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Gaia

La porta del bagno si chiude con un piccolo scatto metallico. Il suono della chiave che gira nella serratura mi fa sobbalzare leggermente, ma Daniel sorride con quell'aria da ragazzino che ne combina sempre una.

«Sei proprio sicuro di volerla chiudere?» domando, anche se conosco già la risposta.

«Assolutamente.» Il suo tono è leggero, malizioso, con quella sfumatura che mi fa vibrare dentro. «Non vorrai mica che qualcuno entri all'improvviso, vero?»

Lo guardo con un sopracciglio alzato, ma il mio corpo ha già deciso per me. Con un gesto veloce, mi tolgo i pantaloni e mi siedo sul lavandino, sentendo il freddo della ceramica contro la pelle calda. Daniel mi osserva, il sorriso sulle labbra che si allarga leggermente mentre si avvicina. Le sue mani sfiorano le mie cosce e sento il calore salire lungo la schiena.

«Daniel, non farmi aspettare…» mormoro, la voce più bassa del previsto.

Lui ridacchia, inclinando la testa in quel modo che mi fa venire voglia di strappargli di dosso quella camicia. Poi si abbassa lentamente, le sue labbra sfiorano l'interno delle mie cosce e il respiro mi si mozza in gola.

Mi aggrappo ai suoi capelli, giocherellando con le ciocche morbide. Lui si prende il suo tempo, tracciando piccoli cerchi con le labbra, scivolando sempre più vicino al punto in cui il mio corpo lo reclama.

«Piano…» sussurra con un sorrisetto divertito, sollevando lo sguardo su di me. «Non vuoi farti sentire, vero?»

Gli tiro una leggera ciocca di capelli per ripicca. «Stronzo!» sbuffo, ma il tono esce più spezzato di quanto vorrei.

Lui ride, la vibrazione della sua voce contro la mia pelle mi manda un brivido lungo la schiena. E poi le sue dita scivolano lungo la mia pelle, lente, studiate. Sento un’ondata di calore espandersi dal petto allo stomaco, il respiro che si fa più pesante.

«Dannazione, Daniel…»

Lui mi guarda, compiaciuto. «Mi piace quando dici il mio nome così.»

Lo fulmino con lo sguardo, ma è difficile fingere disappunto quando il mio corpo sta reagendo in un modo completamente diverso. Quando muove le dita con più sicurezza, la mia reazione è immediata. Il piacere si accumula, mi tende i muscoli, mi sfugge un gemito strozzato.

«Shhh…» mormora ridacchiando. «Vuoi che i tuoi nonni scoprano cosa stiamo facendo?»

Lo odio. Lo odio profondamente in questo momento. Eppure, il suo tono divertito e la sua sicurezza non fanno altro che aumentare la voglia di stuzzicarlo.

«Daniel… ti prego…»

Lui scuote la testa. «No qui… no ora…» Sento il suo respiro caldo contro la pelle. «Ma sei completamente bagnata.»

Un brivido mi percorre la schiena. Lui continua con il suo gioco crudele, senza darmi tregua, e quando raggiungo il culmine, il mio corpo trema. Lui si allontana leggermente, portandosi le dita alle labbra con un sorrisetto soddisfatto.

«Mmm… adoro.»

Lo guardo con occhi socchiusi, ancora scossa, ancora furiosa per come riesce sempre ad avere il controllo della situazione. «Ti odio.»

Lui ride. «Mi ami, vero?»

Respiro a fondo, cercando di riprendere il controllo. «Fammi tua.»

I suoi occhi si fanno più scuri per un attimo. Si passa la lingua sulle labbra come se stesse considerando l’idea. E poi, invece di rispondere, mi afferra per la vita e mi fa scendere dal lavandino, girandomi con un gesto sicuro. Il mio respiro si blocca quando sento il suo corpo premere contro il mio.

«Gaia…» La sua voce è un sussurro appena percettibile, un misto di desiderio e autocontrollo.

Le sue mani scorrono lungo i miei fianchi, scivolano sulla mia pelle con movimenti sicuri e decisi. Il mio corpo si tende in risposta e quando finalmente mi fa sua, un brivido mi percorre dalla testa ai piedi.

Sento il battito del suo cuore contro la mia schiena, il calore della sua pelle contro la mia. Il respiro diventa affannato, il mio corpo segue il suo, si adatta a lui, lo accoglie.

«Maledizione, Gaia…»

Mi aggrappo al bordo del lavandino, cercando un punto d’appoggio mentre lui si muove contro di me. Ogni fibra del mio corpo risponde, ogni sensazione è amplificata dal rischio di essere scoperti, dal fatto che siamo nel bagno dei miei nonni, con la cena ancora in corso nell’altra stanza.

«Gaia…» Il suo respiro è irregolare, caldo contro la mia pelle. «Mi fai impazzire.»

Sorrido, nonostante tutto. «Tu sei già pazzo.»

Lui ride, il suono della sua voce si mescola con il nostro respiro accelerato. Le sue mani scorrono sulla mia pelle, stringono, accarezzano, guidano.

E poi, in un istante, tutto si ferma. Il silenzio si abbatte su di noi come un’onda improvvisa.

«Aspetta…» sussurra Daniel, tendendo l’orecchio.

Trattengo il respiro. Anche io l’ho sentito. Un rumore fuori dalla porta, passi nel corridoio.

I miei occhi si spalancano. Oh, cavolo.

«È mia nonna?» chiedo, la voce quasi impercettibile.

Lui mi stringe più forte contro di sé, come se potesse proteggermi da un’eventuale scoperta. «Non lo so, ma se è tua nonna siamo morti.»

Trattengo un sorriso isterico. Lui resta immobile, il suo respiro ancora caldo contro il mio collo. I passi si allontanano.

Daniel lascia andare un sospiro di sollievo. «Ok, questa è stata la cosa più eccitante e più terrificante della mia vita.»

Non riesco a trattenere una risata soffocata. Mi giro verso di lui, il nostro respiro ancora irregolare, il battito del cuore che mi rimbomba nelle orecchie. Lui mi guarda, e nel suo sguardo c’è ancora quella scintilla di desiderio, ma anche qualcosa di più. Una tenerezza che non mi aspettavo.

«Sei bellissima.»

Il mio cuore perde un colpo.

Lo spingo leggermente con una mano sul petto. «Sei uno stupido.»

Lui ride. «Sì, ma uno stupido che adori.»

Non lo ammetterò mai ad alta voce, ma so che ha ragione. Con un ultimo bacio veloce, Daniel mi aiuta a rimettere in ordine i vestiti. Quando finalmente siamo pronti per uscire, mi lancia un’occhiata divertita.

«Allora, pensi che i tuoi nonni si siano accorti di qualcosa?»

Lo colpisco leggermente sul braccio. «Zitto e cammina.»

Lui ride, e insieme sgattaioliamo fuori dal bagno, cercando di sembrare il più innocenti possibile.

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