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Capitolo 7

POV DI VICTORIA

Ero tra due demoni. Erik si avvicinò come un silenzioso felino. Avrei dovuto spingerlo via, ma non lo feci, le sue mani proprio come quelle di Alexander sapevano esattamente come farmi star bene. Da dietro mi stringeva i seni e mi pizzicava i capezzoli strofinandoli tra le sue dite. Avvicinandosi di più percepii il suo cazzo duro che premeva tra le mie natiche nonostante il tessuto dei suoi pantaloni. Alexander dominava le mie labbra, infilando la sua lingua in profondità mentre accarezzava e assaggiava ogni angolo della mia bocca. Le sue dita massicce si infilavano con forza ma senza farmi male facendomi gemere di piace. Le sue mani esperte conoscevano già così bene i miei bisogni e sapevano accedere il fuoco nel mio ventre, ma mentre mi perdevo tra i due uomini, improvvisamente Alexander si staccò e si allontanò. Restai tra le braccia di Erik mentre i miei occhi erano ancora incollati ad Alexander che appoggiandosi alla scrivania dietro di se tirò fuori il suo grosso membro. Dio, certo che sia lui che suo fratello erano davvero dotati. Con un cenno della testa mi ordinò di raggiungerlo e con il cuore che batteva forte esitai un secondo, ma Erik mi guidò delicatamente per avvicinarmi a lui. Alexander allungò una mano e prendendomi per il polso mi tirò se e con un colpo mi tirò su. Strinsi le gambe attorno al suo corpo mentre le sue mani si aggrapparono forte i miei fianchi, se avesse continuato così avrebbe lasciato sicuramente le impronte delle sue dita. Appoggiai le mani sulle sue spalle mentre lui mi teneva su come se fossi una piuma. Accostai il mio corpo al suo e il suo membro scivolò tra di noi lubrificato dal mio miele. Alexander iniziò a muovermi strofinando la sua asta tra le mie gambe e contro mio clitoride.

Alla divina frizione, emisi un gemito sentendo la familiare sensazione di piacere.

La mia figa iniziò a reagire per l’impazienza inondando il mio tunnel con succhi caldi che gradualmente sentivo colar giù, ma con un solo movimento improvviso Alexander mi alzò di scatto entrandomi dentro con una sola spinta.

“Ahhh…” Urlai forte strizzando gli occhi e stringendo le mie mani sulle sue spalle.

Il suono della mia voce riempì l’intera stanza. Percependo l’imminenza della sua forte penetrazione, una piccola lacrima bagnò il mio viso insieme a perle di sudore.

Alexander era enorme ed io avevo già dimenticato quello che era successo la notte prima.

“Shhh…Bombolina. Così ti sentiranno tutti…” Sussurrò Alexander accarezzando la mia guancia con il pollice.

Erik da dietro si avvicinò mi sfiorò i fianchi e dolcemente infilò una delle sue mani sotto alle mie gambe prendendo parte del mio corpo tra le sue braccia.

Respirando forte dalla bocca annuii sentendomi sopraffatta.

Ero schiacciata tra i due gemelli, tra il peccato ed il desiderio.

Alexander mi guardò negli occhi prima di spingere i fianchi per entrare più in profondità. Strinsi le labbra cercando di nascondere un altro gemito di fastidio.

“Lo so che fa male, ma ti abituerai alle nostre dimensioni.” Disse dolcemente.

Anche se ero bagnata e avevamo già fatto sesso, l’ingresso del suo membro mi tagliò a metà.

Era troppo grosso ed il mio piccolo corpo faceva fatica ad abituarsi al suo bastone doppio. Dio, ero io ad essere piccola o loro ad essere superdotati?

Gettai uno sguardo alle spalle dimenticandomi di Alexander quando le mani di Erik iniziarono ad accarezzarmi le gambe e poi le natiche come se fosse un massaggio rilassante.

"Questo culo mi fa impazzire..." Sussurrò Erik con un grugnito.

Chiusi gli occhi e respirai i loro profumi intossicanti cercando di lasciarmi andare.

Una delle sue mani salì lentamente fino a prendere i miei capezzoli tra le dita e li strinse forte. Il suo pizzicare mi distraeva dal quello che avevo appena provato con Alexander e minuto dopo minuto mi stavo adattando alle sue dimensioni.

