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Capitolo 2

(Anna)

La Capitaneria era situata nella parte orientale del paese, e il porticciolo si estendeva per un centinaio di metri costeggiando l’insenatura che faceva da ‘parcheggio’ alle piccole barche turistiche.

Monica mi aveva spiegato che i pescherecci attraccavano alla fine della banchina, dove lo spiazzo attrezzato permetteva ai pescatori di scaricare il pesce già raccolto in piccole cassette apposite.

Era ancora buio quado uscii, anche se una piccola sfumatura spezzava il nero profondo all’orizzonte, segno che l’alba si sarebbe presto fatta strada.

M’incamminai in direzione della banchina, in fondo alcuni pescherecci erano già attraccati; allungai il passo e nel giro di pochi minuti mi trovai di fronte ad un gruppo di pescatori che si zittirono all’istante non appena mi videro.

“Ehm…salve a tutti, vorrei sapere cosa potete vendermi oggi” chiesi, cercando di non essere timida, gli uomini m’indicarono le cassette allineate, e uno di loro disse “Venga signorina, abbiamo molluschi, granchi, branzini, orate, cosa le serve?” “Qualche orata e granchi, grazie” replicai decisa.

L’uomo si spostò in direzione della barca e urlò un nome ‘Leonardo’ mi sembrò di capire; passarono una decina di secondi e il fantomatico nome prese corpo, si trattava di un giovane uomo, piuttosto alto.

Si avvicinò a passo deciso, si tolse il berretto, mi guardò, quindi esclamò “Dov’è Monica?”, la sua domanda mi spiazzò, ci misi un attimo a comprendere che, probabilmente, la mia assistente lo conosceva piuttosto bene, “E’ indisposta, il pesce lo veniva a prendere per me, sono la sua titolare e mi chiamo Anna” replicai, fissando le sue iridi.

Aveva occhi grandi, di un azzurro chiarissimo, con qualche pagliuzza più scura.

“Capisco, me la saluti e… per le orate, vanno bene queste?” domandò prendendone un paio di circa sei etti l’una, “Sono perfette, grazie” risposi, senza mai distogliere lo sguardo.

Era piuttosto bello, aveva un’imponenza interessante, e la sua voce era profonda e calma.

Infilò le orate e i branzini in una busta, mentre i granchi li confezionò a parte, li pesò separatamente, quindi disse “Facciamo 20,00 Euro, va bene per lei?”, annuii senza badare nemmeno al costo, aprii il portafoglio e gli consegnai la banconota.

Leonardo mi diede la busta, prese i soldi e, prima di andarsene disse, “Io le indosso le mutande che pubblicizza, sono davvero comode”.

La mia reazione fu inaspettata, in un battito di ciglia mi accorsi che la conoscenza con Monica non si limitava solo al pesce, parlavano anche di me, del mio lavoro, così esclamai “Mi faresti vedere come ti stanno?”

Aggrottò la fronte, come se fosse in dubbio circa quello che gli avevo chiesto, ma io sapevo benissimo il senso della mia richiesta, e quello che mi stupì fu il fatto che anche lui comprese.

“Che c’è, vorrebbe fotografarmi?” chiese, regalandomi un meraviglioso sorriso, “Ha fatto centro. Cosa ne dice di provare a fare qualche scatto per vedere… ehm se è fotogenico?” Leonardo si prese qualche secondo poi sistemando l’ultima cassetta di pesce arrivata, disse “Grazie, ma non credo né di avere il tempo, né di essere interessato, ho molto lavoro in questo periodo, mi spiace.”

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