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Capitolo 2 Notte fonda

«Quando sarebbe la partenza?»

«Martedì, si tratta di due giorni.»

Nella sua testa sussurrava la vocina: “E due notti.”

Cosa c’era di male in fondo, a prendersi due giorni, staccare da tutto, il viaggio che aveva sempre sognato, in compagnia di un uomo era alle porte e non poteva farsi sfuggire quest’occasione.

«Ok.»

Stefano la sollevò di peso e vedendo tanta felicità Lisa quasi si commosse. Non le tenne la mano davanti agli altri e la sua vocina tornò impetuosa: “Non ti sembra strano, ti chiede di andare con lui, ma fa quasi finta di non conoscerti”. La scacciò con fatica dalla sua testa e si concentrò sul ragazzo silenzioso. Cosa aveva di strano? Con quel modo si fare sembrava quasi un killer in attesa di avvicinare la sua vittima. Distolse lo sguardo, un ragazzo dall’aria affabile le chiese di ballare, accettò senza pensarci, intanto Stefano parlava con Pier e sembrava che si conoscessero da sempre. Lisa si chiedeva se era tutto come sembrava e non le stava piacendo quello che vedeva, non aveva senso, si avvicinò a Pier.

«Vedo, che hai conosciuto Stefano?»

«Il tuo amico è forte.»

Spinta dallo champagne aggiunse: «E sai, mi ha invitato a fare un viaggio con lui a Parigi.»

Sul viso di Pier lo stupore si fece largo.

«Davvero?»

Poi rivolgendosi a Stefano, disse: «Non potevi scegliere una compagna migliore, per un viaggio.»

Lisa si sentì come una specie di oggetto che viene messo in vetrina, questa sensazione non le piacque ma sicuramente quello di Pier era un complimento. Si discostò da quei discorsi che reputava maschilisti e suoi occhi passarono in rassegna i due giovani, che sorridendo, continuavano a parlare. Lui le afferrò la mano e l’attirò a sé baciandola delicatamente sulla guancia. Lei cercò di allontanarsi ma Stefano aveva capito che c’era qualcosa che non andava, la tristezza che vide galleggiare sul suo viso lo allarmò. Si scusò con Pier e prendendola per le spalle la fece girare su se stessa, iniziò a ballare con lei, non c’era passione ne sesso, era solo l’emozione di chi, ha una grande paura. Non fece resistenza all’invito tacito di lasciarsi andare a qualcosa di più grande di lei. La musica cambiò e i corpi si avvicinarono ondeggiando delicatamente, non una parola né un sospiro, non era lei e lui lo sapeva. Perché si sentiva così sconvolta? Ballarono avvinghiati, respirando solo il loro dolore. Si ridestò dalla droga del piacere che lui sapeva dargli a piccole dosi e fece venire fuori la sua natura allegra e spensierata, non sapeva se il gioco valeva la candela ma doveva almeno provarci. Poteva essere un’occasione particolare da vivere fino alla fine, senza pretendere nulla in cambio.

«Vieni via con me? Domani devo sistemare delle cose in ufficio prima di partire.»

Con lui, ancora una notte di passione e poi il lavoro e poi la solita storia?

«No! resto qui ci sentiamo domani.»

A volte ci voleva coraggio a dire di no e la sensazione fu magnifica. Tenendola sempre per mano, si avviarono verso il resto della compagnia e Stefano salutò, lei l’accompagnò all’uscita e prima di salire in macchina lui disse: «Mi raccomando, fai la brava!»

«Come lo fai tu?»

Fu la domanda di Lisa che uscì involontaria, per sottolineare che lui non era affatto bravo. Che dilemma, fidarsi o non fidarsi? Ma conosceva già la risposta. Rientrò con gli occhi lucidi, a che gioco stava giocando? Aveva segnato il territorio ed era andato lì apposta, da allora nessuno le si sarebbe avvicinato e lei gli aveva retto il gioco.

La musica nella sala, aveva fatto riempire di nuovo la pista, si fece spazio all’interno del cerchio che si era formato tra i suoi amici e si scatenò. Era un modo come un altro per scaricare l’energia negativa che l’aveva invasa dal momento in cui lui era andato via. Un controsenso, la sua vita era tutto un controsenso. Amava chi non l’amava, diceva di sì quando avrebbe voluto dire di no, o era tutto il contrario? Pensava ai sì e ai no, ma nel suo cuore i sì pesavano molto di più. Tra la folla si sentirono delle urla e Lisa si precipitò a guardare cosa stava accadendo, riconobbe il volto pallido e tirato di un suo vecchio amico ma con chi stava litigando? Il ragazzo di fronte a lui aveva gli occhi lucidi e le mani gli avevano afferrato il maglioncino sformandogli la manica. Si avvicino e lui non gli diede retta quando lo chiamò.

«Alex, cosa sta succedendo?» Gli chiese trascinandolo a bordo pista.

«Lisa»

Alex per un attimo si sentì come a casa abbracciandola, come se in quell’abbraccio avesse trovato un posto sicuro dove riposare. Lei con gli occhi e con un cenno della testa rivolto al bel ragazzo rimasto in mezzo alla pista, gli chiese di nuovo di rispondergli.

«E’ il mio uomo.»

Alex sembrava essersi calmato e cercava di trattenere un pensiero vertiginoso che si aggrovigliava nella sua mente come zucchero filato intorno al bastoncino. Il suo famoso uomo, come l’aveva appena etichettato si era defilato in bagno ad asciugarsi le lacrime che fino al quel momento aveva trattenuto, non si aspettava di vedere Alex in quel posto, tanto meno essere additato come un traditore da parte sua. Quando tornò rimase in piedi aspettando che Alex finisse di parlare ma Lisa gli sorrise rendendo il suo cuore un po’ più leggero.

«Perché sei così arrabbiato?»

«Non mi ha detto che veniva qui. L’ho saputo da alcuni amici che l’hanno visto.»

«Scusa cosa c’è di male? Mica deve per forza avvisarti su tutto quello che fa?»

Alex sospirò e bevendo direttamente dalla bottiglia di birra e aggiunse: «E’ un periodo particolare, mi sento messo da parte, come se a lui non importasse più di me.»

«Magari è una tua impressione, forse lui prova lo stesso.»

Lisa gli sfiorò la spalla delicatamente mentre con gli occhi osservava il viso emaciato del ragazzo in piedi che in quel momento le faceva tenerezza.

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