Notando il mio corpo rilassato, Alexander iniziò a muoversi dentro e fuori di me, il dolore iniziale scomparve ed iniziai a mugolare tra i loro corpi.

“Perfetta…” Sussurrò tra i denti mentre scivolava dentro di me.

Assaporando il calore delle sue parole e dei suoi gesti che si irradiavano sotto la mia pelle, la mia figa si strinse rilasciando più succhi. Mi sentivo eccitata e sempre di più, i rumori lascivi dei nostri corpi che si muovevano l’uno contro l’altra riempivano l’intero ufficio. I miei gemiti di piace erano diventati forti, e probabilmente la segreteria che era all’estero poteva sentirmi, ma adesso non mi importava di nessuno. Le mie viscere si sentivano calde e desiderose di esplodere. Mentre perdevo il controllo di me stessa, il desiderio pulsante tra le mie gambe mi stava facendo impazzire, volevo ricevere la mia liberazione.

“Sei così stretta piccola…Adoro sentire la tua figa che strozza il mio cazzo…” Grugnì Alexander mentre si spingeva sempre di più dentro di me e la testa calda del suo grosso membro toccava il punto più profondo del mio tunnel.

Una sensazione di dolore mista a piacere era qualcosa difficile da spiegare e il gusto agrodolce pervase il mio corpo quando sentii il dito di Erik cercare di entrare dietro.

Mi irrigidii all’istante ed aprii gli occhi agitata mentre i miei muscoli diventarono improvvisamente tesi.

“No…non posso.” Mi lamentai sottovoce.

Sapevo esattamente cosa voleva fare e no, non lo avrei fatto.

Questo non era un film porno ed io non ero un’attrice esperta. Non avrei mai potuto fare sesso con entrambi nello stesso momento. Iniziai ad agitarmi sentendo il cuore battere forte per l’agitazione.

“Certo che puoi principessa…ti piacerà.” Sussurrò Erik dietro la mia nuca.

Oh no che non potevo. Ero così piccola ed esile mente loro erano enormi, mi avrebbero sicuramente spezzata.

Iniziai ad agitarmi tra le loro braccia pensando che a malapena riuscivano a fare sesso con Alexander figuriamoci con tutti e due.

“Perché sei cosí irrequieta? Non dirmi che è la tua prima volta?” Chiese con tono pacato ma sentivo una vena sarcastica nelle sue parole.

Annuii senza parlare.

Non solo ero terrorizzata perché era la mia prima volta, ma a ricordare le dimensioni dei loro membri rabbrividivo.

“Calmati bambolina, questa sarà un’esperienza indimenticabile.” Mormorò Alexander con un sorriso che non prometteva niente di buono.

Non avevo dubbi a riguardo, dopo oggi non avrei mai più dimenticato il sesso con i gemelli.

Erik mi accarezzò delicatamente il corpo e poi mi sussurrò ancora all’orecchio.

"Una volta che ti sarò entrato dentro ti faremo godere con non hai mai fatto prima, vero fratello?"

Alexander annuí sorridendo.

"Nessuna si é mai lamentata..."

Iniziai di nuovo a muovermi, volevo andar via, non ero pronta per questo.

“Vi prego…” Dissi sottovoce.

“Shh…ci pensiamo noi a te.” Continuò Erik seducente.

Sapevo che non si sarebbero fermati, e probabilmente avrebbero preso quello che volevano anche contro la mia volontà.

“Reggila Xand…” Erik si allontanò per qualche secondo lasciandomi tra le braccia di suo fratello.

Tirai un sospiro di sollievo pensando che avessero cambiato idea, ma mi sbagliavo di grosso perché Erik ritornò con qualcosa di inaspettato.

Trasalii sentendo il mio ano lubrificato da una sostanza gelatinosa.

Alexander che intanto si era fermato aveva iniziato a muovermi su e giù lungo la sua asta e l’improvvisa sensazione del suo membro mi face dimenticare quello che stava per accadendo alle mie spalle.

Erik iniziò a giocare attorno al mio altro buco finché non infilò un dito.

“Non fatemi del male…” Mormorai tra i miei gemiti.

