Capitolo 8: Cinquecento milioni per la mia scomparsa
"Se all'epoca non avessi rubato i documenti commerciali dalla mia famiglia, Adriano Ferretti avrebbe mai raggiunto il successo che ha oggi? Rispetto a quello che ha ottenuto, chiedere cinquecento milioni non mi sembra esagerato!" Aurora, con gli occhi lucidi, sostenne lo sguardo pieno di disprezzo di Adriano. Il cuore le sanguinava da mille ferite. Ora voleva solo quel denaro per salvare la sua famiglia dalla crisi. "E poi, io e Adriano siamo ancora marito e moglie. Lui mi ha tradita durante il matrimonio. Non ho forse diritto a ciò che mi spetta?"
"Te lo sei scordato? Prima del matrimonio hai firmato un accordo. I soldi guadagnati da mio figlio non ti riguardano minimamente." La voce della signora Ferretti era tagliente.
Aurora ignorò la suocera. Continuava a fissare Adriano stringendo i denti, le lacrime che si rifiutavano ostinatamente di cadere.
Adriano sollevò un angolo delle labbra in un sorriso sarcastico. Quella donna credeva davvero che vendendo la sua famiglia lo avesse aiutato? Era stata solo un'illusione sua. Lui non le aveva mai chiesto nulla del genere, anzi, aveva sempre disprezzato le sue azioni.
"Adriano Ferretti, voglio solo cinquecento milioni!"
"Pensi di avere ancora il potere di negoziare con me?" Adriano rise freddamente. Conosceva bene la situazione della famiglia Valenti. Guardò la donna stupida che aveva davanti. "Aurora Valenti, te l'avevo detto: non venire a pentirti!"
Aurora ripensò a quella scena in ospedale. Che ironia amara.
All'improvviso estrasse un coltellino dalla borsa e, sotto gli sguardi increduli di tutti, se lo puntò alla gola. "Sarai contento solo quando sarò morta?"
Un grido di stupore si levò tra gli invitati.
"Maledetta! Donna senza vergogna! Hai ucciso mio nipote e ora vuoi far del male a mio figlio? Se vuoi morire, vai a farlo lontano da qui!" La signora Ferretti sentiva le tempie pulsare. Quella donna era capace di tutto.
"Esatto, se vuoi ammazzarti nessuno ti ferma!" aggiunse Valentina. Non credeva affatto che avrebbe avuto il coraggio di farlo.
"Adriano Ferretti, mi pento. Mi pento davvero. Mi pento di essermi innamorata di un uomo incapace di distinguere il bene dal male, mi pento di aver rinunciato a tutto per te. Ma non ti ho mai teso alcuna trappola. È stata tua madre, quella che tanto rispetti, a drogarti il cibo, dandomi l'occasione di avvicinarti."
"Il mio errore più grande è stato restare incinta senza avere la forza di proteggere mio figlio, permettendo a voi due creature malvagie di vincere!"
Mentre parlava, Aurora si tagliò la pelle con il coltellino. Il sangue sgorgò all'istante.
Grida di orrore riempirono l'aria.
Anche il volto di Adriano cambiò. Non si aspettava che quella donna passasse alle vie di fatto così rapidamente. E poi quelle parole...
"Aurora Valenti, che sciocchezze stai dicendo!" La signora Ferretti negò tutto.
"Sto dicendo sciocchezze? Il cielo e la terra sanno la verità. Hai il coraggio di giurare sulla tua vita?" Aurora avanzò verso la suocera passo dopo passo, il sangue che le colava dal collo era uno spettacolo raccapricciante.
"Sei impazzita! Portatela via!" La signora Ferretti alzò la voce, cercando di sfuggire alla questione.
Aurora capì che quelle parole non avevano più alcun senso. I suoi occhi macchiati di sangue si posarono sull'uomo dall'espressione imperscrutabile. Ormai non aveva più nulla da perdere. "Adriano Ferretti, cinquecento milioni in cambio di due vite – la mia e quella di mio figlio – e della tua pace per sempre. Non è un cattivo affare!"
La festosa celebrazione stava per trasformarsi in una tragedia di sangue.
"Aurora Valenti, basta così!" la zittì lui con voce gelida.
"Adriano Ferretti, voglio solo cinquecento milioni. Dopodiché non vi tormenterò mai più. Io... vi farò persino i miei auguri. Vi auguro di invecchiare insieme, uniti per sempre!" Le lacrime le scendevano mescolate al sangue.
Il dolore alla gola non era nulla in confronto a quello del cuore.
Se solo fosse stato possibile, avrebbe voluto non averlo mai incontrato.
Sarebbe ancora stata la spensierata signorina Valenti, la ragazzina piena di sogni sull'amore.
"Avresti dovuto leggere l'accordo di divorzio che ti avevo dato." Adriano strinse i pugni lungo i fianchi. Quella donna perfida aveva il coraggio di rigirare la frittata! Se non fosse stato per lei, il bambino di Elena non avrebbe lottato tra la vita e la morte per così tanto tempo. Quella creaturina così piccola, per colpa sua, stava lottando per sopravvivere. E lei non provava il minimo rimorso. Lui aveva avuto pietà di lei per la perdita del bambino e le aveva offerto una generosa buonuscita.
Ma quella donna aveva distrutto la sua pietà con le proprie mani.
"Voglio solo cinquecento milioni." Lo sguardo di Aurora era vacuo. Ora il suo unico pensiero era salvare la famiglia Valenti. La dignità, l'amore... niente aveva più importanza.
"I soldi te li posso dare. Ma ho una condizione."
Gli occhi di Aurora si illuminarono. "Dimmi."
"Non dovrai mai più comparire davanti a me." Le labbra sottili dell'uomo si mossero, spietate e crudeli. "Mai più."
La mano di Aurora che stringeva il coltello tremò. La lama le sfuggì dalle dita, il suo luccichio bianco attraversò i volti di entrambi prima di cadere a terra con un tintinnio metallico, come a recidere ogni legame tra loro.
Lei era la grande perdente. Cinquecento milioni avevano comprato tutto ciò che era.
Non sapeva come avesse lasciato il giardino, né come avesse firmato l'accordo di divorzio.
Sapeva solo che aveva ricevuto una telefonata dalla zia: cinquecento milioni erano stati versati sul conto dell'azienda. La famiglia Valenti era salva!
In quel momento pianse e rise, rise e pianse, come una pazza.
Tre anni di amore devoto si erano trasformati nella più grande delle beffe!
Quella stessa notte, Aurora lasciò la città senza portare con sé nulla che le ricordasse Adriano Ferretti.
Da quel momento in poi, non si sarebbe più aggrappata a nessuno, né avrebbe più versato una sola lacrima per nessuno!
