Ashley
Il libro di diritto è aperto davanti a me, ma è come se le parole scivolassero via, dissolvendosi nel nulla prima ancora che io possa capirle. Scorro il paragrafo con lo sguardo, ma nella mia testa non resta niente. Il caso giuridico di cui sto leggendo dovrebbe essere interessante, importante persino, ma la mia attenzione è altrove.
O meglio, è su qualcuno.
Peter è seduto accanto a me, sul letto, con il suo manuale chiuso e un’aria fin troppo rilassata per qualcuno che dovrebbe stare studiando. Ha il braccio dietro la testa e mi guarda con quel mezzo sorriso che mi mette sempre nei guai.
Provo a ignorarlo. Mi concentro sulle pagine, prendo un respiro profondo e cerco di leggere di nuovo. Ma sento il suo sguardo.
Sollevo gli occhi e lo trovo lì, che mi osserva.
«Che c’è?» chiedo, cercando di sembrare indifferente.
Lui si stringe nelle spalle. «Niente.»
«Allora studia.»
«Mh, no.»
Alzo gli occhi al cielo. «Peter.»
«Ashley» replica lui, con un sorriso furbo.
Sospiro e torno al libro, ma lui si sporge un po’ di più verso di me.
«Ammettilo» dice piano. «Questo è noioso da morire.»
«Dobbiamo passare l’esame.»
«O possiamo fare altro.»
Il tono della sua voce è carico di un sottinteso che mi fa venire i brividi. Stringo il libro con più forza, come se potesse proteggermi dall’effetto che ha su di me.
«Come cosa?» chiedo, sperando di apparire disinteressata.
Lui inclina la testa di lato, quel suo solito sorriso divertito sulle labbra. «Vuoi davvero che risponda?»
Non dovrei continuare questa conversazione. Non dovrei guardarlo in quel modo, né permettergli di guardarmi così. Ma qualcosa dentro di me mi impedisce di fermarmi.
E poi, senza preavviso, si avvicina ancora di più e mi bacia.
È un bacio lento, delicato, come se mi stesse dando il tempo di fermarlo. Ma io non voglio fermarlo. Voglio lui. Voglio il calore delle sue labbra, il modo in cui il suo respiro si mescola al mio.
Quando si stacca, mi guarda con un sorriso soddisfatto.
«Visto? Molto meglio del diritto.»
Ridacchio, ancora un po’ senza fiato. «Non posso darti torto.»
Ma non ho neanche il tempo di riprendermi che all’improvviso sento le sue mani scivolare sui miei fianchi e...
«Peter, no!» strillo, cercando di divincolarmi.
«Che c’è?» chiede con aria innocente.
«Sai che lì soffro!»
Scoppia a ridere. «Bene bene!»
Provo a scappare, ma lui è più veloce. Le sue dita mi torturano senza pietà, e io mi dimeno sul letto ridendo come un’idiota.
«Peter, smettila!» ansimo, cercando di allontanarlo.
«Dimmi che sono il tuo preferito.»
«Ma cosa?!»
«Dillo.»
«Sei pazzo!»
Mi solletica ancora più forte.
«Okay! Okay! Sei il mio preferito!» grido, senza fiato.
Si ferma, soddisfatto. «Brava ragazza.»
Resto lì, ansimante, cercando di riprendermi mentre lui mi osserva con aria divertita. Poi, con una mossa inaspettata, mi sfila la maglietta.
Rimango senza fiato quando le sue labbra scendono sulla mia pelle scoperta, baciando dolcemente il mio ventre.
«Oh...»
Peter alza lo sguardo, un lampo di divertimento e desiderio nei suoi occhi. «Sei bellissima.»
Abbasso lo sguardo, sentendomi improvvisamente vulnerabile. «Anche tu.»
Lui sorride, scivolando con le dita sulla mia pelle. Il suo tocco è leggero, quasi esplorativo, e il mio cuore batte più forte.
Le mie mani si posano sul bordo della sua maglietta e giocherello con la stoffa prima di prenderlo alla sprovvista e girarlo sotto di me. Ora sono io sopra di lui, seduta sulle sue gambe.
Peter ride. «Mh, interessante.»
«Ti piace?»
«Amo le sorprese.»
