Cap. 7 I figli non hanno colpa
Liang era stato rimproverato aspramente per il pestaggio del ragazzino.
Era rimasto a guardare che lo picchiassero fino a quando non aveva perso conoscenza ed era stato portato via coperto di sangue, ma non aveva provato un briciolo di rimorso, quel ragazzino se lo meritava, come aveva osato alzare la cresta? Come aveva osato sputargli in faccia?
Però più tardi chiese al suo braccio destro in che condizione fosse e fu informato che la tata lo aveva fatto spostare dalla sua cella.
Era su tutte le furie quando andò a cercare Renu e la trovò che stava entrando in una stanza della servitù del piano terra.
" Tata! Come ti sei permessa di fare spostare quel pidocchio!" le urlò lui non appena la vide.
Lei si voltò e lo guardò severamente con le mani sui fianchi.
" Ehi ragazzino! Non ti permettere di alzare la voce con me! Non hai idea in che condizioni sia stato lasciato quel povero ragazzo! Era già debole e malnutrito grazie a te e a quelle arpie che tu chiami camereriere, ma il pestaggio gli ha dato il colpo di grazia! Con quale coraggio ti ritieni un uomo? È poco più che un ragazzino e tu lo fai trattare così?"
" Se lo merita! È solo un ragazzino viziato e lascivo, figlio di colui che ha ucciso mia madre!"
" Il figlio, appunto! Non è stato lui ad ucciderla, lui non ha colpa se suo padre è un mostro. Anche tuo padre prima di morire si è macchiato di diversi crimini, credi che se venissero a reclamare vendetta su di te tu lo troveresti giusto?"
" Io sarei in grado di difendermi!"
" Ecco ti sei dato la risposta. Quel ragazzino lì dentro non è capace di contrastarti e ho avuto modo di osservarlo il giorno in cui lo hai fatto spogliare nel cortile, non è affatto un pervertito come dici tu"
" Su quello ho diversi testimoni che possono confermarlo"
" Io mi fido del mio istinto, quel ragazzo è innocente. Ora non mi fare più perdere tempo, quel povero figliolo ha la febbre da cavallo, devo fargli le spugnature nuove"
Detto questo la donna entrò nella stanza.
Liang rimase in silenzio dietro quella porta, se non fosse stata la sua tata l'avrebbe già licenziata.
Ma in realtà Liang la considerava come una madre e lei era l'unica che potesse permettersi di rimproverarlo a quel modo.
Girò i tacchi e se ne andò.
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Era notte fonda adesso e Liang non riusciva a dormire. Le parole di Renu lo avevano messo a disagio più di quanto non volesse ammettere.
Decise di scendere a vedere con i propri occhi quanto male stesse quel ragazzino.
Mentre stava per entrare nella stanza la porta si aprì e apparve Sun.
" Sun? Tu che ci fai qui"
" La mamma è troppo anziana oramai per fare le nottate e quel povero ragazzo non sta per niente bene" Il tono e lo sguardo di Sun fecero intendere perfettamente di chi pensava fosse la colpa.
Lui e Sun erano cresciuti insieme, quindi non si offese per il suo giudizio, però cominciò a chiedersi che cosa avesse quel ragazzo per fare pena a tutte le persone più care della sua vita.
" Voglio vedere solamente se sta veramente così male"
" Puoi entrare tanto non ti riconoscerà, è incosciente da ore ormai" detto questo si allontanò.
Liang lo guardò allontanarsi poi entrò.
Quello che vide lo scosse più di quanto volesse ammettere, il ragazzo aveva il volto tumefatto e pieno di cerotti, l'occhio destro era gonfio come un mandarino e il labbro inferiore era tagliato.
I suoi uomini c'erano andati giù pesantemente come erano abituati a fare con i traditori e a Liang non era mai importato nulla di loro, solo che questa volta ebbe la dimostrazione fisica di ciò che erano capaci con i loro pugni.
Non seppe perché ma ebbe l'istinto di avvicinarsi a lui per toccargli la guancia: era bollente.
A quel punto lo vide agitarsi e farfugliare qualcosa e il panno bagnato che aveva sulla fronte gli cadde e una forza che non seppe riconoscere gli fece prendere quel panno, immergerlo nella bacinella piena d'acqua, strizzarlo e rimetterlo sulla sua fronte.
*perché mi sto comportando in questo modo?* si chiese.
Si sentì turbato ed uscì immediatamente dalla stanza.
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Liang non si avvicinò più a lui e le notizie che gli venivano riportate senza che lui lo avesse chiesto (probabilmente dietro idea di Renu) da Wind, il suo braccio destro, gli dicevano che non si era ancora risvegliato.
Il secondo giorno disse a Wind di tenersi pronto per portare il ragazzo in ospedale ottenendo un'alzata di sopracciglia da parte del suo uomo, non abituato a questo comportamento, ma poi seppe che lui si era svegliato.
In qualche modo si sentì sollevato, ora non doveva più sentire su di sé lo sguardo accusatorio di Renu... perlomeno era quello che disse a se stesso.
Adesso si trovava seduto in un angolo del cortile a fumare una sigaretta, si era sentito più nervoso del solito negli ultimi giorni e ora voleva solo allentare la tensione, si disse che aveva bisogno di svagarsi un po' e che forse era meglio organizzarsi una di quelle sue seratine poiché sentiva di aver bisogno di scaricarsi, quindi si alzò per chiamare la persona giusta per ciò che aveva in mente quando una figura alla finestra attirò la sua attenzione.
* Korn?* lo vide affacciato a quella finestra e si rese conto che la sua stanza dava sul cortile come la maggior parte di quelle della servitù.
Era ancora tumefatto e ricoperto di cerotti e il suo sguardo sembrava perso in qualche pensiero che lo portava lontano da lì.
Liang si nascose un un angolo poco visibile per osservarlo e vide che dopo poco tempo si ritirò dalla finestra ma qualcosa mi aveva fermato.
Era evidente che aveva visto il riflesso di sé stesso sul vetro della finestra e ne era rimasto scioccato, poi lo vide aprirsi la camicia del pigiama e Liang sebbene fosse un uomo poco impressionabile, anche a causa di cui di cui si occupava, rimase leggermente scosso dal numero di lividi ed escoriazioni che aveva sul corpo ma ciò che lo colpì maggiormente fu il fiume di lacrime e singhiozzi che sgorgarono da lui subito dopo.
Che cos'era quella cosa che gli muoveva lo stomaco? Pietà forse? Liang non provava mai questo sentimento, quindi lo catalogò come un semplice fastidio e andò via da lì.
