3 - Regina di ghiaccio -II
«Stantio?» ripeto, fingendo di essere ferito. Mi sporgo un po' più vicino, lasciando che il sorriso sulle mie labbra si allarghi. «Forse è perché non hai ancora avuto modo di conoscermi davvero.»
Lei scuote la testa, mordendosi appena il labbro per trattenere una risata. «Conoscerti davvero? Sei un libro aperto, Daniel. Una raccolta di frasi fatte e sorrisi calcolati. Sai, pensavo di averti già letto tutto. Non riuscirai a farmi sentire più speciale di quanto io non sia, arrenditi.»
«Ah sì? Allora dimmi,» ribatto, incrociando le braccia e sfidandola con lo sguardo. «Cosa c'è scritto nell’ultima pagina?»
Isabel abbassa gli occhi per un istante, poi mi guarda di nuovo con un sorriso tagliente. «C’è scritto: 'Si arrese subito, incapace di reggere il confronto con la sua acuta intelligenza e il suo fascino innato.'»
Scoppio a ridere, scuotendo la testa. «Sai, sei talmente piena di te che potrei quasi essere colpito. Quasi.»
Lei allarga le braccia, fingendo di accogliere lodi immaginarie. «Oh, finalmente una verità. Mi stavo preoccupando che non saresti mai arrivato al punto.»
Mi sporgo ancora di più verso di lei, la sfida ormai diventata una danza. «Sei insopportabile, lo sai?»
«Sì,» risponde con una disarmante semplicità, mentre si sistema di nuovo sul lettino. «Ma almeno sono insopportabile con stile.»
Non so se ridere o lanciarmi in un'altra provocazione, ma una cosa è certa: questa donna è un mistero che non posso ignorare e la cosa che più mi snerva è che ha ragione dopotutto. Nessuno si permetterebbe mai di rivolgersi a me in questo modo, specialmente una donna. Io non sono abituato ad avere una vera conversazione perché chiunque si sia rapportato con me, ha sempre fatto in modo che i discorsi fossero semplici e accondiscendenti a prescindere dal contenuto. Lei è "stimolante".
« Andiamo ora smettila di essere così pensieroso. Vedrai che ben presto arriverà qualche gallinella d’acqua pronta a tuffarsi tra le tue braccia, e io sarò soltanto un amaro ricordo e non una sfida persa,» dice Isabel, sfogliando il libro con la stessa grazia indifferente di chi non potrebbe preoccuparsene di meno.
La fisso, cercando di decifrarla. È incredibile quanto riesca a ignorarmi senza alcuno sforzo apparente. Per me, che sono abituato a catalizzare l’attenzione ovunque vada, è quasi un insulto. Ma non posso tirarmi indietro. Non con lei.
Mi alzo un po’ dal lettino, inclino la testa e decido di rispondere alla sua altezzosità con un po’ di teatro. Inizio a mimarla in modo esagerato, inclinando il mento verso l’alto, agitando una mano con falsa grazia e parlando con una voce affettata: «Oh, vedrai, caro Daniel, qualche gallinella d’acqua sarà sicuramente pronta a tuffarsi tra le tue braccia.»
Non mi fermo. Giro una pagina immaginaria di un libro con lentezza esasperante e faccio un sorrisetto supponente, alzando gli occhi al cielo come se stessi leggendo un capolavoro degno di adorazione.
Isabel mi guarda per un istante, con gli occhi leggermente spalancati, poi scoppia in una risata così genuina e sonora che mi coglie di sorpresa. Si piega leggermente in avanti, portandosi una mano al petto mentre cerca di riprendere fiato. «Non ci posso credere. Ma hai sette anni?»
La osservo, incantato. È la prima volta che la vedo così, con il viso disteso in un sorriso sincero, senza il solito muro di sarcasmo che la protegge. Per un attimo, quel muro crolla, lasciandomi intravedere un lato di lei che non mi aspettavo e in quell'istante ho un'illuminazione. Lei mi affascina perché è spontanea.
Mi lascio cadere di nuovo sul lettino, appoggiandomi al braccio con aria compiaciuta. « E tu quanti ne hai ottanta? Però ammetti che ti ho fatto ridere.»
Lei si ricompone, scuote la testa e mi lancia un’occhiata che cerca di essere seria, ma non ci riesce del tutto. «Sì ma comunque non mi muovo così.»
Alzo un sopracciglio, trattenendo un sorriso. «Ah no? Sei molto più...» Faccio una pausa, osservandola come se stessi riflettendo seriamente. «Teatrale.»
«Teatrale?» ripete, con gli occhi socchiusi e la voce bassa, come se fosse sul punto di pianificare la sua vendetta.
«Teatrale,»confermo con un cenno solenne.
Lei scrolla le spalle, riprende il libro e torna a sfogliarlo con la stessa lentezza esasperante di prima. «Senti,» dice con tono falsamente cortese, «adesso vorrei leggere il mio libro in santa pace. Potresti annoiarmi da lontano così posso continuare a ignorarti? Presto il pollaio si riempirà e troverai un modo per intrattenerti.»
Inarco un sopracciglio e inclino la testa. « Oh ma tu stai dando un senso al mio tempo in modo impeccabile, che me ne faccio di tante gallinelle quando ne ho una acida tutta per me?»
Lei finge di non ascoltarmi, ma la vedo mordicchiarsi l’angolo della bocca, trattenendo un sorriso. Perfetto. Mi lascio andare indietro sul lettino, soddisfatto di aver ottenuto una reazione, e alla fine lei si volta di nuovo verso di me.
«Visto che hai deciso di farmi morire di noia, ti prego... Racconta alla stampa che la mia fine è stata agonizzante, straziante e tu sei stato un sadico, soddisfatto nell'ifliggermi cotanta pena.»
Questa volta non riesco a trattenermi e scoppio a ridere. Scuoto la testa, sconfitto, ma divertito. «Sai che sei proprio impossibile, vero?»
«Lo so,» risponde, il tono trionfante, prima di tornare al suo libro, lasciandomi con un sorriso stampato sul volto e la sensazione che vincere con lei sia la sfida più intrigante di sempre.
Sento poi una scintilla trasformarsi in fiamma. Prima che possa rifletterci, mi avvicino, prendendola tra le braccia con un gesto improvviso e deciso. «Ho un'idea!»dico entusiasta.
«Che stai facendo?!» esclama, ma è troppo tardi. La sollevo facilmente, ignorando le sue proteste e i pugni leggeri che mi dà sulle spalle.
«È tempo di creare una storia divertente da raccontare ai nostri figli.» dico con una grande dose di fascino.
«Che cosa?»domanda incredula, presa alla sprovvista.
«Già immagino la scena : " Bambini, ho salvato vostra madre dall'annegamento", o forse sarebbe meglio dire: " e fu quello il momento in cui resi la vita di vostra madre degna di essere vissuta".»
«Mettimi subito giù, stai invadendo il mio spazio personale. Cosa stai cercando di ottenere?» domanda con voce stridula.
«Dimmi se ti annoi anche adesso, Isabel!» le dico ridendo.
