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04

**04**

« Dove sei, Charlie ? »

Il silenzio è la mia risposta.

Penso di aver perso questo diritto quando ho rotto il moi amico.

Il moi stomaco affonda, dio, ho fatto un disastro.

Vorrei solo poter avere una seconda possibilità.

« Perché ti prometto questo, Charlie, quando ti troverò, non ti lascerò andare—sei moi. » Guardando il cielo che si scurisce, parlo la mia promessa alle stelle, perché ovunque sia, stiamo guardando lo stesso cielo—diversi fusi orari, ma il cielo è uno.

« E poi cosa è successo a lui ? »

« Beh, è caduto nel pozzo e è morto. »

Mi giro a guardare moi figlio di sei anni, che sta seduto felicemente sul divano, i piedi che penzolano mentre guarda incurante il televisore.

Scuoto affettuosamente la testa e rido lievemente.

« Ah, è troppo triste. » Rispondo fingendo un po’ di rimorso per il burattino che è morto nel suo libro scolastico.

« Non proprio. » Risponde senza entusiasmo, troppo indifferente per i miei gusti.

« Ok. » Mi giro da lui mentre preparo la sua cena.

« Papà ? »

« Sì, tesoro ? » Chiedo mentre alzo lo sguardo per guardarlo. Lo guardo e per un momento mi fa male. Il moi cuore si stringe dolorosamente al vedere moi figlio, perché in questo momento sembra l’immagine di suo padre, con i suoi occhi scuri e i capelli scuri.

I miei occhi bruciano ; mi giro rapidamente e li asciugo con la manica.

Non essere così stupido, sono passati sei anni—raccogliiti !

Forzandomi a fare respiri profondi, mi assicuro che gli occhi siano asciutti prima di girarmi di nuovo verso di lui, che mi guarda con preoccupazione sul suo viso carino.

« Papà, stai bene ? » Mi chiede piano.

Sentendo il moi cuore gonfiarsi di calore e amore, annuisco e vado verso di lui. Lui sa subito cosa farò, si alza rapidamente dal divano con le braccia aperte. Lo prendo in braccio e lo stringo contro il moi petto, il moi lupo abbaia silenziosamente per avere il nostro cucciolo vicino, sento il suo lupo che raggiunge il moi, accarezzandosi l’uno con l’altro.

Si annusa nel moi collo, sospirando soddisfatto quando sente il moi profumo—tecnicamente sono sua madre, quindi quando mi annusa sta cercando il profumo di sua madre, che io ho. Mi ricordo come annusavo il collo di mia madre quando ero un cucciolo, l’odore di casa ti riempie e zittisce il dolore, ti avvolge nella sicurezza e sono così felice di poter dare questo al moi bambino. Mi manca terribilmente i miei genitori.

Gli do un bacio sui capelli morbidi.

« Ti voglio tanto bene. »

« Ti voglio bene anch’io, papà. » Sussurra assonnato mentre sistema la testa sotto il moi mento.

Il moi lupo fa le fusa.

Sorrido al moi cucciolo che si sta addormentando.

« Non addormentarti, amico, la tua cena è quasi pronta. » Lo ricordo con un tono leggermente allegro.

Lui emette un grugnito silenzioso.

Questo mi fa ridere, il gesto mi ricorda tanto Hunter e non fa male, sì, era uno stronzo e mi ha spezzato, ma mi ha dato un figlio bellissimo e per questo gli sarò sempre grata.

Gli do un altro bacio nei capelli che profumano di cocco prima di voltarmi e camminarlo fino al tavolo.

Lo stacco da me e lo metto delicatamente sulla sedia.

« Non ti muovere, ricorda. Perché sai cosa è successo a Humpty Dumpty ? » Lo avviso, lui sorride luminoso al ricordo dell’uovo goffo e annuisce.

Gli arruffo i capelli mentre vado a preparargli la cena.

19 :08

« E Percy— » Vengo interrotto da un rumore dolce, alzo lo sguardo dalla mia pagina de *Il Ladro di Fulmini* e guardo moi figlio.

Sorrido affettuosamente quando vedo che è già addormentato, chiudo delicatamente il libro, lo metto sul comodino e mi avvicino per baciarlo sulla fronte, poi mi allontano e lo copro.

Mi alzo dal letto, accendo la luce notturna e vado verso la porta, spegnendo la luce faccio un ultimo sguardo al moi cucciolo che dorme.

Mi fa sorridere, esco e tiro la porta dietro di me, lasciando una fessura in modo che la luce del corridoio entri nella sua stanza.

Guarda me, così bravo come genitore.

Sorridendo a me stesso e sentendomi fiero, vado in bagno per farmi un bagno caldo.

« Ah, così va meglio. » Sospiro di sollievo, tenendo una birra con poca gradazione alcolica, mi infilo nel moi comodo divano, gustandomi la sensazione della nuova pigiama che ho comprato oggi, così morbida contro la mia pelle appena pulita.

Prendo il telecomando e accendo la TV, inizio a cambiare canale, ma vengo interrotto da una telefonata.

Facendo una smorfia e brontolando di frustrazione, mi spingo a malapena fuori dalla mia piccola nicchia, metto la bottiglia sul tavolo e afferro il telefono.

Una voce che conoscevo tanto tempo fa risuona nell’apparecchio ; mi fa battere forte il cuore nel petto, il moi stomaco si agita violentemente.

Mi alzo dritto, sentendomi come se fossi intrappolato.

« Papà ? » Sussurro, sentendo la gola serrarsi, gli occhi che si riempiono di lacrime.

« Oh, grazie a dio, sei tu, Cucciolo. » Sospira di puro sollievo.

Il moi soprannome mi fa venire le lacrime agli occhi e il petto si stringe dolorosamente.

Il moi lupo ulula per il suo padre, abbaiando eccitato all’udire la sua voce.

Il moi intero essere è intorpidito, come se fossi uscito dal moi corpo.

« Sono io, papà. » La mia voce è appena un sussurro.

« Lo so, tesoro, sono così felice di averti trovato ! » Esclama, la sua voce profonda suona così felice, mi fa sorridere.

Mi fa sentire orgogliosa, ho fatto felice moi padre.

« Come mi hai trovato ? » Chiedo con cautela.

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