senza l'ala protettiva di quell'uomo meraviglioso qual era Richard .

La famosa sera della cena era scoppiato il finimondo, perché più del fatto che suo padre improvvisamente aveva deciso di cedere la sua azienda e andare all'estero, per Jason era il fatto che lui sarebbe stato il suo assistente che proprio non poteva accettare.

"Cosa?!" urlò Jason sbattendo un pugno sul tavolo.

"Contegno Jason!" disse Richard con severità.

"Mi stai prendendo in giro? Mi lasci il comando e poi mi metti alle calcagna il tuo tirapiedi?" ribattè Jason "Cos'è.... mi vuoi controllare da vicino mentre non ci sei? Non ti fidi così tanto?"

"Non è così" disse Richard impassibile

"No? E allora com'è! " ribattè Jason

"Mark è molto capace ed è una risorsa per la nostra azienda. Farò di tutto per garantirgli il futuro che merita"

Jason irruppe in una risata amara.

"Farai di tutto... papà?" poi si girò verso quel ragazzo dagli occhi grandi che lo guardava in modo indecifrabile "devi essere davvero bravo a letto... ora che sarò io il CEO soddisferai me come fai con lui?" indicando Richard.

"Jason!" urlò Richard facendo sussultare anche Nich che fin'ora era rimasto a guardare "non ti permettere!"

Jason guardò suo padre e poi Mark che per la prima volta sembrava sconvolto e con le guance arrossate.

-ma guarda un po'!- disse tra sé e sé -per la prima volta mostra di essere un umano-

Jason si rimise a sedere non lasciando un attimo con lo sguardo il viso di Mark. Vederlo lì in silenzio, con le guance rosse, sembrava così debole...

Un'idea cominciò a farsi strada nella sua testa perversa.

"Jason... a questa condizione non rinuncerò. Se non sei in grado di accettarlo dovrò ripensare alla mia partenza.."

"No! Va bene papà. Farò come dici tu" disse sorprendentemente Jason.

"Davvero?" disse Richard con le sopracciglia sollevate dalla sorpresa.

"Si papà farò come desideri, puoi stare tranquillo, Mark sarà in buone mani" disse fissando intensamente il giovane arrampicatore davanti a lui.

Mark percepì una velata minaccia in quelle parole e si voltò verso Richard ma lui sembrava tranquillo e soddisfatto.

"Mark... prendi il contratto per favore" disse Richard

"Contratto?" disse Jason aggrottando le sopracciglia.

"Si figliolo. Per diventare CEO ti basta la mia firma ma perché tu non ti liberi di Mark ho bisogno della tua firma" disse Richard asciutto.

Nich fischiò a quest'ultima frase di suo padre mentre a Jason montó dentro una rabbia tale da dover stringere forte i pugni sotto il tavolo per non urlare mentre guardava quella puttana uscire dalla stanza con passo leggero ed elegante.

-Ti farò pentire di aver raggirato mio padre fino a questo punto - pensò Jason mentre Mark andava a prendere il contratto.

Ed oggi eccolo qua, dentro l'ascensore della compagnia mentre insieme raggiungevano il 60* piano, con la sua solita espressione indecifrabile, in un vestito su misura che gli metteva in evidenza i fianchi stretti e le gambe slanciate.

"Ho bisogno di avere il programma della settimana sulla mia scrivania immediatamente" disse bruscamente Jason rompendo il silenzio pesante dentro l'ascensore.

"Si signore" disse Mark disse con voce bassa ma ferma.

E mentre raggiunsero il loro piano e le porte dell'ascensore si aprivano lui stava già smanettando sul cellulare digitando ad una velocità impressionante.

La cosa lo infastidì e glielo rese se possibile ancora più sgradevole .

-ma chi si crede di essere... devo fargli sparire questa sua aria da saputello dalla sua faccia da perfetto adescatore- pensò Jason stringendo gli occhi.

Mentre attraversavano il piano, gli occhi sgranati degli impiegati che vedevano per la prima volta Jason nei panni del loro nuovo CEO non lo lasciarono un istante e lo salutarono con deferenza dandogli il benvenuto.

Jason ricambiò i saluti con un cenno del capo e raggiunse il suo ufficio e mentre si sedeva alla sua scrivania Mark aveva già posizionato il programma della settimana che aveva mandato in stampa dal suo cellulare mentre camminavano, sulla sua scrivania.

"Ecco signore" disse Mark

Jason lo guardò freddamente e poi parlò:

"Bene ora portami un caffè"

"Avviso subito la segretaria..."

"No!" lo interruppe Jason "voglio che me lo porti tu" disse freddamente.

"Oh, come vuole signore"

Non era compito suo portargli il caffè, per quello c'erano dozzine di segretarie pronte a farlo.

-A quanto pare non vuole farmela facile..- pensò Mark uscendo dalla stanza e andando verso l'angolo ristoro.

-Ma devi essere forte - si disse tra sé e sé Mark

-devi farlo per Richard, lui crede in te-

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