“Non abbiamo nessuna intenzione di fartene…ti fidi di noi?” Chiese Erik con seduzione.

Fidarmi di loro? Neanche li conoscevo, come potevo farlo?!

“La nostra bambolina non si fida, ma dimostriamole che può farlo…” Replicò Alexander stringendomi i fianchi e avvicinando il suo naso al mio.

Chiusi gli occhi ed emisi un debole gemito sentendo il dito di Erik scivolare senza pressione o dolore dentro di me.

“Brava…così rilassati...lasciami entrare” Disse mentre lavorava il mio buco e pian piano aggiunse un altro dito.

"Ti scoperò questo culo cosí bene che ti sembrerá di vedere la stelle."

Le parole di Erik era un misto di lussuria e promesse seducenti e non potevo nascondere che per ora avevano mantenuto la loro parola, entrambi mi stavano dando solo piacere.

Le spinte di Alexander erano costanti e lente e sapevo che presto mi avrebbero portato verso il mio orgasmo. Le dita di Erik continuarono ad allargarmi ed il dolore era a malapena percepibile. Era strano provare piacere con entrambi i buchi pieni, forse era solo un tabù ma sapevo che tutto questo era terribilmente sbagliato. Alexander continuò a scoparmi la figa, come se niente stesse succedendo tra me e suo fratello. Erik iniziò a baciarmi la spalla e poi il collo eccitarmi ancora di più.

Perché questi due uomini mi desideravano così tanto? Non avevo idea ma sapere di eccitare due stalloni del genere era decisamente appagante. Mentre mi perdevo tra le loro attenzioni, lentamente Erik iniziò a tirare la dita. Confusa non dissi nulla, ma quando sentii la zip dei suoi pantaloni mi pizzicai forte il labbro.

Stava per succedere. Lo avrebbe fatto. Adesso mi avrebbe penetrata da dietro.

Allargando le mie natiche, trasalii sentendo qualcosa di grosso e duro entrare, alla sua invasione iniziale strinsi forte le mani alle spalle di Alexander.

“Tranquilla, tranquillo non agitarti…” Disse Alexander mentre la testa del membro di Erik iniziò a spingere.

Trattieni l’aria e strizzai gli occhi immaginando il peggio.

Come poteva dirmi di non agitarmi?!

“Rilassati bambolina, non ti irrigidire, renderai le cose solo più difficili.” Continuò Erik alle mie spalle.

Beh era face per lui dire rilassati.

Erik continuò a spingersi dentro di me ed emisi un gemito di dolore sentendo gli anelli del mio corpo allargarsi mentre la sua verga si faceva spazio nella mia tenera carne.

Dio, questo non era come il suo dito e di certo non era più così piacevole.

Strinsi i denti continuando a sentire la sua intrusione mentre il mio respiro cresceva e diventava sempre più irregolare.

“Fermati…” Supplicai ansimando.

“Non adesso piccola…ci sono quasi bambolina…” Disse visibilmente eccitato e pronto a scoparmi come un toro, e prima che potessi aggiungere altro, con un unica forte spinta urlai forte per dolore quando il suo cazzo si infilò completamente dentro.

“Cazzo!” Imprecai tra i denti.

Era grosso come quello di suo fratello, ed era troppo per me.

“Non muoverti.” Disse quasi singhiozzando.

Erik non rispose. Mi spostò i capelli dal collo e mi baciò le tempie.

“Respira e rilassati, adesso arriva la parte migliore…”

Sentivo le mie viscere pulsare contro le loro doppiezze e ringraziai il cielo quando si fermò.

Deglutii più volte percependo lo scalpitare del mio corpo, come avrei mai potuto continuare?

“Victoria…” Alexander chiamò il mio nome tirandomi fuori dai miei pensieri.

Alzai il mento e lui mi accarezzò le labbra col pollice.

“Il dolore e il piacere sono solo nella tua testa…puoi gestirli se vuoi.”

Volevo dirgli che non era così, ma mi limitai solo a fissare l’adone dagli occhi verdi finché il mio respiro diventò inaspettatamente regolare.

Lui percepì le miei sensazioni e con un mezzo sorriso annuì a suo fratello.

Emisi un gemito sentendo il suo petto che si staccava dalla mia schiena. Erik strinse le sue mani suoi miei fianchi e lentamente iniziò a muoversi.

