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Capitolo 5: Il Legame Spezzato

Io ed Rafael stavamo in piedi al centro del cerchio antico—un simbolo di ferro intriso di sangue che rifletteva la luce della luna. Il rituale del Bloodbound aveva inizio, la promessa di unire anime e sangue riservata solo alle coppie di sangue antico. Negli istanti finali, un dolore acuto mi trafisse il petto: la mia anima si era divisa… e metà di me si era racchiusa nel corpo di Ilyra, Terzo Comandante delle truppe Bloodbind che credevo morta.

Schegge di pietra volarono tutt’intorno mentre Rafael si avvicinava, la sua mano calda trasmetteva un lieve tremito alla mia. La luce perlaceo-rossastra del simbolo pulsava al ritmo del mio cuore, assorbendo ogni goccia del mio sangue che stillava dalla ferita sul fianco. In quel sotterraneo regnava un silenzio irreale, rotto solo dal sussurro del rituale e dal nostro respiro affannoso.

“Elira,” sussurrò Rafael con voce ruvida. “Stai bene?”

Annuii, pur sentendomi spaccata in due; una parte di me cercava il suo calore, l’altra si sentiva attratta da Ilyra—l’anima della donna che avevo creduto consumata dalle fiamme.

Un lampo attraversò i miei occhi mentre trattenevo rabbia e confusione. Avvertivo il richiamo primordiale del mio lato licantropo, in cerca di libertà, mentre il mio cuore umano rifiutava quell’antico fuoco.

All’improvviso, Kael Idris emerse dal bordo del cerchio—il volto cupo, gli occhi color argento gelidi. “Il rituale non è completo,” dichiarò con freddezza. “L’anima del Bloodbound è intrappolata in due corpi.”

“Cosa vuoi dire?” la voce di Rafael ruppe il silenzio.

Kael sospirò profondamente. “Metà della tua anima, Elira, è racchiusa in Ilyra, Terzo Comandante che credevo gettata nelle fiamme. Lei ha vincolato la propria essenza a questo sigillo per vendetta.”

Il mio petto si serrò. “Ilyra… perché è viva?”

Kael chinò lo sguardo verso il simbolo inciso a terra. “Non è mai davvero morta. La sua anima è congelata—prigioniera di un rituale oscuro. E ora minaccia entrambi voi.”

Rafael strinse i pugni. “Cosa devo fare?”

Kael lo fissò intensamente. “Tu non sei un mero complemento. Sei la chiave alternativa alla soglia di Mooncore. Senza di te, il sigillo non si chiuderà.”

Un’ondata di panico mi attraversò le costole. Avevo sempre creduto che solo il mio sangue potesse aprire Mooncore. Eppure il sangue alpha di Rafael era altrettanto indispensabile.

“Come procediamo?” chiese lui a bassa voce.

Kael sollevò la lancia, la punta metallica emise un bagliore. “Dovete completare il rituale del Bloodbound—versando sangue licantropo e sangue antico nel sigillo. Attenzione: se fallite, l’energia vendicativa di Ilyra esploderà e ci annienterà.”

Inspirai a fondo, raccogliendo il coraggio. Rividi le sue labbra in un bacio sotto la luna piena, il tremito nel suo sguardo… allora avevo esitato, ora non avevo scelta.

“D’accordo,” rispose Rafael con fermezza. “Lo facciamo insieme.”

Kael si spostò indietro, concedendo spazio. Ci trovammo alle estremità opposte del cerchio, i nostri sguardi fusi da un filo di luce argentea che serpeggiava nell’aria.

Morso il labbro, spinsi la punta della lancia contro il mio polso. Un gelo improvviso provocò lo scorrere del mio sangue, che cadde abbondante sul simbolo. Rafael replicò, graffiando la pelle con i canini d’argento—il suo sangue alpha si mescolò al mio, un canto di dolore e potere.

