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Capitolo 2

-Buonanotte Rafael - gli toccai la spalla, mi avvicinai appena e potei sentire quella squisita colonia che emanava dal suo corpo, nessuna parola uscì dalle sue labbra e io sgranai gli occhi tristemente - Vado a preparare la cena, ti va?

-Tutti dicevano che ero un'ottima cuoca, da adolescente avevo vinto più di tre gare di cucina e la maggior parte di esse al primo posto, ma Rafael era l'unica persona al mondo che non amava il mio cibo.

Dopo un po' di tempo in cucina, avevo fatto la pasta con la besciamella, un po' di verdure, carne e mozzarella, mi ero versata un po' di succo di frutta dopo aver finito e avevo tenuto un po' di pasta nel microonde, nel caso Rafael avesse cambiato idea, anche se non l'aveva mai fatto, ma io ci speravo.

Ho sempre avuto speranze per lui, lo amavo molto, e anche se ero praticamente sola, avevo accettato di essere sua moglie, e mia madre diceva che una promessa è una promessa, e io avevo fatto una promessa a Rafael, avevo accettato di amarlo finché morte non ci separi, o finché non mi vorrà fuori dalla sua vita. E credo che anche se me ne andrò dalla sua vita, continuerò a mantenere quella promessa.

Mi svegliai un po' stanca, era una bella giornata, ma non avevo voglia di dormire, sospirai e andai in bagno per lavarmi i denti e il viso, Rafael non era accanto a me, andai in cucina e lo vidi seduto a leggere il giornale, aveva un'espressione molto rilassata e tranquilla, così non esitai ad avvicinarmi a lui.

-Buongiorno, Rafael - gli misi una mano sulla spalla, lui non mi guardò e sembrava volermi ignorare - Hai fatto colazione?

-No", mormorò sottovoce, a volte sembrava non volermi parlare, ma cercai di ignorarlo e di sorridergli.

-Vuoi che ti prepari qualcosa da mangiare?", chiesi appoggiando la mano sul tavolo mentre lo fissavo, il giornale gli copriva gran parte del viso ma nessuno poteva negare che avesse un bel profilo mentre reggeva il giornale.

Rafael aveva lineamenti fini, ma allo stesso tempo virili, il suo naso era modellato, i suoi occhi erano di un bel colore nocciola, quelle gemme d'ambra lucenti erano davvero belle, le sue sopracciglia erano folte, così come i suoi capelli, che teneva sempre ben pettinati e all'indietro, facendoli apparire più sexy e attraenti, non ero un'amante della barba, ma su di lui era bellissima, Non mi piaceva la barba, ma su di lui era bellissima, e anche se non sapevo prima cosa significasse sentire il formicolio di quella zona del viso quando si riceve un bacio, perché lui non mi baciava, quella barba era davvero fantastica, le sue labbra erano un altro motivo per farmi sciogliere, erano sottili ma allo stesso tempo spesse, avevano un colore rosato e avrei voluto baciarlo al mattino, ma non lo feci. Mi piaceva molto Rafael, era migliorato molto, era diventato molto migliore, era diventato molto migliore, era diventato molto migliore, mi piaceva molto, mi piaceva molto, era migliorato molto, era diventato molto migliore.

Mi piaceva molto Rafael, il suo aspetto era migliorato nel corso degli anni, non era più un ragazzo di otto anni, ora era un uomo ed era ancora attraente.

Alzai lo sguardo e mi accorsi che Rafael non era più seduto a leggere il giornale, ero così persa nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta che se n'era andato, sospirai e mi accorsi che le uova avevano cominciato a bruciare.

-No, no... - gridai seccata con me stessa, sospirai, spensi il fornello e buttai le uova nella spazzatura come meglio potevo.

Sentii dei passi nel corridoio e fu Rafael ad arrivare, era vestito in giacca e cravatta come ogni mattina per andare a lavorare nel suo ufficio, era un avvocato e aveva il suo studio legale, guardò anche nella mia direzione e prese la maniglia della porta per andarsene.

-Rafael- lo chiamai come se fosse stato automatico, dopo qualche secondo vidi come apparve in completo silenzio dalla porta della cucina, sospirai un po' imbarazzata per averlo chiamato, nella mia testa suonava meglio quello che volevo dirgli- buona giornata....

-Anche tu- parlò velocemente e con tutta l'asciuttezza che poteva venire da lui e se ne andò.

Forse voleva che capissi che dovevamo farla finita, c'era anche un noi, dormivamo l'uno accanto all'altra e non era successo nulla da anni, non mi sorrideva nemmeno e non avevo avuto una conversazione con lui per così tanto tempo.

Desideravo che passasse del tempo con me, non ricordo nemmeno l'ultima volta che siamo usciti insieme, non ricordo nemmeno l'ultimo bacio che ci siamo dati, ma so che è stato anni fa.

Volevo piangere, perché non potevo semplicemente lasciarlo, era così difficile?

Mi preparai per andare al lavoro, domani era sabato e nei fine settimana non avevo il turno, mi misi una gonna bianca aderente alle gambe e una bella camicia rossa senza maniche, misi i tacchi e presi la borsa, mi truccai e mi feci una coda di cavallo lasciando la frangia, scesi le scale e uscendo dall'edificio chiesi subito un taxi.

Devo cambiare la mia vita.

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