“Oh cazzo fratello, senti quanto è stretta la nostra bambolina.” Ruggì Erik spingendo il suo inguine.

Alla mia espressione dolorante, Alexander catturò il viso in mano e mi guardò negli occhi con un ghigno malizioso.

"Vacci piano Erik, quel bel culo è ancora vergine..." Disse accarezzando le mie labbra semiaperte con il pollice.

"Intendi dire lo era..." Rispose Erik divertito.

Lacrime e sudore ricoprirono il mio volto e non riuscivo a trovare nessun senso di piacere.

“Non fare questa faccia raggio di sole, appena ti ci abituerai, ci chiederai di scoparti così ogni volta.” Disse Alexander continuando a tenere un mezzo sorriso sulle labbra.

Impossibile! Questa sarebbe stata la mia prima e ultima volta.

"Mmhh..." Mugolai dolornate e di punto in bianco, senza preavviso entrambi iniziarono improvvisamente a muoversi. Non mi sarei mai abituata alle loro dimensioni. Erik mi stava rompendo, il dolore era ancora presente e non riuscivo a godere come mi avevano promesso.

“Per favore fermatevi…non resisto più…” Mi lamentai.

“Tranquilla…vado lentamente.” Disse Erik diminuendo l’intensità delle sue spinte.

“Ti prego fai piano.” Sussurrai ansimando.

Questa volta Alexander si fermò e lasciò che Erik fosse l’unico ad entrare dentro di me.

Il mio corpo era rigido e dolorante averli entrambi sembrava impossibile.

Centimetro dopo centimetro Erik mi riempiva e si allontanava, dento e fuori con movimenti lenti e fluidi.

“Ahh…Sei così calda…” Sussurrò Erik stringendomi i fianchi.

“Avevo quasi dimenticavo quanto fosse eccitante scopare un culo stretto…” Disse compiaciuto.

La sua bocca si avvicinò e la sua lingua umida leccò mio collo lasciando piccoli baci.

Con una mano mi teneva i fianchi e con l’altra iniziò ad accarezzare i miei seni pizzicando i miei capezzoli. Alexander infilò una mano tra di noi e prima di seguire le mosse di suo fratello cominciò a strofinare il mio clitoride. Tutte queste attenzioni contemporaneamente mi confondevano ma anche rilassavano. Dio, non riuscivo più a gestire le emozioni e le sensazioni, e credeteci o no, lentamente mi sentivo a poco a poco meglio.

Alexander iniziò a muoversi dolcemente, Erik allargò un pò le mie natiche e cominciò a spingere sempre più infondo.

I muscoli del mio corpo cominciarono gradualmente ad abituarsi lasciando via libera al cazzo di Erik.

Entrambi si muovevano dentro e fuori di me con lentezza. Il dolore iniziale si era trasformato in piacere.

Non potevo credere a quello che stava accadendo, quello che credevo impossibile era diventato possibile.

Incredibilmente il mio corpo si stava abituando a prenderli entrambi.

"Oh Dio..." Sussurrai ansimando.

La sensazione di pienezza era diventata appagante, e non faceva altro che alimentare il calore tra le mie gambe. Iniziarono a pompare lentamente e poi sempre un pò più forte dentro i miei buchi, mente io gemevo di piacere.

Entrambi mi stavano scopavano e stranamente mi piaceva.

La mia mente mi diceva che era sbagliato, ma il mio corpo non la pensava allo stesso modo.

Erik mi girò il viso di lato e infilò la sua lingua umida nella mia bocca. Mi baciava affamato e aggressivo. I miei gemiti erano diventati lunghi mugolii perché le mie labbra venivano invase insistentemente dalle sue.

Le mani di Alexander scavavano nei miei fianchi e mi spingevano sempre di più verso il suo inguine. Ad ogni colpo, il mio corpo si inarcava e mi sentivo ad un passo dal mio orgasmo.

Dai loro grugniti sapevo anche loro erano vicini. Il mio lubrificante naturale stava colando sull’asta di Alexander che martellava senza sosta.

"La nostra bambolina é vicina, non é vero?" Chiese Alexander.

I due diavoli non mi davano tregua ed io li desideravo come non avevo mai desiderato nessuno.