Un tremito violento scosse il pavimento. Fessure si aprirono, le radici dell’incisione lunare si spaccarono e sprigionarono un turbine ipnotico. Le luci si scontrarono, come se la morte di Ilyra avesse forgiato la sua forza attuale.

Sentii un lacerarsi dentro di me—l’umano urlava, il licantropo ringhiava. Rafael mi strinse la mano con fermezza, come a placare la tempesta del mio sangue. “Elira, non sei sola,” mormorò con calore.

All’improvviso, un’ombra guizzò oltre il chiarore—Ilyra apparve diafana, occhi neri come pece, sorriso sprezzante. “Elira… hai beffato la morte,” sibilò, l’eco rimbombò sulle pareti di pietra. “Presto sperimenterai il vero dolore.”

Stringo la lancia, incanalando coraggio nelle parole. “Ilyra, hai scelto l’oscurità. Io scelgo la vita per liberarti.”

Lei rise, gelida. “Liberare? Ho superato ogni limite.”

La fessura nel pavimento si allargò, un getto di energia rossa minacciava di esplodere. Un’onda magica ci scagliò via; Rafael e io rotolammo per alcuni passi. Gemetti per il dolore alla spalla, lui mi soccorse e mi riportò al centro del cerchio.

Kael gridò un avvertimento. “Il sigillo cede! Versate ancora sangue!”

Con mani tremanti, incidemmo lo stesso simbolo sulle nostre fronti—a piccole gocce simili a radici lunari. Appena il sangue si fuse, le radici scolpite sul pavimento si arrampicarono su di noi, vincolandoci al sigillo.

L’energia divenne accecante. Chiusi gli occhi, percependo la corrente del sangue di Rafael fondersi col mio, un’onda di calore nel petto. I nostri ricordi si intrecciarono: risate in mezzo alla tempesta, lacrime di perdita, cicatrici di battaglie.

“Siamo… riusciti?” il mio respiro era affannato.

Rafael rispose con un bacio leggero, sigillando la crepa magica. “Ce l’abbiamo fatta… insieme.”

Un lampo squarciò il soffitto, infranse il silenzio. L’oscurità inghiottì il chiarore perlaceo-rossastro, lasciando un vuoto angosciante. Quando riaprii gli occhi, Rafael era stramazzato, privo di forze.

In un angolo, un’ombra imponente si mosse—un umanoide con zanne grondanti sangue, occhi famelici. Ilyra, tornata a comando delle truppe Bloodbind, si ergeva minacciosa. “Potreste aver chiuso Mooncore, ma le vostre vite sono ormai mie.”

Panico e rabbia si scontrarono dentro di me. Alzai la mano col pugno chiuso verso l’ombra. “Rafael… non lasciarla avvicinare!”

Senza preavviso, la creatura balzò verso di noi, veloce come un lampo. Rafael aprì gli occhi, un ringhio gli sfuggì, afferrò la mia mano. “Tienimi… Elira!”

Le radici del simbolo si spezzarono, trapassando il pavimento. Avvertii il richiamo del sangue licantropo più forte che mai. Con un balzo, mi girai, strinsi la creatura per la gola e affondai i miei denti nell’anima del suo essere. Un gemito straziante rimbombò, schizzi di sangue si sparsero intorno.

Ilyra rise—un’ultima derisione prima che il sigillo si richiudesse. “Non vincerete!”

Fissai Rafael, il respiro affannato. “Lo… finiremo… ora.”

Un boato scuoteva di nuovo la stanza. Il simbolo esplose in mille scintille, un lampo abbagliante. Rafael urlò, cercò la mia mano. Fummo avvolti da un’oscurità profonda.

Nel buio pesto, sentii la mano di Rafael scivolarmi via. L’urlo vendicativo di Ilyra echeggiava nelle mie orecchie, il suo giuramento di sangue bruciava nel mio cuore. Un istante dopo, la mia luce si affievolì—e compresi che la vera battaglia era appena iniziata.

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