Capitolo 5: Abbiamo perso il nostro bambino
Un frastuono le riempiva le orecchie.
In uno stato di semi-incoscienza, Aurora sentì la voce del medico. Istintivamente afferrò il camice di qualcuno. "Dottore, salvi il mio bambino..."
Il suo bambino. Non poteva perdere il suo bambino...
Il rumore intorno a lei si affievolì gradualmente, fino a svanire nel nulla.
Il giorno dopo, quando Aurora si svegliò, le parole taglienti della suocera le risuonarono nelle orecchie.
"Non è riuscita nemmeno a proteggere mio nipote. Perché non va a buttarsi dalla finestra..."
Spalancò gli occhi di colpo, precipitando in un abisso. Il suo bambino... La mano tremante si posò sul ventre, ora piatto. Dov'era il suo bambino?
"Signora, si è svegliata." La voce di Rosa interruppe le parole della signora Ferretti. "Vado a chiamare il medico."
"Dov'è il mio bambino?" Aurora tentò più volte di sollevarsi con il corpo debilitato, senza riuscirci. Il suo sguardo smarrito cadde sulla suocera, che se ne stava in disparte con aria glaciale. "Mamma, dov'è il mio bambino?"
"Non chiamarmi mamma. Non ho una nuora inutile come te. Sei andata a fare scenate e hai perso il bambino. Complimenti davvero!"
"Non è possibile... Il mio bambino stava bene..."
"È stata Elena a spingermi giù dalle scale. Il mio bambino..."
"Sei stata tu! Sì, mamma, sicuramente tu hai nascosto il mio bambino da qualche parte."
Aurora lottò per scendere dal letto, ma il corpo privo di forze le sfuggì al controllo e cadde pesantemente a terra con un tonfo.
"Oh cielo, signora, è caduta!" Rosa si precipitò nella stanza per aiutarla a rialzarsi.
Aurora strisciava faticosamente sul pavimento, cercando di afferrare i piedi della suocera. "Mamma, ridammi il mio bambino... Ti prego..."
La signora Ferretti guardò Aurora che si contorceva a terra come una pazza. Che disgrazia. Indietreggiò disgustata, piantando il tacco della scarpa sul dorso della sua mano.
"Mamma... Ti prego..." Aurora sembrava non sentire il dolore. Sapeva solo che la suocera la odiava; doveva essere stata lei a nascondere il bambino. Il suo piccolo aveva vissuto nel suo grembo per più di sette mesi. Come poteva essere semplicemente sparito?
"Signora, la prego, non faccia così!" Rosa aveva gli occhi lucidi. Cercò di sollevarla, ma non riusciva a smuoverla.
"Nato morto. Sei contenta adesso? Aurora Valenti, se fossi in te, mi ammazzerei!" La signora Ferretti lasciò cadere quelle parole e se ne andò senza voltarsi.
All'udire le parole "nato morto", Aurora si sentì colpita da un fulmine, come se l'anima le fosse stata strappata via. Si accasciò a terra, priva di ogni forza...
Rosa guardò il vassoio del pranzo intatto e sospirò.
Portò fuori dalla stanza il cibo ormai freddo.
Appena uscita, vide il signor Ferretti.
"Signore, è venuto a trovare la signora." Rosa era così sorpresa che alzò involontariamente la voce, sperando che Aurora la sentisse dalla stanza.
"Si è svegliata?" chiese Adriano.
"Si è appena svegliata. Entri pure a vederla. La signora non mangia da quando... così non va bene..."
"Vai pure a fare le tue cose." Adriano la interruppe e aprì la porta.
Aurora, dal letto d'ospedale, aveva già sentito le voci fuori dalla stanza. La voce di Adriano, per quanto sommessa, lei riusciva sempre a distinguerla per prima.
"Adriano, è stata Elena a spingermi! È lei che ha ucciso il nostro bambino!" Aurora si sforzò di alzarsi. Da quando aveva perso il bambino, era stata in uno stato confusionale. Voleva vedere Adriano, ma allo stesso tempo aveva paura di incontrarlo. Aveva perso il loro bambino.
Eppure, per quanto cercasse di spiegare che era stata Elena, nessuno le credeva.
"Aurora Valenti, dovresti ringraziare il cielo che Elena abbia partorito senza complicazioni. Altrimenti non saresti semplicemente sdraiata qui." Adriano aveva il volto gelido. Quel giorno, quando era arrivato in ospedale, sia Aurora che Elena erano già state ricoverate.
Quando il medico aveva detto che il bambino non ce l'aveva fatta, per un istante gli era mancato il respiro. Si rese conto che, in fondo al cuore, aveva sperato in quel bambino, nonostante il suo odio per Aurora.
Ma ora il bambino non c'era più.
Per fortuna Elena aveva dato alla luce un bel maschietto. Anche se non era suo, gli era bastato uno sguardo per affezionarsi. Peccato che fosse prematuro e fragile; era nato in bilico tra la vita e la morte e ora era ancora nell'incubatrice.
E la responsabile di tutta questa tragedia era la donna perfida che aveva davanti.
Non solo lo aveva manipolato, ma aveva anche ucciso il loro bambino.
"Non è vero!" Aurora cercò di afferrargli la mano, ma lui la respinse con violenza. Il dorso della mano urtò contro il bordo del letto, facendo affiorare gocce di sangue. "Adriano Ferretti, perché non mi credi?!" gridò, sull'orlo della follia.
Perché? Perché aveva perso il suo bambino e tutti la trattavano come una criminale?