"Oh...si..."Risposi tra i miei gemiti.

"Forza fratello facciamola venire..."

Si, vi prego! Il formicolio tra le mie gambe era diventato insistente causandomi forti spasmi costringendo i miei buchi attorno ai loro membri.

"Cazzo..." Imprecò Erik.

"Ancora..." Sussurai senza verogna sentendo un brivido correre lungo il mio corpo.

"L'hai sentita Xand?" Chiese Erik con un ghigno compiaciuto. Mi strinse forte i capezzoli prima di spingersi in profondità. Alxandare annuí seguendo suo fratello prima di sussurrarmi all'orecchio.

"Vieni per noi bambolina..."

Ed esplosi in mille pezzi.

Il mio orgasmo arrivò forte e le urla di piacere uscirono dalla mia bocca come il canto di una sirena. Roteai gli occhi sentendo i miei succhi colare dalla mia figa bagnata. La testa ed il mondo attorno a me giravano ed io non desideravo altro che perdermi in questo momento. Entrambi continuarono a mescolare le mie viscere mentre io cavalcavo la cresta del mio orgasmo.

Senza rendermene conto sussultai avvertendo un senso di vuoto e freddo, Erik stava uscendo da me.

Alexander mi tirò a se e continuò a scopare la mia figa su e giù per la sua asta e in poche spinte lo sentì svuotarsi dentro di me. Potevo sentire il suo grosso cazzo contorcersi e schizzare forte il suo abbondate seme nel mio caldo tunnel.

Il suo sperma, mi riempì e poi colò lungo le mie cosce.

Appoggiai la testa sul petto di Alexander cercando di riprenndermi dall’orgasmo quando Erik mi prese da dietro, staccandomi da suo fratello.

Sentivo il corpo di gelatina e non capivo cosa stesse succedendo.

Guardai Erik e mi fece cenno di inginocchiarmi sul tappeto. Lui si sedette su una poltrona e con voce roca mi ordinò.

“Vieni tesoro…Succhiamelo…Fammi venire nella tua bocca.”

Ero stanca e un pò confusa, ma mi avvicinai e mi chinai su di lui. La testa pulsante del suo cazzo era grande e dura, non potevo credere che qualche minuto fa era dento di me. Iniziai a succhiare e con la saliva cercavo di bagnare tutto il suo cazzo, che scivolò nella mia bocca fino in gola.

Era enorme quasi soffocavo.

Con una mano raccolse i miei capelli in pugno e iniziò a spingermi sempre più giù, non so per quanto tempo avrei resistito ma improvvisamente allentò la presa così iniziai ad avere un ritmo mio.

“Così…bambolina, continua.” Disse tra i suoi grugniti gettando la testa indietro.

Continuai a prenderlo in bocca leccando e succhiando la sua grossa asta.

Erik mi accarezzò la testa, mi spinse verso il basso come se volesse infilarlo fin giù nel mio stomaco, volevo tossire ma prima che potessi muovermi si liberò nella mia bocca.

C’è n’era così tanto che il suo seme cadde anche sul il mio collo e sui miei seni.

“Hai una bocca deliziosa.” Disse Erik mentre continuava ad accarezzare la mia testa come un cucciolo.

Chiusi gli occhi per calmare il mio respiro.

Quando li riaprii mi guardai intorno. Dio, l'avevo rifatto?

Ero andata lí per discutere del mio progetto ma ero finita col fare di nuovo sesso con loro.

Abbassi gli occhi vedendo il mio corpo nudo.

Mi sentivo proprio una puttana. Le lacrime iniziarono a formasi negli occhi ma cercai di trattenerle, piangere era inutile.

Raccolsi i miei vestiti e corsi in bagno, ma prima che potessi chiudere la porta a chiave, Erik ringhiò.

“Non pensare nemmeno per un secondo di poter chiudere quella fottuta porta.”

“Ho bisogno di un pò di privacy.” Urlai accigliata.

“Privacy? Non c’è niente di te che non abbiamo già visto, tu ci appartieni.” Precisò con presunzione.

Le sue parole mi fecero fumare di rabbia, io non appartenevo a nessuno, tantomeno a loro. A gradi passi corsi verso il bagno e chiusi la porta con un tonfo.

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