Mi attira a sé con una mano dietro la mia testa e mi bacia di nuovo. Questa volta è più profondo, più intenso. Il mio cuore martella, le mie dita si stringono contro le sue spalle.
Eppure, tra il calore del suo corpo e la sensazione delle sue labbra sulle mie, un pensiero si insinua nella mia mente.
Cosa stiamo facendo?
Non dovremmo essere qui, in questo modo. Siamo amici, colleghi. E se le cose si complicassero?
Mi stacco da lui, senza fiato.
Peter mi guarda con un’ombra di preoccupazione. «Tutto bene?»
Annuisco, ma dentro di me c’è un vortice di emozioni.
«Vuoi fermarti?»
Lo fisso per un lungo momento. Voglio?
Lui mi sorride con quel suo sorriso leggermente storto, e ogni mio dubbio si dissolve.
«No.»
Non ha bisogno di altro. Mi bacia ancora, le sue mani mi accarezzano la schiena, scivolano lungo la mia pelle.
E in questo momento, niente altro importa.
Le mani di Peter scivolano lungo la mia schiena, il suo tocco è caldo, quasi ipnotico. Mi tira più vicino, le sue labbra esplorano la mia pelle con baci lenti, studiati, quasi come se volesse memorizzare ogni centimetro di me.
Mi perdo nella sensazione, nel modo in cui mi fa sentire desiderata. Il mio respiro si fa più veloce quando le sue dita sfiorano la pelle scoperta dei miei fianchi, tracciando linee invisibili che mandano brividi lungo la mia spina dorsale.
Peter mi guarda, il suo sorriso è un misto di dolcezza e malizia. «Sai che sei incredibile, vero?»
Arrossisco, distogliendo lo sguardo. «Dici un sacco di sciocchezze.»
Lui ride piano. «No, dico la verità.»
Mi bacia di nuovo, con più fervore, e mi sento sciogliere sotto il suo tocco. Non so più dove finisco io e dove inizia lui, tutto si mescola in un vortice di calore e sensazioni.
Poi, all’improvviso, si stacca appena, con un’espressione pensierosa.
«Che c’è?» chiedo, ancora senza fiato.
Lui sorride in modo colpevole. «Stavo pensando...»
Sollevo un sopracciglio. «A cosa?»
Peter si morde il labbro, trattenendo una risata. «A quanto sarebbe imbarazzante se entrasse qualcuno adesso.»
Scoppio a ridere, dandogli un leggero colpo sul petto. «Peter!»
Lui ride con me, stringendomi ancora di più. «No, dai, pensa se entrasse il mio coinquilino. Ti immagini la sua faccia?»
Rido ancora, seppur con un pizzico di ansia. «Non dovresti dirmi queste cose mentre siamo... così.»
«Così come?» chiede lui, facendo l’innocente.
«Tu lo sai benissimo.»
«Mh, no, mi sfugge.»
Lo fisso con un’espressione che dice chiaramente che non gli credo. Lui sorride ancora e all’improvviso mi afferra di nuovo, facendomi rotolare sul letto in una risata soffocata.
«Peter!»
«Shhh...» ride lui. «Non vogliamo che ci scoprano, giusto?»
Scuoto la testa ridendo, cercando di riprendere fiato. Lui si appoggia su un gomito, guardandomi dall’alto in basso con uno sguardo che mi manda in tilt il cervello.
«Sai, Ashley...» inizia, il tono più morbido stavolta.
«Mh?»
«Mi piace questo.»
Mi mordo il labbro. «Cosa?»
«Noi.»
Il mio cuore fa una capriola. Lo guardo, cercando di decifrare il significato dietro le sue parole. Vuole dire che è solo un momento? O qualcosa di più?
«A me piace stare con te» continua lui, quasi leggendo i miei pensieri. «Anche se avresti dovuto lasciarmi vincere quella lotta di solletico.»
Scoppio a ridere. «Mai.»
Lui scuote la testa, fingendo disapprovazione. «Sei un caso senza speranza.»
«E tu sei insopportabile.»
«Ma mi trovi affascinante.»
«Forse.»
Peter mi bacia di nuovo, più dolcemente stavolta, come se volesse imprimere quel momento nella nostra memoria.
E io capisco che, per quanto possa spaventarmi, non voglio più tornare indietro.
